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Le Contropagelle di Juve-Lazio, a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 09:54Altre notizie
di Claudia Santarelli
per Bianconeranews.it

Le Contropagelle di Juve-Lazio, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

EUPALLA CI AIUTA E NOI CE LO MERITIAMO. PRESTAZIONE E TRE PUNTI NELLA RIPRESAJUVENTUS -- LAZIO 1 a 0

DI GREGORIO   6   Forse il numero delle parate sfonda la soglia del paio. Mai impegnato severamente e mai messo sotto pressione. E se la Lazio non fa un tiro in porta, se non da distanze siderali, lui che colpa ne ha.

SAVONA  5,5  Partita propedeutica in fatto di sofferenza. Il giovanotto incamera l’esperienza di come talvolta si debbano sudare le classiche 7 camicie per contenere l’avversario di turno, rischiando la figuraccia. Ad esempio, come perdere una palla sanguinosa a tre quarti di campo amico, sotto la pressione di un “incredibile Hulk” dal nome Nuno Tavares. Il mister lascia fare, ma fino ad un certo punto (WEAH   6  Rientrante dopo l’infortunio e la forma si vede che è carente. Ma non molla e cerca di dare profondità alla squadra. Bene o male il suo tambureggiamento provoca qualche crepa)

GATTI  6  Si trova subito un muro laziale appena uscito d’area. La difficoltà gli suggerisce di demandare ad altri il compito di fluidificare. Resta bene in posizione su Castellanos, riducendo praticamente a zero la pericolosità del castigamatti biancoceleste (DANILO  6,5  Migliore prestazione del brasiliano in stagione. Entra con impeto, viene avanti cattivo e non disdegna di recuperare palle immediatamente sulle uscite avversarie. Bentornato, capitano: c’è bisogno anche di te)

KALULU  7  Migliore in campo a mio modesto parere. Grande acquisto e grande personaggio delle retrovie. Rilancia l’azione ad una velocità doppia di Bremer (a proposito, in bocca al lupo di pronta guarigione), non perde un contrasto che uno, nella seconda parte della ripresa si posiziona fuori dal cerchio di centrocampo col piglio di chi dimostra che da lì non si passa. Se la Juve ha preso solo una rete, e su rigore, grande merito è suo.

CABAL   7   Thiago Motta se lo era dimenticato in mezzo alle nuvole basse della Continassa. Poi, al primo sprazzo di sole, Cabal ricompare e va in campo. Mai scelta fu più azzeccata. Costringe Isaksen al piccolo cabotaggio e Marusic all’ansia da marcatura costante. La volta che Dusan lo libera con tempismo, il colombiano crea il traversone che impappina Gila e Provedel. Vantaggio per la Juve e chi si è visto, si è visto. Non patisce alcunché dietro e la fascia sinistra è di suo dominio.

THURAM  6  Tanto lavoro oscuro e una sola azione di rilievo, quando a partita iniziata da poco, si presenta in area arrembante, ma il servizio in mezzo gli viene deviato in corner. Dopo di che, con corsa e fisico crea fisicità in copertura.  (ADZIC  6  Un buon quarto d’ora a disposizione per ambientarsi all’agone. Ha il tiro subitaneo nel sangue e impegna Provedel ad una deviata bassa su tiro ad effetto da fuori area)

LOCATELLI  5,5  Può capitare di non entrare in partita alla grande ed è quanto successo nella serata a Manuel. Primo tempo al rallentatore, anche se le uniche aperture a cambiare gioco partono dai suoi piedi. Lavora di filtro, ma la superiorità numerica consiglia di accelerare la manovra ed aumentare il tasso tecnico. (FAGIOLI   7   Grande presenza nel forcing finale e le intuizioni continuate distruggono le speranze laziali volte a resistere fino in fondo. Mette lo zampino nella costruzione di tutte le azioni pericolose che si ripetono senza soluzione di continuità. Dalla posizione centrale, ha la vista complessiva del campo e di come smistare i palloni. Finalmente incide massicciamente.)

