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Stramaccioni: "Ranieri? La riprova che il calcio è empatia. Pellegrini miracolo gestionale"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ieri alle 22:30Serie A
di Tommaso Bonan

Stramaccioni: "Ranieri? La riprova che il calcio è empatia. Pellegrini miracolo gestionale"

Andrea Stramaccioni, allenatore con un passato anche nelle giovanili della Roma e commentatore di DAZN, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TeleRadioStereo. Queste alcune battute sulla squadra giallorossa: "Quale è stato l'apporto di Ranieri alla Roma? Un apporto fondamentale, decisivo. E' la riprova che il calcio non è solo schemi, diagonali e palle inattive. Il calcio è empatia, rapporto con i giocatori, essere al posto giusto nel momento giusto. Ho avuto la fortuna di respirare Ranieri, era alla Roma quando ero nelle giovanili. L'ho ritrovato all'Inter, dove ahimé l'ho sostituito. I fatti hanno confermato che il suo avvento in un determinato momento, societario e di campo, ha rimesso in piedi una Roma che ora sta dimostrando, anche se non ancora del tutto, che in una partita secca può battere chiunque. Ricordo che con Juric si contavano le palle gol, stesso modulo e stessi giocatori e a volte stesse situazioni. Ora è una Roma che gioca, si diverte. L'altro grande merito è aver messo Dybala al centro del villaggio”.

Ranieri sta lavorando a blocchi, prima fase offensiva e poi a scendere?
“Li aveva bombardati tutta la settimana sulle preventive. Ho seguito le prime partite, me le ricordo bene. Il primo step è stato trovare l'assetto e i giocatori cardine, la spina dorsale. Questo non l'ha fatto bene, di più. E' stato anche fortunato con il ritorno di Saelemaekers, ma ha rimesso Hummels al centro della difesa a tre. A lui va anche il merito del ritorno ai suoi livelli di Paredes. A Napoli c'erano Paredes e Dybala dietro di me che facevano le ripetute. Ora c'è una squadra di carattere. Paredes per poco non si mangia l'arbitro dopo il rigore non dato per mani di Sabelli. Sono giocatori che Ranieri ha rimesso al centro del progetto. Prima ha trovato l'assetto, poi ha cominciato a lavorare sui blocchi. Era inutile lavorare sul metro con una squadra malata. E' come l'alfabeto. Ora la Roma sta cominciando a lavorare sui dettagli, quelli importanti. Da adesso in poi ricomincerà anche l'Europa, ti alleni giocando. La Roma è stata attentissima nell'ultima partita, la Roma ci aveva lavorato. Ranieri ha un aspetto paterno. Vedi con Pellegrini: conosco bene il ragazzo, è una persona sensibile, romano e romanista vero, che ha attraversato un momento difficilissimo. Ranieri si è comportato da papà: dalle conferenze ai paragoni con Lampard, poi da papà lo ha buttato dentro al derby. Al netto dei campanilismi, Ranieri ha compiuto un miracolo gestionale bellissimo. Vedere i compagni come lo hanno abbracciato e quello che gli hanno detto vuol dire aver creato l'atmosfera giusta. Questo è Ranieri”.

Che opinione ha su Pellegrini?
“Sicuramente la sua qualità peculiare è l'attacco dell'ultimo terzo di campo, gli ultimi 20-25 metri: lo dicono i numeri. Contro la Lazio Provedel si arrabbia tantissimo con Gila, perché aveva lasciato a Pellegrini tempo e spazio per prendere la mira. Ha quel piede là. La fascia al braccio prima di lui la hanno portata monumenti come Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. Se sei romano e romanista vale il triplo. C'è stato un momento no, a ottobre l'espulsione col Belgio è arrivata per eccesso di generosità. Ero allo stadio, lavorando a quella partita: Pellegrini ha fatto un'entrata con un coefficiente di rischio, ma su un palla corta di Bastoni e con Spalletti che diceva "dalla su". Conosco il suo carattere, è un giocatore positivo nello spogliatoio. E' stimato da tutti, gli vogliono tutti bene e si vede da esultanze e battute dei giocatori, anche nuovi. Gli spogliatoi così sono una rarità, quando vedo giocatori scherzare e fare battute con un rapporto del genere è un valore aggiunto. Vedi Thuram con Lautaro, nell'Inter”.


Come si può ovviare alla problematica della differenza tra la Roma in casa e in trasferta?
“Secondo me è una questione di mentalità, come atteggiamento della squadra lontano dall'Olimpico. Non sono preoccupato di questo nell'analisi della Roma. Torniamo al discorso di un passo alla volta. Ora la Roma ha trovato una continuità di prestazione. La Roma a Bologna ha giocato una buona gara fino al gol del vantaggio, poi il rigore ha cambiato la partita. Ma la Roma non ha perso una partita che, secondo me, diciotto squadre su venti avrebbero perso. Aspettiamo un attimo a giudicare, ora la Roma può costruire qualcosa di diverso anche in trasferta. Contro il Como è stata una partita incredibile. Questa Roma non ha mai giocato a un'intensità altissima, non ha nelle sue corde di giocare Atalanta-Style”.

Un pensiero invece su Cristante?
“Ora ci sono tante partite, Paredes e Koné mi piacciono tantissimo e sono fortissimi ma Cristante è un giocatore che, soprattutto a due, può darti tanto. Secondo me ha sofferto tanto quando è stato portato da una zona lontana dalla sua propria, quella davanti alla difesa: lì è un giocatore importante. Ha fisicità e gioco aereo, può essere utile anche a partita in corso. Ranieri lo terrà sicuramente in considerazione”.

Sarebbe meglio investire subito su Frattesi o cercare un ricambio di Koné e investire poi col nuovo allenatore?
“Sono un sostenitore dell'idea che la squadra debba essere ragionata sulle caratteristiche dell'allenatore che vuoi prendere. Magari poi ci sono giocatori che vanno bene anche per il futuro. Mi ha stupito che in Inter-Empoli Frattesi non abbia fatto neanche un minuto, può giocare da mezzo destro o anche sottopunto quindi dalla Roma potrebbe essere considerato un investimento. Il prestito, però, non avrebbe senso”.