
Dal gol all’andata all’anonimato: serve un nuovo Pellegrini
Domenica 13 aprile alle 20:45 c’è una di quelle partite che a Roma si sentono nell’aria già settimane prima: il Derby. All’Olimpico sarà il 185º incontro tra Roma e Lazio, una sfida che vale sempre più dei tre punti, ma stavolta pesa anche in ottica Champions. Il Bologna è lì, al quarto posto, e sia Roma che Lazio ci credono ancora. Ma tra i tanti nomi sotto i riflettori, ce n’è uno che più degli altri ha bisogno di prendersi la scena: Lorenzo Pellegrini.
Il capitano giallorosso sta vivendo una stagione strana, fatta di alti e bassi, e soprattutto di un percorso molto diverso a seconda dell’allenatore in panchina. Con De Rossi prima e con Juric poi, Pellegrini è stato praticamente sempre titolare, un punto fermo della rosa. Ma nell’era Ranieri il suo minutaggio si è drasticamente ridotto: appena 641 minuti in 19 partite. Sette volte è rimasto in panchina per tutta la gara, cinque volte è entrato a partita in corso. Solo in poche occasioni ha avuto una maglia da titolare. Nonostante questo, ha comunque messo a segno 2 gol e fornito un assist, tra cui la rete nel derby d’andata, segnata dopo appena undici minuti.
Quel gol sembrava il preludio a una rinascita, ma è rimasto un episodio isolato. Pellegrini ha continuato a faticare, e si è trovato spesso a combattere con se stesso più che con gli avversari. Ranieri lo ha definito “un romano atipico”, uno che si tiene tutto dentro, e forse anche per questo fatica a gestire la pressione e le critiche di una piazza come Roma, che ama e pretende con la stessa intensità.
Adesso, però, serve una risposta. Questo derby può essere l’occasione giusta per riprendersi il centro della scena, per dimostrare che quella fascia da capitano non è solo un simbolo, ma una guida.
Il futuro è ancora incerto, e non è escluso che questa possa essere la sua ultima stagione in giallorosso. Ma se vuole lasciare un segno vero, indelebile, questo è il momento: il derby non aspetta, e Roma ha ancora bisogno del suo capitano.
Il capitano giallorosso sta vivendo una stagione strana, fatta di alti e bassi, e soprattutto di un percorso molto diverso a seconda dell’allenatore in panchina. Con De Rossi prima e con Juric poi, Pellegrini è stato praticamente sempre titolare, un punto fermo della rosa. Ma nell’era Ranieri il suo minutaggio si è drasticamente ridotto: appena 641 minuti in 19 partite. Sette volte è rimasto in panchina per tutta la gara, cinque volte è entrato a partita in corso. Solo in poche occasioni ha avuto una maglia da titolare. Nonostante questo, ha comunque messo a segno 2 gol e fornito un assist, tra cui la rete nel derby d’andata, segnata dopo appena undici minuti.
Quel gol sembrava il preludio a una rinascita, ma è rimasto un episodio isolato. Pellegrini ha continuato a faticare, e si è trovato spesso a combattere con se stesso più che con gli avversari. Ranieri lo ha definito “un romano atipico”, uno che si tiene tutto dentro, e forse anche per questo fatica a gestire la pressione e le critiche di una piazza come Roma, che ama e pretende con la stessa intensità.
Adesso, però, serve una risposta. Questo derby può essere l’occasione giusta per riprendersi il centro della scena, per dimostrare che quella fascia da capitano non è solo un simbolo, ma una guida.
Il futuro è ancora incerto, e non è escluso che questa possa essere la sua ultima stagione in giallorosso. Ma se vuole lasciare un segno vero, indelebile, questo è il momento: il derby non aspetta, e Roma ha ancora bisogno del suo capitano.
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