CAMBIASO  6,5  Premiato dal mister con la meritata fascia da capitano. Fatica nel 1° tempo relegato a destra in una posizione che tenta di far dimenticare Conceiçao: poche palle partono per arrivare in mezzo. Con l’ingresso di Weah, Andrea scivola in mezzo e nel ruolo di mezzala contribuisce a marcare quella superiorità numerica, artefice della vittoria. Quando ripiega, lo si vede perentorio a destra a rilanciare, senza mai perdere un pallone.

DOUGLAS LUIZ   6   Apro un credito nei confronti del neo acquisto. E’ la prima volta che gioca l’intero incontro, che partecipa al gioco di squadra, che si spinge più convinto in avanti. Inizia molto arretrato per ovviare alla mancanza di “fosforo” in mezzo al campo e lo schieramento bianconero assomiglia più ad un 4 – 3 – 3 che ad un 4 – 2 – 3 – 1, ma il risultato è modesto. Nel 2° tempo Thiago lo alza decisamente e il peso di D. Luiz lievita. In settimana andrebbe multato per eccesso di utilizzo di mani larghe e gomiti alti. A che serve litigare col l’avversario? A rischiare gialli e rossi gratuiti.

YILDIZ   6,5   Mezzo voto in più per la partecipazione all’azione che porta al vantaggio. Lo scambio con Dusan che libera Cabal al cross, parte dai suoi piedi, dopo che Cambiaso lo trova da trequarti. Si vede che soffre la zolla di terreno su cui le disposizioni lo costringono a giocare, ma l’impegno è encomiabile. Finte, contro finte, accelerazioni, entrate in campo, si susseguono, ma la concretezza latita. Starebbe meglio in mezzo, ma ora è la volta di Douglas Luiz e manca Koopmeiners. 

VLAHOVIC   6  Partita di grande sacrificio e di controllo di palla sempre sotto pressione e con le spalle alla porta. Qui viene fuori il compito primario del cosiddetto “centravanti boa”, termine mutuato dalla pallanuoto: tenere palla, far salire la squadra, rintuzzare gli attacchi alle caviglie. Così serve la palla a Cabal, dopo un controllo del pallone con il difensore attaccato alla cintola in area di rigore. Missione compiuta e grande soddisfazione del mister, un po’ meno degli esteti del football, che fortunatamente contano come il 2 di picche. Dusan centra una traversa da distanza ravvicinata, anticipando la marcatura per un soffio. Stavolta trattasi di sfortuna, sia chiaro.

THIAGO MOTTA    6,5   Sta crescendo, insieme alla squadra. Anzi, crescendo, fa crescere i suoi ragazzi. Conduce alla conquista dei 3 punti correggendo alcune scelte tattiche discutibili. La formazione iniziale non può discostare dai nomi calati in campo, a causa delle troppe assenze, ma Douglas Luiz così arretrato non consente una costruzione pericolosa, Cambiaso risulta troppo isolato e Thuram è sacrificato al contenimento. Nell’intervallo il mister rimedia, cambiando il centrocampo con un’aggiunta di estro diffuso e potenziando numericamente la terra di mezzo. La squadra gioca con maggiore ampiezza e anche dal centro  chi si fionda dentro, lo fa con maggiore cognizione di causa. La Lazio subisce un vero e proprio assedio che, solo per caso termina con un autorete. In precedenza la traversa risparmia i biancocelesti e un paio di conclusioni costringono Provedel a deviazioni laterali. La vittoria è di quelle che ricordano la statistica secondo la quale il risultato di 1 a 0 risulta il più ricorrente. Per la buona pace di chi vorrebbe sempre dominare e stravincere, dimenticandosi che esistono anche gli avversari che vanno pure loro in cerca di punti. Mi sia consentita una divagazione arbitrale: come è mai possibile che un intervento che ad occhio nudo si palesa come “chiara occasione da rete” con fallo di “prima” ed espulsione del giocatore reo del fallo, debba essere sorvolato, per essere poi corretto come da spiegazione, per intervento del V.A.R.? Se appare evidente in diretta, quale grave malattia agli occhi colpisce improvvisamente il signor Sacchi? Che recupera la vista davanti al video, per poi riperderla sul pugnetto di Douglas Luiz, contagiando i varisti che hanno pure loro problemi improvvisi di calo di diottrie. Sulla fattispecie cala il velo della mediocrità diffusa, dal designatore all’ultimo degli assistenti.