Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Calcio femminile
Juventus Women, Braghin: "Coesione del gruppo decisiva per lo scudetto"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ieri alle 21:04Calcio femminile
di Luca Bargellini
fonte Camillo Demichelis

Juventus Women, Braghin: "Coesione del gruppo decisiva per lo scudetto"

Oltre al tecnico della Juventus Women, Massimiliano Canzi, dopo la vittoria sul Milan che ha regalato lo scudetto alle bianconere si è presentato in conferenza stampa anche il direttore sportivo della formazione femminile, Stefano Braghin:

"Ci tenevo tanto ad avere vicino a me Azzurra Gallo, perché è la ragazza che ha fatto meno minuto di tutte. Oggi hanno vinto tutte e venire con quelle forti era facile. Ci tenevo ad avere lei con me perché si è allenata dal primo giorno come se ogni allenamento fosse una finale. Simbolicamente rappresenta tutte le persone che non si vedono e hanno costruito questo scudetto».

Avete ritrovato la coesione che era mancata nelle scorse stagioni?
“È scattata fin dall’inizio una coesione che c’è in tutte le squadre che vincono, che si costruisce nei rapporti e nella tolleranza per le differenze. Grazie al lavoro di tutti. Devo fare i complimenti di tutti. Al di là del potenziale singolo quello che determina è il clima e la chimica. Con una squadra forte vinci le partite, per vincere i campionati serve di più. Con me ha lavorato Massimiliano Mazzetta il mio vice e gli scout Malatesta e Vignoni. Oltre a Masciadri team manager. Sono contento che alla fine ha vinto il cuore oltre al resto. È uno sport che sa ancora emozionare”.

Cosa ti ha stupito maggiormente di Canzi?
“Ha fatto la differenza in tante cose. Conoscevo la sua proposta di gioco, il suo passato e la sua esperienza. Ha fatto la Serie A maschile per 10 anni. In questa stagione ho scoperto poi la persona. Saperlo amico è un grande piacere e un qualcosa che non potevo immaginare. Ci ha dato tanto per raggiungere questo obiettivo tutt’altro che scontato”.


La Juventus ha dimostrato grande continuità…
“La continuità è il grande impegno del club nel calcio femminile. Ci sono stati dei pionieri e delle persone che ci hanno permesso di andare avanti. Non è scontato avere continuità di investimento e interesse nel calcio femminile. La società ci ha sempre permesso di lavorare e noi abbiamo fatto il nostro. La società merita un plauso. È un ciclo lungo: 6 scudetti e 13 trofei in 8 anni. Negli ultimi due anni sembrava un disastro. Ed è curioso. Il nostro ciclo è unico, vediamo quanto andrà avanti ancora”.

Sul percorso delle vostre ragazze più giovani?
“Per noi sono fondamentali. Non possiamo fare investimenti nelle top player. La nostra filosofia è quella di far crescere i talenti che abbiamo in casa, oggi ne avevamo tante in casa e in panchina. Carola Coppo sta facendo un grande lavoro. È anche la responsabilità di far crescere il movimento. La distinta di oggi parla da sé. L’unica differenza è tra bravo e non bravo. Non tra vecchio è giovane».

Quanto sarebbe importante giocare a Torino?
“Fosse per me… Non ci sono i posti per giocare. A Biella siamo riconoscenti, ma la scelta di giocare qui non è strategica. È un problema di regolamenti che non ci permettono di giocare più vicini. Il progetto mini Stadium non è abortito ma rallentato a causa del covid. I primi a provare disagio sempre fuori casa siamo noi”.

Sul mercato?
“Ogni tanto ci azzecchiamo. Sono arrivate ragazze funzionali e un po’ meno scintillanti nella bacheca. Avevano le caratteristiche che servivano per rendere La Rosa più completa. Sono arrivate persone in un punta di piedi che non hanno insegnato come si fa. Nel museo della Juve ci sono 85 trofei. C’è poco da insegnare ma da riflettere. Sono entrare in un gruppo di ragazze italiane depositarie di questo club. C’è stata la giusta umiltà da entrambe le parti grazie anche al lavoro del mister e del suo staff”.