Bonfrisco sul Var: "All'estero la usano di meno. Dispiace quando gli arbitri non parlano"
L'ex arbitro Angelo Bonfrisco è intervenuto a Radio FirenzeViola, durante la trasmissione Scanner, per parlare dell'attuale utilizzo del Var. "In linea di massima all'estero utilizzano meno il Var. La dicitura "chiaro e evidente errore" è comunque soggettiva. Un conto è la situazione di campo, un conto è la riproduzione televisiva di quell'episodio. Guardando il video non è tutto più semplice, e quest'anno ne abbiamo avuto la dimostrazione. L'arbitro non ha una professione riconosciuta, tutti gli anni deve essere riconfermato e quindi non ha quelle serenità che avrebbe nel caso contrario. Una stabilità dal punto di vista della tua professione ti permette di andare in campo in maniera più serena".
"Quando sento parlare di politica o di elezioni all'interno delle votazioni dell'Aia mi rendo conto che c'è un problema. Come lo tratti poi uno che non ti ha votato? Non bisogna essere vincolati, così si rischia di perdere arbitri di qualità. E non è che ci siano tutti questi arbitri. Ne perdiamo tanti durante il percorso".
Sul perché non pubblicare subito le conversazioni fra arbitri e addetti al Var.
"La direzione dovrebbe essere questa. Se ne parla anche all'IFAB, si parla di tante cose dall'espulsione a tempo all'intervento del Var. Quando gli arbitri non parlano io sono anche dispiaciuto. Viene centellinato a distanza di una settimana l'intervento su Dazn a Open Var dei vice di Rocchi e poi non è che la spiegazione placa, anzi. L'AIA aveva improntato molto sul discorso della comunicazione, però qualcosa si può azzardare. Forse i dirigenti pensano che l'ambiente non sia pronto. Perché poi quando Orsato è andato a parlare in tv e gli hanno chiesto di quel giallo non dato a Pjanic in Inter-Juventus di anni fa, invece di chiedergli altro".