Del Grosso: "Aliberti? Ci ha fatto fuori il sistema! Gruppo senz'anima, ai miei tempi attaccavamo al muro chi non lottava"
La redazione di TuttoSalernitana ha avuto il piacere di parlare con Alessandro Del Grosso, professionista straordinario che, a Salerno, ha lasciato per davvero un pezzo di cuore. Innamorato dei colori granata e della curva Sud, l'ex terzino ha rilasciato una interessante intervista parlando, come sempre, senza peli sulla lingua e per il bene della Bersagliera. Si parte dall'attualità:
"Leggo che ci saranno 5-6mila spettatori domani sera. Noi li avevamo all'allenamento. Una piazza come Salerno non può avere questi numeri, l'Arechi vuoto è un pugno nello stomaco di chi ha vissuto quei tempi in cui ci trascinavano fino alla vittoria come non accade in nessuno stadio d'Italia. La società dovrebbe riflettere, ma evidentemente stanno prevalendo discorsi aziendali ed economici che mettono in secondo piano il cuore. Ed è sbagliato.
Perchè la Salernitana appartiene alla sua gente e non è possibile perdere un derby in casa e vedere i calciatori che a stento fanno un saluto alla curva e poi tornano negli spogliatoi come se non fosse accaduto nulla .Ragazzi, all'Arechi tremavano le gambe ai campioni della A! Possibile che ora si giochi una partita così sentita e si subiscono quei gol? Ma fatevi ammonire, fate un fallo in più, fate capire all'avversario già nel tunnel degli spogliatoi che a Salerno non si passa. Il vero problema è che non ci sono leader in questa squadra, il calcio di oggi è fatto di procuratori e chiacchieroni".
Del Grosso prosegue: "Ripeto quanto detto: è inaccettabile, a Salerno, perdere un derby in casa e lasciare il campo con quell'atteggiamento. I gol subiti nascono da un comportamento generale troppo passivo, senza cattiveria agonistica. Ai miei tempi attaccavamo al muro per davvero quelli che sbagliavano, ci facevamo rispettare. Il Pirri di turno che andava in discoteca la sera veniva accolto dallo spogliatoio in modo molto aggressivo. Perchè se non ti impegni ci andiamo di mezzo tutti e questo non lo tolleravamo. Ma quante ne sono successe che non conoscete: a Salerno ci vuole rispetto!
Perchè ci sono migliaia di persone che ti seguono, che ti amano, che ti fanno sentire importante. Veniamo pagati per fare il mestiere più bello del mondo, c'è gente che ha dato la vita per la maglia e vuoi uscite dal campo dopo un derby perso senza avvertire sensi di colpa nei confronti di una tifoseria che non si sente rappresentata e che te lo dimostra disertando lo stadio e protestando? Quando firmai per la Salernitana, Cannella mi disse una sola frase: "Corri e impegnati. Se sbagli paghi e te ne vai a casa, la Salernitana è una cosa seria". Aveva ragione".
Infine sul no al ritorno di Aliberti all'Arechi dopo lo striscione della curva: "Io dico che siamo stati fatti fuori dal sistema. Anche nel 1997-98 ci furono una serie di episodi anomali, ma eravamo talmente forti che non riuscirono a fermarci. In A siamo scesi perchè eravamo scarsi? A Piacenza vi ricordate chi designarono e cosa è successo? Qualcuno dovrebbe provare vergogna e non dovrebbe riuscire a dormire la notte per i rimorsi e per le crisi di coscienza. 4 ragazzi ci seguirono per aiutarci a raggiungere la salvezza, non sono più tornati a casa...per cosa? Per quel rigore non dato?
Ma in tutte le partite è successo qualcosa di strano. Nel dubbio era sempre rigore per gli altri e mai per noi, sugli altri campi accadevano cose strane e non ho mai avuto paura di dirlo. Nel tempo, poi, il calcio italiano è andato incontro a tante situazioni che mi hanno permesso di capire che, forse, non avevo sbagliato. Piango ancora quei 4 angeli granata, la vera tragedia fu quella. E, dal 1999, nel mese di maggio il mio umore cambia. E' una ferita che sanguina nel mio cuore".