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Roberto De Zerbi: "All'inizio non mi voleva nessuno, non avevo agganci"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 7 luglio 2024, 20:46Non solo Sasol
di Manuel Rizzo
per Sassuolonews.net

Roberto De Zerbi: "All'inizio non mi voleva nessuno, non avevo agganci"

Le dichiarazioni di Roberto De Zerbi nel corso di un'intervista a Zetaluiss sulla gavetta, sul calcio italiano e sull'avventura al Marsiglia

Roberto De Zerbi non è riuscito a sfondare ad alti livelli da giocatore ma da allenatore si sta togliendo grandi soddisfazioni e la sua carriera è stata un crescendo. L'ex tecnico del Sassuolo, partito dalla Serie D al Darfo Boario nel bresciano, ha di recente firmato con l'Olympique Marsiglia, uno dei club storici della Francia, tra i più titolati. Voltarsi indietro e ricordare il percorso che lo ha reso uno dei tecnici più corteggiati d’Europa lo spinge ad avere sempre più famedi successi: "Ci penso tutti i giorni. E quella è la mia vera forza. Io non ho fatto una grande carriera e non ho iniziato in uno staff. Non mi voleva nessuno, non avevo agganci. La gavetta è motivo d’orgoglio, benzina per raggiungere nuovi traguardi" ha detto l'allenatore nel corso di un'intervista a Zetaluiss.

L’inizio dell’avventura in Francia è conciso con l’eliminazione dell’Italia dagli Europei di Germania e il trainer bresciano ha parlato anche della Nazionale e dei problemi del nostro calcio: "Non c’è solo una ragione della crisi. Nascono meno fuoriclasse che in passato e mancano strutture, metodo, investimenti. Ci sono tanti stranieri, ma se giocano vuol dire che sono più bravi. A pagare il conto è l’apice del sistema, la Nazionale. Anche la Premier League è zeppa di talento, in tutti i reparti. Hanno tre terzini destri tutti potenzialmente titolari: Walker, Alexander-Arnold e Trippier".

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Può colpire che un comunicatore come De Zerbi non abbia neanche un social: "Non li avevo prima e non li vorrei neanche ora. Forse sarò obbligato a farmeli, perché stanno creando così tanti profili falsi da mettermi in difficoltà - ammette - Non mi piace parlare sempre. Non ricordo neanche qual è l’ultima intervista che ho rilasciato. Io faccio l’allenatore, devo occuparmi del campo".

Foggia, Palermo, Benevento, Sassuolo. Ora lo aspetta una società che nelle ultime quattro stagioni ha cambiato otto allenatori ed è reduce da un ottavo posto che la terrà fuori dalle coppe nel prossimo campionato: "I marsigliesi definiscono l’OM il club più importante del Paese. Ai giocatori dirò che dobbiamo rendere fieri i tifosi. Allenare il Marsiglia è unico, hai alle spalle un popolo. Con serietà e coraggio cercherò di riportarlo in Europa. Ho scelto l’OM perché mi ricorda molto la passione e la pressione che ho vissuto a Foggia – conclude – Lo stadio del Vélodrome ospita quasi settantamila persone, è bello caldo. Questi ambienti mi spingono a dare il massimo".