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…con Giorgio Repetto
La morte di Totò Schillaci ha scosso il mondo del calcio. “Ho chiamato un nostro amico comune: Diodicibus. Mi aveva detto che domenica lo aveva chiamato, non gli ha risposto perché non riusciva a respirare. Sapevo che poteva finire male, ma sapere che è morto è doloroso”, dice a TuttoMercatoWeb.com l’ex compagno di squadra dell’ex bomber di Italia 90 ai tempi del Messina ed ex direttore sportivo del Pescara, Giorgio Repetto.
Il suo ricordo?
“Ricordo un ragazzo di diciotto anni che faceva cose strabilianti: il primo anno fece benino, poi arrivò Scoglio che lo catechizzò per bene. Da lì Zeman. E poi la Juventus”.
Cosa ha pensato quando ha saputo della morte?
“Mi ha scioccato. Anche se eravamo preparati da circa un mese perché si erano radunati un po’ di nostri ex compagni alle Eolie e lui non era potuto andare. Era in camera con me a Messina, quando giocavamo in trasferta veniva con me. Era un ragazzo tranquillo, educato. Non l’ho mai visto litigare con nessuno”.
Il suo ricordo più recente?
“Come dirigente del Pescara andammo a giocare due volte di sera e facevamo allenamento al suo centro sportivo. La mattina veniva a trovarci. Non ci sentivamo spesso. Ma gli affetti rimangono nel cuore”.
Direttore, ci pensa al ritorno in pista?
“Credo di essere fuori dal giro. Non telefono a nessuno e nessuno mi ha mai chiamato. Sono fuori. Ho voglia di rientrare ma non ho le conoscenze. Non mi metto a telefonare. Ricordo che presi a zero tanti calciatori di valore. Da Verratti a Torreira. Ormai quello che ho fatto ho fatto. Dunque sono contento di non aver fatto un c…. tutta la vita ( sorride, ndr)”.
Il suo ricordo?
“Ricordo un ragazzo di diciotto anni che faceva cose strabilianti: il primo anno fece benino, poi arrivò Scoglio che lo catechizzò per bene. Da lì Zeman. E poi la Juventus”.
Cosa ha pensato quando ha saputo della morte?
“Mi ha scioccato. Anche se eravamo preparati da circa un mese perché si erano radunati un po’ di nostri ex compagni alle Eolie e lui non era potuto andare. Era in camera con me a Messina, quando giocavamo in trasferta veniva con me. Era un ragazzo tranquillo, educato. Non l’ho mai visto litigare con nessuno”.
Il suo ricordo più recente?
“Come dirigente del Pescara andammo a giocare due volte di sera e facevamo allenamento al suo centro sportivo. La mattina veniva a trovarci. Non ci sentivamo spesso. Ma gli affetti rimangono nel cuore”.
Direttore, ci pensa al ritorno in pista?
“Credo di essere fuori dal giro. Non telefono a nessuno e nessuno mi ha mai chiamato. Sono fuori. Ho voglia di rientrare ma non ho le conoscenze. Non mi metto a telefonare. Ricordo che presi a zero tanti calciatori di valore. Da Verratti a Torreira. Ormai quello che ho fatto ho fatto. Dunque sono contento di non aver fatto un c…. tutta la vita ( sorride, ndr)”.
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