Napoli, De Laurentiis: "Bisogna essere competitivi con i conti in ordine e con regole precise"
Ospite d'eccezione oggi negli studi di 'Che Tempo Che Fa'. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha risposto alle domande di Fabio Fazio: "Nessuno dava il Napoli favorito per lo Scudetto tranne me? Sì, mi sono trovato in una conferenza stampa a inizio giugno, avevamo mandato via tanti giocatori che avevano finito il loro ciclo a Napoli anche se non tutti erano della stessa idea. Mi hanno chiesto cosa pensavo di fare e io dissi che pensavo di poter vincere lo Scudetto. Ci fu lo sgomento generale, anche da parte di Spalletti che non sapeva ancora chi avevamo acquistato. Gli allenatori si dividono in coloro che vogliono fare il mercato e in coloro che allenano. Spalletti è uno che allena, gli abbiamo dato una squadra straordinaria da allenare".
Ma Spalletti va via?
"Spalletti è un uomo libero. Quando uno dice che pensa di aver ottenuto il massimo e di voler prendere un anno sabbatico, è giusto lasciarlo libero. Mi ha detto di avere un contratto per un altro anno, ma di volersi fermare, potevo mai dirgli di no? Ci ha dato tanto e lo ringrazio".
Con voi gioca sempre il Maradona?
"Lui è stato irripetibile, continua a giocare con noi. Spero che il Comune ci dia lo stadio per 99 anni, altrimenti vado a costruirne uno nuovo a Caserta e chissà come sarebbero contenti. Lo farò diventare un museo e lo aprirò anche agli eventi, i matrimoni, le comunioni, i concerti. Ultimamente stanno arrivano allo stadio tanti americani che vedono la città tutta addobbata di azzurro, vorrebbero tutti andare allo stadio ma non c'è posto. È scoppiata una vera e propria Napoli-mania. Una statistica aveva rilevato che ci sono più di 83 milioni di tifosi del Napoli nel mondo, ora dopo lo Scudetto saranno almeno 120 milioni".
Comprerete un calciatore giapponese?
"È quello che stiamo facendo, mentre venivo qua mi ha chiamato un mio amico giapponese dicendomi che mi manderà le bozze del contratto per farmi da scouting in Giappone”.
Lei vuole rivoluzionare il calcio?
"No, io vorrei recuperare i giovanissimi che si stanno rincretinendo con lo smartphone e le piattaforme e non hanno la coscienza di seguire il calcio, non hanno la pazienza. E questo si trasforma in una non passione. Vorrei parlare con il ministro dell'istruzione e chiedergli di insegnare il calcio nelle scuole, come materia di studio, in modo da poter diventare allenatori un giorno".
Come si fa ancora ad essere competitivi?
"Bisogna essere competitivi tenendo i conti in ordine, il segreto è fare impresa e non fare presa. Se non investi si accumulano debiti, rossi. Ci sono imprese che dovrebbero fare tabula rasa e ripartire da zero, ma con regole precise. Oggi ci sono ma non valgono per tutti, non ci sono pari forze, è come l'elefante con il topolino. Ci sono dei campionati non equilibrati. I calciatori devono migliorarsi strada facendo come fanno i piloti che dal kart passano poi alla Formula 1. Non si può paragonare una città di 3 milioni di abitanti con una di 30mila, anche gli sponsor sono inferiori".
La festa Scudetto del 4 giugno?
"Sarà la festa in cui ci sarà la premiazione, la Coppa, ci sarà Stefano Di Martino con tutta la sua capacità, saremo in onda anche su Rai Due. Allo Stadio è più complicato che in teatro".