Il "modello" di Gravina e gli "ingiocabili", un grande spot per il calcio italiano? I dubbi e le ombre dietro la lotta Scudetto

Da un certo punto di vista è liberatorio fare il punto su una sfida scudetto con una Juve mai in lotta per il titolo, fuori prima degli ottavi di Champions, nei quarti di Coppa Italia e in semifinale di Supercoppa  (a proposito, Società cercasi…). E’ la situazione ideale infatti per fare delle riflessioni su Napoli-Inter, che mette di fronte le ultime due società scudettate ed ora divise da un solo punto in classifica, insomma il meglio di quello che oggi esprime il calcio italiano.  E’  la sfida tra quello che Gravina (anzi Gravinov, vista la maggioranza bulgara che lo ha rieletto senza avversari) ha definito il “modello da seguire” dopo il tricolore di due anni fa, e gli “ingiocabili” (nel senso di “troppo forti” o di “troppo protetti” a seconda di chi lo dice).

Partiamo dal “modello da seguire”: lo stesso allenatore ha lamentato l'assenza di un centro sportivo e di un progetto per le giovanili; stadio di proprietà non se ne parla; seconda squadra neppure. Senza dimenticare l’accusa di falso in bilancio per le plusvalenze fittizie nell'ambito dell'operazione che ha portato a Napoli Osimhen, capocannoniere dello scudetto (tre giovani valutati una quindicina di milioni che non sono mai andati al Lille e che ora sono nei dilettanti o al massimo in C).

Quanto agli “ingiocabili”, nel 2006 noti anche come “onesti”, hanno sulla maglia uno scudetto conquistato al termine di un campionato a cui non è chiaro se potessero partecipare vista la situazione della proprietà (che non ha potuto evitare il pignoramento della società per un maxi debito non restituito e poi è finita in bancarotta; che per il 31% non si sa di chi fosse né che fine abbia fatto ad un certo punto quel 31%). I suoi tesserati e dirigenti hanno avuto ripetuti e sistematici contatti con ultras infiltrati dalla criminalità organizzata. Ci sono dubbi sulla liceità di sponsor presenti e passati, nonché di una certa presenza nel cda. Naturalmente anche qui niente stadio e seconda squadra. Sorvoliamo sull’opportunità della dichiarata fede nerazzurra di chi in Procura e nell’ufficio legale Figc ha il compito di accertare eventuali violazioni di leggi e regolamenti.

E allora buon Napoli-Inter a tutti, che il calcio italiano possa avere il suo grande spot!