"Il Sassuolo non è condannato a vincere". Il grande bluff di Fabio Grosso
"Non siamo condannati a vincere". Con queste parole Fabio Grosso, nella conferenza stampa post-partita, ha risposto alle domande di un giornalista campano sulle ambizioni e sugli obiettivi del Sassuolo. Parole che meritano una sottolineatura perché nascondono un piccolo grande bluff da parte del tecnico. "Nulla è scontato - ha aggiunto - poi c'è lo sport che ci dimostra che nessuno è condannato a niente. Abbiamo tanta voglia di esprimere le nostre qualità che sono tante. All'inizio del campionato c'erano tante squadre nelle griglie di partenza che hanno ancora possibilità. Siamo un'oasi felice dove si può lavorare con tranquillità, troppo e poco è sempre relativo, la passione è bella perché in proporzione i nostri tifosi hanno grande attaccamento. Sono diverse da altri ambienti perché io ho girato il calcio per tanti anni. Noi le motivazioni le abbiamo dentro perché rappresentiamo una proprietà solida, seria, stanno scemando questo tipo di proprietà. Abbiamo unità d'intenti con la proprietà e vogliamo portarla avanti fino alla fine".
Ovviamente, quel che dice Fabio Grosso in parte è assolutamente vero. Nulla è scontato. Ma che questo Sassuolo non sia condannato a vincere è una sorta di bugia bianca che porta acqua al mulino del tecnico neroverde perché anche lui sa di aver accettato un progetto ambizioso e che prevede il ritorno in massima serie nel minor tempo possibile. Il Sassuolo in estate ha fatto delle scelte importantissime, rifiutando tante offerte per i propri big. Non tutte le società di Serie B - se non avessero avuto alle spalle una proprietà seria e solida come Mapei - avrebbero potuto fare la voce grossa in sede di calciomercato Sassuolo, 'costringendo' alcuni big a farsi passare il mal di pancia e a rimanere anche in Serie B per provare a riportare immediatamente il Sassuolo in Serie A.
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Lo sappiamo, i vari Kristian Thorstvedt e Armand Laurienté, che non a caso sono tra i trascinatori della squadra di Grosso, avevano ampia scelta e hanno fatto le bizze in estate. Anche Josh Doig era molto ambito, così come Daniel Boloca. Domenico Berardi merita un discorso a parte perché se non fosse stato per l'infortunio avrebbe avuto l'imbarazzo della scelta ma l'infortunio al tendine d'Achille ha finito per fare il gioco del Sassuolo che ha potuto trattenere la sua stella senza grossi problemi. Il diktat della società è stato chiaro: i big restano perché si punta al ritorno immediato in Serie A. Al di là delle parole, i fatti e le scelte fatte vanno in quella direzione.
Poi fa bene Grosso a stemperare e a togliere un po' di pressione di dosso ai suoi ragazzi ma il Sassuolo - lo ricordiamo - ha il monte ingaggi più alto della Serie B e la scelta fatta in estate va in una sola direzione, che è quella del ritorno in Serie A. Non tutto è scontato - e qui ha ragione Fabio Grosso - perché anche la Salernitana ad esempio in estate ha investito tanto e non ha ottenuto i risultati sperati. Lo stesso dicasi per il Palermo dell'ex Dionisi che si è potuto permettere ad esempio un investimento da 4 milioni per Le Douaron o per la Sampdoria che ha formato la coppia d'attacco Coda-Tutino, ad esempio. La differenza la sta facendo l'allenatore che ha saputo rendersi credibile ed entrare nella testa dei suoi giocatori. Un allenatore che ha alle spalle una proprietà solida e una società che si sta riscattando dopo gli errori dell'anno passato.
Ma il Sassuolo si è 'auto-condannato' a vincere perché se dopo tutte le scelte fatte in estate, se dopo tutti gli investimenti e i sacrifici estivi avesse una classifica diversa e annaspasse in campionato dopo la prima parte, beh, siamo sicuri che le parole sarebbero diverse e che di complimenti ce ne sarebbero pochi. Quindi, caro mister, non è proprio così: questo Sassuolo è maledettamente condannato a tornare in Serie A!