
Conceiçao, basta col gioco degli alibi/non alibi
La strategia comunicativa di Sergio Conceiçao è piuttosto curiosa: l'allenatore rossonero durante le interviste, soprattutto quelle post partita, ci tiene sempre a sottolineare come le varie difficoltà che ha incontrato da quando ha firmato per il Milan, e oggettivamente ce ne sono state, non devono essere utilizzate come alibi. Salvo poi elencarle, facendo capire che in questa situazione è stato difficile lavorare sulla squadra. In parte è vero, perché abbiamo parlato più volte di come l'ex Porto, fino ad un mese fa, abbia avuto a disposizione meno sessioni di allenamento che partite giocate.
Dal suo arrivo a gennaio, tra Supercoppa, Coppa Italia, Serie A e Champions League, Conceiçao ha dovuto preparare una partita ogni 3-4 giorni ed è giusto riconoscere questa attenuante. Ma da Milan-Lazio in poi, complice l'uscita (folle) dalla Champions League, la situazione si è stabilizzata e a Milanello è tornata nuovamente la settimana lunga di lavoro. Sarebbe ingeneroso pensare che con un periodo di tempo così ristretto Conceiçao cambiasse radicalmente un Milan in cui sono da cambiare parecchie cose, ma è anche vero che tutto l'ambiente è ormai stanco di vedere ogni settimana una squadra che va in campo senza percepire il pericolo, che non riesce ad approcciare nel modo giusto alla partita, che subisce una marea di gol nei primi tempi e soprattutto è schierata senza i suoi giocatori migliori.
Nella lista di "scuse-non scuse" elencata ieri da Conceiçao a DAZN c'era anche un Leao non al meglio, che nel pomeriggio di domenica aveva sentito un fastidio alla coscia. L'allenatore però ci ha tenuto a sottolineare come avesse già preparato la partita senza il numero 10 in campo dall'inizio... Probabilmente era meglio continuare a sottolineare questi alibi-non alibi. È talmente lampante che in questo momento (ad essere generosi) offensivamente il Milan è nullo senza Leao, con i suoi pregi e i suoi difetti, che non si riesce minimamente a capire come mai Rafa spesso e volentieri parta dalla panchina. Non regge neanche la scusa del "non difende", visto che anche senza il portoghese in campo il Milan prende spesso e volentieri gol da mani nei capelli, con una fase di pressing pressocché nulla e spesso dannosa, visto come i giocatori finiscono con facilità fuori posizione.
E quindi con la sconfitta di Napoli la stagione rossonera sembra poter avere un senso solo nella Coppa Italia, che mercoledì presenterà il primo dei due derby di semifinale... Nessuno si aspetta una squadra totalmente trasformata perché non esiste nessuna bacchetta magica, ma da Conceiçao ci si aspetta una formazione sensata, con i migliori in campo e nei propri ruoli, con una coppia di centrali che non venga cambiata ogni due per tre e che riesca a far vedere un minimo di organizzazione in fase di possesso, e non questa accozzaglia di giocate individuali e accelerazioni estemporanee a cui si sta assistendo nelle ultime settimane.
Il tempo degli alibi è finito ampiamente, la stagione va finita con dignità e rispetto per chi continua ad incitare la squadra come ha fatto ieri il settore ospiti, che ha cominciato a cantare, accantonando momentaneamente la contestazione, dal fischio d'inizio di Sozza.







