Conceicao: "La mia uscita dal Porto non è stata facile. Milan? Non ho avuto dubbi"
Quali stimoli l'hanno portata ad accettare il Milan? In estate c'era già una possibilità? Dopo il cambio di panchina al Milan, è tempo di presentazione per il nuovo allenatore rossonero. Presso la sala stampa di Milanello, Sergio Conceicao ha parlato in conferenza rispondendo anche a queste domande: "La mia uscita dal Porto non è stata facile, ma il timing non è fondamentale per me. Ogni settimana in Portogallo usciva un club diverso interessato a me. Finora in 24 ore è stato tutto molto veloce. Ho scelto il Milan perché storicamente è uno dei club migliori al mondo. Non ho avuto dubbi nello sceglierlo appena sono stato cercato".
Lei ha la fama di duro. Userà più il bastone o la carota?
"Difficilmente cambierò, ormai sono allenatore da tanto tempo e ho 50 anni. Ci saranno sempre 11 giocatori più contenti degli altri, ma voglio che tutti diano il massimo in allenamento. Nei grandi club c'è la pressione e tutti devono convivere con questi aspetti. Come ho detto ai giocatori, si può parlare tanto ma poi dovranno arrivare i risultati".
Il Milan può arrivare in Champions? Recupera dei giocatori per la Supercoppa?
"Sì, ci possiamo arrivare. Al momento lavoriamo con i giocatori a disposizione, ma non voglio scuse e ho fiducia nella rosa. Chiaro che sia meglio avere tutti a disposizione, ma gli infortuni fanno parte dello sport e ora mi concentro su quelli che ho".
I giocatori per lei sono tutti uguali? Ha già parlato con Leao e Theo?
"Per me non ci sono differenze nello spogliatoio, da chi ha 17 anni fino a chi ne ha 34, voglio tutti portare al loro massimo e al loro limite in allenamento. Poi qualcuno di sicuro mi viene a parlare in privato e per ogni giocatore mi relaziono in maniera diversa, a me interessa occuparmi della storia personale dei giocatori. I comportamenti dei giocatori sono giustificati dalla loro storia, dalla loro famiglia. Ho già parlato con tutti".
Avete già parlato di mercato?
"No, perché prima di tutto voglio conoscere i giocatori. Non solo quelli della prima squadra, ma anche Milan Futuro e i giovani. Prima li conosco meglio e poi possiamo vedere dove intervenire"
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