
Quella di Tudor sarà una Juve diversa. Le differenze con Motta raccontate dai dati statistici
Domani è lecito attendersi una Juventus differente da quella indottrinata da Thiago Motta. Nello specifico, una squadra più offensiva, più aggressiva e più verticale, tendenzialmente. Lo sottolinea Tuttosport, analizzando i dati che comparano le ultime formazioni guidate dai due tecnici, ovvero quella dell’italo-brasiliano di quest’anno e la Lazio di Tudor della passata stagione.
Se da una parte le medie sono sovrapponibili in termini di gol fatti e gol subiti, il dato sulle vittorie conquistate (55% a 44% in favore di Tudor) rappresenta una delle differenze più eclatanti - continua inoltre Tuttosport -. Tatticamente, i numeri interessanti però sono altri. Non tanto il possesso palla, in realtà molto simile, a riprova della volontà dell’allenatore croato di dominare le partite almeno quanto professato da Thiago Motta. In maniera differente, però.
Se Motta amava passare attraverso una fitta ragnatela di passaggi (504 a 496, in media, ogni partita), Tudor detiene invece un pensiero più verticale. Come racconta la statistica sui passaggi progressivi, ovvero quelli grazie ai quali ci si avvicina di almeno 10 metri alla porta avversaria: 43,3 a 40,3 in favore di Tudor, appunto. Che, abitualmente, chiede uno sforzo notevole ai propri giocatori in termini di aggressività, quando il possesso del pallone è nei piedi altrui: si spiega anche così, allora, il notevole divario negli intercetti (7,8 a 5,4), frutto anche del pressing portato per mandare in crisi la gestione avversaria della sfera.
Se da una parte le medie sono sovrapponibili in termini di gol fatti e gol subiti, il dato sulle vittorie conquistate (55% a 44% in favore di Tudor) rappresenta una delle differenze più eclatanti - continua inoltre Tuttosport -. Tatticamente, i numeri interessanti però sono altri. Non tanto il possesso palla, in realtà molto simile, a riprova della volontà dell’allenatore croato di dominare le partite almeno quanto professato da Thiago Motta. In maniera differente, però.
Se Motta amava passare attraverso una fitta ragnatela di passaggi (504 a 496, in media, ogni partita), Tudor detiene invece un pensiero più verticale. Come racconta la statistica sui passaggi progressivi, ovvero quelli grazie ai quali ci si avvicina di almeno 10 metri alla porta avversaria: 43,3 a 40,3 in favore di Tudor, appunto. Che, abitualmente, chiede uno sforzo notevole ai propri giocatori in termini di aggressività, quando il possesso del pallone è nei piedi altrui: si spiega anche così, allora, il notevole divario negli intercetti (7,8 a 5,4), frutto anche del pressing portato per mandare in crisi la gestione avversaria della sfera.
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