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Atalanta, Gasperini: "Accettare i soldi dell'Arabia Saudita? Presto per dirlo"

Atalanta, Gasperini: "Accettare i soldi dell'Arabia Saudita? Presto per dirlo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 23:08Serie A
di Daniel Uccellieri

Gian Piero Gasperini ha presenziato all'evento di presentazione del libro di Luigi Garlando, "Nel mezzo del pallon di nostra vita". Quest'ultimo può essere individuato come una sorta di 'Divina Commedia' del calcio di oggi. Con i protagonisti che vengono distribuiti tra Inferno, Paradiso e Purgatorio. "Che allenatore manderei all'Inferno e che allenatore in Paradiso? Gli allenatori li metterei tutti in Paradiso, è un mestiere con alti e bassi incredibili: momenti di esaltazione e momenti in cui tutti sono in difficoltà. Già solo la scelta di fare questo mestiere merita il paradiso".

Interpellato nel corso della serata, Gasperini ha parlato (anche) del suo futuro. "Il talento è sempre più raro in un calcio che va veloce. Ma è la cosa più bella, la prima cosa che cerchi di notare in un ragazzino delle giovanili: la sensibilità, la fantasia, la facilità di giocata. Eliminare la tattica dal calcio dei ragazzini? No, specialmente quella individuale: fa parte del talento, come un giocatore gestisce la posizione del corpo, il controllo, la protezione del pallone. Il calcio è complesso e fatto di tanti ingredienti che vanno combinati fra loro per comporre una squadra vincente".

Gasperini prosegue. "Ho creduto anni fa in certe idee che oggi si sono diffuse, specialmente su come sia per me il modo migliore per difendersi. Ma nel calcio non esiste il copyright, si prendono e si adattano idee. Molto mi viene detto sul gioco uomo a uomo a tutto campo, poco sul fatto che le mie squadre facciano tanti gol. Presto per dire se accetterei i soldi dell’Arabia Saudita, ma negli scorsi anni c’è stata la possibilità, ma non ero mentalmente pronto e avevo un impegno".

L'allenatore conclude. "Gioco o risultato? Il calcio rimane uno spettacolo: quando hai stadi così pieni devi offrire a chi paga qualcosa che piace. Ci sono state tante filosofie, c'è stato un periodo in cui contava solo vincere. Ma io credo che una più alta possibilità di vincere derivi proprio dal buon calcio. Queste sono filosofie che poi si radicano. Io non ho mai avuto dubbi: quando una squadra si esprime bene ha più chance di vincere. Ognuno ha dei propri record e dei traguardi da raggiungere: quando si riesce a superare se stessi c'è una grandissima vittoria. E il calcio insegna anche a perdere e a ripartire, creando un nuovo obiettivo".

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