Juve, operazione numeri uno: tre osservatori per scegliere i migliori portieri del futuro
Il futuro del calcio passa sempre più da un’attenta programmazione dei particolari di ogni singolo settore. Sui portieri, la Juventus, ha voluto tracciare la strada senza lasciare nulla al caso. “Abbiamo da sei anni un osservatore dei portieri e poi nel tempo sono diventati due e adesso ne abbiamo tre: è stata un’intuizione di Paratici” ha raccontato qualche giorno fa il capo dell’area portieri, Claudio Filippi, in una diretta su Instagram organizzata da Apport.
Il primo a ricevere l’incarico di osservatore specifico in questo ambito è stato Massimiliano Colucci, ex portiere e allenatore, “un innamorato del ruolo – ha spiegato Filippi -. Ha una sensibilità straordinaria e i portieri che abbiamo sono frutto delle sue osservazioni. Lui va a vederli, poi guardiamo le clip, selezioniamo quali ci piacciono e poi scegliamo”.
Con Colucci operano adesso operano anche Davide Micillo e Tommaso D’Attila, al fine di setacciare al meglio il territorio, in particolare Piemonte e regioni limitrofe. “Abbiamo una struttura efficiente che credo ci stia premiando – prosegue il capo dei portieri bianconeri -. Il talento va sostenuto. Vediamo se riescono ad ottenere il massimo delle possibilità”.
La crescita dei giovani portieri della Juve avviene anche attraverso step naturali durante l’anno «quando si allenano in prima squadra: quest’anno si è allenato anche un 2003. I tiri li fanno Ronaldo, Douglas Costa, Pjanic… Velocità, precisione e potenza sono tre caratteristiche importanti. Il portiere dev’essere in grado di resistere fisicamente e tecnicamente. Già quello è uno step importante per i giovani”.
Dunque, un gruppo che tiene alte le aspettative in casa Juve. La conferma di Filippi: “Noi abbiamo un gruppo di portieri di valore, è frutto del lavoro fatto nella selezione e nel lavoro tecnico di questi anni. Ci ha garantito la possibilità di avere 1-2 portieri che hanno prospettiva in ogni categoria”.