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Castellacci e il malore di Bove: "In Italia fieri di essere severi: guardate il caso Eriksen"

Castellacci e il malore di Bove: "In Italia fieri di essere severi: guardate il caso Eriksen"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 08:15Serie A
di Marco Conterio

Il Professor Enrico Castellacci a Radio Sportiva analizza il malore occorso a Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina. "Il ragazzo è arrivato vigile, la cosa è importante, ci mette nelle condizioni di pensare che abbia ripreso al momento. Il fatto che sia in sedazione farmacologica è normale, se ci fosse stata la crisi epilettica ci sarebbe stata dunque la sedazione. Il comunicato fa capire che non ci sono stati danni sulle strutture nobili, ovvero a livello cardiovascolare".

Quale sarà ora il percorso?
"Abbiamo escluso i danni. Ora continueranno gli accertamenti, verrà controllato che non ci siano problematiche cardiovascolari e neurologiche alla base. E' difficile non siano stati però evidenziati da come sono seguiti questi ragazzi. Le cose sono due: il ragazzo si è ripreso. Ora aspettiamo gli accertamenti finali, ci saranno diversi giorni, suppongo che verranno fatti anche esami sofisticati e poi ci sarà la valutazione".

Possiamo parlare di pericolo scampato allo stato dell'arte attuale?
"Parliamo di un pericolo scampato, di una grande paura, che sembra tornare indietro dagli accertamenti fatti finora. Si tratta di avere pazienza, Bove avrà bisogno di coraggio e dovrà essere seguito dal punto di vista clinico".

Come valuta la severità delle norme italiane sull'idoneità sportiva?
"Le norme in Italia dal punto di vista sportivo sono estremamente rigide, in Europa ci sono posti dove non c'è neanche l'idoneità sportiva. Essere severi su questo è giusto, siamo lieti e fieri di essere così rigidi perché possiamo evitare effetti tragici. Se poi altrove si dà l'idoneità e tutto va bene siamo felici ma il rischio c'è sempre".

Viene in mente l'idoneità non data in italia a Eriksen mentre in Premier sì
"Eriksen gioca con un defibrillatore sotto pelle, mi auguro che non abbia mai una gomitata sul petto che possa romperlo. In Italia siamo più attenti e rigidi".

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