Inter, Inzaghi: "Nei momenti difficili abbiamo lasciato parlare, ora qualcuno parlerà meno"
Il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi ha parlato ai microfoni di DAZN dopo la stracittadina contro il Milan vinta per 1-2, che vale la conquista matematica del ventesimo scudetto.
Le prime sensazioni?
"Bellissima sensazione. Abbiamo fatto qualcosa di incredibile ed è giusto condividerlo con tante persone. Ci sono tanti protagonisti: i giocatori la società e anche il nostro presidente che non è qui, ma c'è sempre stato per qualsiasi cosa. Il pensiero va anche a mia moglie Gaia e ai miei genitori. Loro sono stati fondamentali per me".
La tua corsa finale?
"Partita combattuta e corretta. Dispiace per il nervosismo nel finale, ma in campo e sugli spalti è stata corretta. Nel primo tempo potevamo fare un gol in più e siamo molto contenti".
Alla fine hai portato questa squadra a dominare e ad attaccare in diversi modi.
"Tutti i giorni ci si impegna per migliorarci. Se penso al primo anno, alla prima partita in Champions col Real Madrid che poi ha vinto la finale col Liverpool, si vedeva già qualcosa di buono e poi sono arrivati i 6 trofei".
Grande intesa con la società?
"Abbiamo una grandissima condivisione. Ho insistito tanto con la società per portare Acerbi, lo conoscevo. I ragazzi sono stati straordinari, oggi abbiamo provato tutti i piazzati a favore e abbiamo fatto gol su un qualcosa che abbiamo provato in mattinata".
Adesso è super anche Simone?
"Per me Pippo è stato un esempio, prima da calciatore anche nel proseguo. Ha grandissimi principi, per me è stato importantissimo e lo è anche ora. E' sempre presente anche se le nostre strade si sono divise, siamo diventati grandi e l'amore che c'è tra me e lui non cambierà mai".
Secondo Pippo, servono allenatori come te e Ancelotti.
"Carlo sta facendo tantissimo, ha 1350 panchine da professionista egli vanno fatti i complimenti perché riesce sempre a vincere. Anche lui è una fonte di ispirazione".
L'evoluzione che ha avuto lei come è avvenuta?
"E' stato un bellissimo percorso. Io ringrazierò sempre anche la Lazio, che mi ha dato la possibilità di iniziare ad allenare. Abbiamo fatto benissimo, ricordo il campionato sospeso per Covid che ci saremmo giocati fino alla fine. La Lazio voleva proseguire, ma avevo un qualcosa che mi diceva di cambiare. Molti dicevano non l'Inter perché aveva già vinto e stava vendendo giocatori importanti, ma c'era un qualcosa che mi diceva di andare. Con Marotta avevo lavorato alla Sampdoria, conosco Ausilio e Baccin da anni come conoscevo Zanetti da avversario. Sapevo che potevamo continuare un ciclo e, nei momenti difficili, abbiamo lasciato parlare chi doveva parlare e oggi parlerà meno. Ho solo grandi trofei da condividere con i miei giocatori".
E ora?
"Abbiamo un campionato da finire nel migliore dei modi. Probabilmente l'abbiamo vinto a Lecce a 11 gare dalla fine: campionato dominato e ora è giusto gustarselo".
Chiederà già un acquisto?
"So che Marotta, Baccin e Ausilio sono sempre sul pezzo e già al lavoro per migliorare la squadra, sapendo che avremo dei paletti che ogni tanto potremo superare".