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Sabatini: "Keita un capo tribù, nessuno osava contraddirlo. Avevo un addetto solo per Nainggolan e Maicon. Nico Lopez non si spogliava con gli altri"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 31 marzo 2025, 10:12Interviste
di Redazione Vocegiallorossa
per Vocegiallorossa.it

Sabatini: "Keita un capo tribù, nessuno osava contraddirlo. Avevo un addetto solo per Nainggolan e Maicon. Nico Lopez non si spogliava con gli altri"

L'ex DS della Roma, Walter Sabatini, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport, ricordando tra le varie cose anche il suo periodo nella Capitale. Di seguito, uno stralcio dell'intervista.

La gioia che l'ha fatto sentire più vivo?
«Il record delle dieci vittorie consecutive con la Roma mi ha esaltato. Mi sono sentito a mio agio, un regalo alla gente. C’era da poco Rudi, mi ‘prendevano per il culo’ tutti. Ricordo i messaggi: ‘Abbiamo preso il sergente Garcia’. Ma ero sicuro che avrebbe fatto bene e ho avuto ragione». 

Quella era una Roma fortissima
«Totti stava bene e faceva la differenza, poi un centrocampo irripetibile: Strootman, De Rossi, Nainggolan, Pjanic e Keita. Che giocatore Seydou, un capo tribù, ti guardava con lo sguardo del capo e nessuno osava contraddirlo. E in campo era cattivo, non sbagliava mai una scelta».

Quando Nainggolan arrivava al campo sopra le righe?
«Lo mandavo a prendere fuori dal recinto, poi doccia e caffè. Avevo un addetto solo per questo, dedicato a lui e Maicon. Quante bugie mi ha detto Radja, a me e a se stesso. Ma è un bravissimo ragazzo, anche se smidollato. Giocatore impareggiabile, i suoi tackle scivolati hanno fatto la scuola del calcio».

Nico Lopez invece lo teneva nascosto in albergo
«Era un ratto al Nacional. Grande giocatore, esordì con un gol su pallonetto al Catania. Ma la personalità in campo si scontrava con l’uomo. Nico aveva un problema, non si spogliava con gli altri. Mai saputo perché, nonostante gli agguati che gli facevo per capire. Psiche indecifrabile, come Radonjic. Un fenomeno vero, ma sconclusionato. A 16 anni già devastato nella testa: beveva, faceva tardi, aveva la camera a Trigoria ma a volte lo hanno trovato a dormire fuori, sulla panchina».