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Fuori dagli schemi qualcosa funziona: rinunciando all' "io" cominciano ad arrivare le vittorie del "noi". Ma i fantasmi restino in panchina...TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:51Editoriale
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

Fuori dagli schemi qualcosa funziona: rinunciando all' "io" cominciano ad arrivare le vittorie del "noi". Ma i fantasmi restino in panchina...

Tolgo subito ogni dubbio: la vittoria per me continua a venire prima di qualsiasi altra cosa. Prima della voglia di cambiare pelle (ma è davvero così necessario?); prima delle idee troppo radicate dell'allenatore; prima di chi scende in campo; prima di voler per forza trovare un modo diverso per farlo. Ogni volta che la Juventus ha cercato modi nuovi per raccontare la sua storia puntualmente si è smarrita sul cammino, si può ritrovare solo inseguendo la vittoria ad ogni costo. Con quello ottenuto a fatica (ma neanche tantissima) contro il PSV sono tre i successi di fila della squadra di Motta che, in attesa di un'identità ancora sbiadita, ritrova fame e spirito di squadra. I segnali sono arrivati dai gol che hanno deciso la partita. Nel primo la discesa dirompente di Gatti che sale anche oltre il dovuto, si lascia indietro le direttive tattiche, i consigli di Vlahovic dalla panchina, le delusioni di una fascia da capitano smarrita troppo presto e le divergenze con l'allenatore e con ardore, classe e ostinazione trova l'assist per il maghetto McKennie che non tradisce mai i suoi colori e butta giù la porta. Finalmente un gol di rabbia, cattiveria e precisione priva di ogni indugio. E l'esultanza di squadra è il ritratto del concetto di squadra. Poi come al solito, ad inizio ripresa, la paura di vincere porta al gol del pareggio frutto di un evidente fallo di mano non sanzionato e di una dormita di Kelly. Due cose inconcepibili.

Trovato il vantaggio, per una volta, la Juventus non sembra aver voglia di rilassarsi, adagiarsi e specchiarsi ma ringhia cercando di difendere il risultato almeno fino alla fine del primo tempo. La scelta di lasciare in panchina il peggior Koopmeiners che la storia del calcio ricordi è premiante, l'assenza di Thuram si sente ma in fondo a fine gara si capisce che non è al top, ma ciò che fa sorridere è la prestazione di grande intelligenza, sostanza e semplicità di Douglas Costa. Anche il brasiliano si toglie di dosso un po' di cose: il peso di quanto è costato, i dissapori tattici con il suo nuovo allenatore, le possibili anticipate scelte di mercato e un mancato adattamento che magari resterà temporaneo. Douglas cuce, non si perde nel palleggio, lotta e fa girare la squadra al punto da non far sembrare, per una volta, Locatelli (con tutto il dovuto rispetto) il primo della classe. La pecca è nella catena di sinistra ancora da costruire: Kelly balbetta, Yildiz galleggia e allora ci si appoggia a destra dove Weah copre tutta la fascia con Gatti che gli guarda le spalle. Un altro punto debole della serata è Kolo Muani, poco ispirato ma anche molto poco cercato e resta un mistero della fede l'impossibilità di schierargli accanto Vlahovic vista e considerata la prova incolore del turco. 

Insomma, se qualcosa comincia a funzionare c'è tanto che deve essere ancora sistemato. E i cambi effettuati raccontano quanto il fattore testa sia determinante nel calcio come in tutte le cose: Thuram entra male, forse perché effettivamente non sta bene; Koopmeiners è un fantasma che spaventa se stesso e la squadra con l'insicurezza che emerge in ogni sua giocata. Entra e non incide alzando il fattore rischio con le sue idee confuse. Evidentemente non è una questione fisica e stavolta neanche più tattica ma di testa. L'olandese va recuperato ma non può scendere in campo così, men che meno contro l'Inter. Funziona, invece, il solito Conceicao, furetto inarrestabile sulla destra, che confeziona il solito spunto sul primo palo che il portiere del PSV trasforma in assist per Mbangula bravo a scaricare in porta. Il belga a fine gara sarà ipercritico con la sua stessa prestazione, eccolo un altro bel segnale. Forse si comincia a capire cosa significa giocare alla Juve. E forse non è un caso che se ciascuno abbandona idee personali agendo per il bene comunie le vittorie comincino ad arrivare puntuali....