L'ex allenatore di Volpato: "Si fatica a capirne il ruolo, ha poca propensione alla fase difensiva"
L'allenatore dello Żabbar St. Patrick, Nello Parisi, con una nutrita schiera di esperienze alle spalle con i settori giovanili, su tutti quello della Roma, ha parlato a PianetaSerieB, dicendo la sua su un giocatore che è passato nelle giovanili giallorosse, ovvero Cristian Volpato, che milita nel Sassuolo. Parisi ha espresso delle perplessità soprattutto sul ruolo: "Secondo me il Sassuolo può essere la piazza giusta da cui ripartire. Loro sono bravissimi, si vede il lavoro che hanno fatto con Berardi. Volpato, sotto certi aspetti, può somigliargli. Si fa fatica a collocarlo in campo. Non si riesce a capirne il ruolo. Lui, in un certo senso, non aiuta. Ama fare la fase offensiva, meno quella difensiva. Per questo gli allenatori fanno fatica a schierarlo".
Ancora Parisi: "Per me lui può fare o l’uomo dietro la punta o l’esterno. Dunque sulla trequarti potrebbe giocare ovunque. La problematica che ricordo del ragazzo era questa, poca propensione alla fase difensiva. Adesso però si trova nel posto giusto dove poter migliorare questo aspetto. È uno di quei calciatori che se hai bisogno di svoltare una partita è una garanzia, negli ultimi venti o trenta minuti. Ma, se devi affrontare un momento di equilibrio tattico, non lo rischi. Perché non sai se farà il lavoro che gli chiedi di fare”.
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Nello Parisi si è soffermato anche su Riccardo Ciervo, ora in prestito al Cosenza ma di proprietà dei neroverdi. La sensazione è che per compiere il salto che possa consentirgli di consacrarsi, il ragazzo abbia bisogno di lavorare sull’ultimo passaggio: "Hai colpito in segno la questione Ciervo. Lo step che gli manca è proprio l’ultima fase della giocata. Il tiro, il cross, il passaggio capace di mandare in porta il compagno. Questa carenza ce l’aveva già nel settore giovanile della Roma. Lui aveva un anno in più dei ragazzi che allenavo io. Dunque lo vedevo spesso. Quella squadra aveva da una parte lui e dall’altra Cancellieri. Bove a centrocampo, Zalewski sulla trequarti. Riccardo già lì si notava. Dribbling, sprint, giocata. Non importava contro chi giocasse, bruciava sempre tutti. Il problema è che arrivava vicino all’area e non sapeva mai cosa fare. Non riusciva a decidere, non aveva chiara la giocata in mente. Probabilmente, preso dalla giocata che più sente sua, non pensava alla fase successiva. È una cosa su cui deve lavorare ancora. Alla Roma facevano tanto lavoro individuale su questo. Difensivamente è migliorato tanto. Da ragazzo non difendeva, assolutamente. Adesso, da quinto, lo vedo sempre attento e con la propensione a coprire. Per me vederlo fare questo lavoro è significativo. Se riesce a crescere su ciò che ci siamo detti prima, diventa un giocatore determinante in cadetteria”.
Il tecnico ha fatto il punto poi sul campionato cadetto: "Nella zona di vertice si stanno confermando alcune squadre. Su tutte il Sassuolo, che ha fatto una prima parte di stagione importante. La società ha fatto uno sforzo notevole nel tenere in blocco tutta la squadra. Ha preso un allenatore bravo, che ha fatto già bene in Serie B. Subito dopo, la seconda posizione, è sempre una questione per tre o quattro squadre. Questo è molto bello perché tiene aperta la sfida. Sotto, come al solito, c’è densità. Fino a metà classifica, se non di più, sono tutte coinvolte. Se la giocheranno in tante. Il campionato di Serie B è sempre molto difficile, sia per chi lo gioca che per chi allena. Penso che il livello si sia alzato particolarmente, ci sono tanti giovani interessanti”.