Adriano: "Trovavo sempre un motivo per bere. L'Inter voleva mandarmi in una clinica"
Adriano, ex attaccante di Inter, Fiorentina, Parma e Roma in Italia, che in carriera ha vinto una Confederations Cup, una Copa America, 2 scudetti, 2 Coppa Italia, 3 Supercoppa Italiana, una Coppa dei Campioni brasiliana e due campionati brasiliani, ha parlato nella sua autobiografia, intitolata La mia più grande paura, di alcuni dei momenti più brutti della sua carriera: "Tornavo a casa e trovavo sempre un motivo per bere, o perché c'erano i miei amici o perché non volevo stare in silenzio e pensare a stronzate".
Adriano prosegue: "Molte persone usano il calcio come valvola di sfogo. Io, invece, avevo bisogno di una via di fuga dal calcio. La mia fuga dal calcio era la famiglia e mio padre. Quando se n'è andato lui, il mio compagno è diventato il bere. Arrivavo tardi agli allenamenti. Il club provava a insabbiare tutto. Mi facevano le multe, ma non me ne importava nulla. La mia depressione aveva raggiunto un livello che non voglio neanche ricordare".
Adriano parla poi anche del ruolo dell'Inter nella vicenda: "Un giorno Moratti mi disse: 'Vorremmo mandarti in un posto speciale'. Mi volevano mandare in Svizzera in una clinica di riabilitazione. Ero depresso. Non capivo di cosa stessero parlando: 'Perché stai cercando di mandarmi in un ospedale psichiatrico?'. Ho iniziato a innervosirmi. Un giocatore ricoverato in clinica riabilitativa? Porca puttana, no!".