L'intervista a Dario Srna, ambasciatore dello Shakhtar
"Giocassimo a Bergamo sarebbe più difficile". In un italiano più che discreto è Dario Srna, ex difensore del Cagliari e ora ambasciatore dello Shakhtar, a presentare la sfida di domani. "Per noi è un bene giocare a San Siro. Milano ha un grande stadio, non so quanti tifosi arriveranno".
Dovrebbero essere circa 40 mila.
"Noi veniamo per prendere punti. Questa gara è importantissima, dopo abbiamo un doppio confronto con la Dinamo, il momento è difficile. Se riusciamo a fare quello che vuole il mister sono convinto di fare un buon risultato".
La vostra Champions non è iniziata nel migliore dei modi.
"È difficile quando giochi contro il Manchester City, Guardiola è il numero uno al mondo. Ha una squadra straordinaria, i giocatori sono incredibili. Non possiamo comparare lo Shakhtar al City, è troppo più forte. Il nostro lavoro è quello di battagliare contro l'Atalanta".
Ottima in campionato, un po' meno all'esordio.
"Sì, la prima partita in Champions è sempre difficile per squadra che vi accedono per la prima volta nella loro storia. La Dinamo ha tanti giocatori giovani, con grande talento, al Maksimir è sempre una battaglia".
Anche perché lei ci ha giocato, contro l'Atalanta.
"Sì, è una ottima squadra, ha un grande allenatore, un attacco fortissimo. C'è un modo di giocare in perenne uno contro uno, forzano in avanti, poi ha qualche problema in difesa, come tante squadre. Ilicic, Gomez, Malinovskyi, Zapata, ha un grande reparto offensivo. Anche lo Shakhtar però, eh".
Prevede tanti gol?
"La filosofia è quella di attaccare, con qualità. Pure noi ne abbiamo due fortissimi, davanti".
Uno stile alla Fonseca, battuto dall'Atalanta qualche giorno fa.
"Parlo con lui, non tutti i giorni ma quasi, è stato il mio tecnico per tre anni. All'inizio è sempre difficile, quando poi riesci a prendere confidenza con la tattica... È un grande allenatore, la Roma diventa una super squadra, con un bel calcio. Penso possa arrivare nelle top quattro".
Ha parlato di Malinovskyi...
"È stato un nostro giocatore, nello Shakhtar, ma non ha mai esordito. Mi sono allenato con lui, non so spiegarmi perché non sia passato in prima squadra. È un giocatore da Shakhtar, ha giocato molto allo Zorya e poi è andato in Belgio, facendo una fantastica stagione. Contro la Fiorentina ha giocato davvero bene. Sono molto contento, è un bravo ragazzo, merita di giocare in un club importante".
Cosa fa ora?
"Sono ambasciatore del club, più aiuto sul campo".
Ora è a Kiev, com'è essere lontano da Donetsk?
"Da oramai cinque anni, non abbiamo il nostro stadio, non abbiamo nemmeno più la città. Però c'è un grande presidente, Rinat Akhmetov, a cui piace il calcio. Il club è rimasto allo stesso livello. Ne ho avuti tanti, di presidenti, ma nessuno come lui. Ci ha dato tutto, investe molti soldi, molto tempo. Riuscite a immaginare un club che rimane a questo livello senza uno stadio?".
No.
"Vuol dire che dietro c'è una grande persona".
È per questo che è tornato?
"L'estate scorsa ho parlato con il Cagliari per il contratto, ma poi ho messo fine alla carriera in un giorno, il tempo di una telefonata con il presidente. Ho deciso di tornare perché lo Shakhtar è il mio club, la mia vita, voglio aiutare il nuovo allenatore con la mia esperienza. Sono veramente felice".
Non aveva più offerte?
"Ne avevo molte, tre dall'Italia, ma non farò il nome dei club. Stavo pensando a cosa fare, ma ho passato 15 anni in Ucraina, quando mi hanno proposto questa posizione ho subito detto di sì".
Non le manca il calcio?
"No, perché è iniziata subito questa nuova carriera, non ho avuto il tempo. Sono concentrato su questo".
Ma si è trovato bene in Italia?
"Per me è stata una grande esperienza, la Sardegna è fantastica, i sardi sono incredibili, li ho amati, mi hanno aiutato molto. Ho giocato belle partite, altre meno, ma ho sempre dato il massimo. Gli auguro il meglio".
Sente ancora i compagni?
"Sì, saranno per sempre nel mio cuore, forza Casteddu sempre. È stato bellissimo giocare in Serie A, ho incontrato ottime persone, Pisacane, Pavoletti, Castro, parlo spesso con loro. Sicuramente in futuro tornerò a Cagliari".
La guerra non influisce sul calcio in Ucraina?
"La lega non è più come prima, ma sta ricrescendo. Lo Shakhtar è il primo club in Ucraina, vogliamo crescere in Europa. Non possiamo cambiare la situazione sulla guerra, devono essere le persone a farlo. Chiunque nel Donbass vuole che finisca la guerra, noi vogliamo tornare lì, la nostra casa è Donetsk".