Moriero: "Lecce, sfida proibitiva contro l'Inter. Dovrà essere perfetto sul campo"
Nel suo intervento ai microfoni della Gazzetta del Mezzogiorno, Francesco Moriero parla così di Lecce-Inter: "L’Inter è la formazione più forte del campionato italiano, la favorita per la vittoria dello scudetto anche nella stagione in corso. Sulla carta, quindi, la partita tra il Lecce ed i nerazzurri, è proibitiva per la squadra salentina. Ma le gare vanno giocate e nella storia della società giallorossa ci sono salvezze che sono passate proprio da grandi imprese compiute contro una o più big. Baschirotto e compagni dovranno provare ad esaltarsi contro l’undici diretto da Inzaghi, sfoderando una prestazione fatta di tanto cuore, attenzione, intensità ed applicazione".
L'Inter potrebbe risentire del doppio impegno e della Champions League? Moriero risponde così: "Inzaghi dispone di due formazioni entrambe titolari. Ha un gruppo abituato a scendere in campo tre volte a settimana. Quella meneghina è una compagine rodata, abile a gestire i vari appuntamenti. Tenuto conto del fatto che, alla lunga, un punto in più o in meno potrebbe anche fare la differenza tra il restare o meno in serie A, il Lecce dovrà essere bravo ad eseguire ciò che preparerà Giampaolo sul piano tattico. Per muovere la classifica in match del genere occorre essere impeccabili e sperare che i rivali non si esprimano al top. La spinta del pubblico sarà come di consueto preziosa per trascinare i calciatori giallorossi".
L'ex giocatore è un doppio ex della sfida e racconta così il suo legame con le due piazze: "Le radici sono le radici. A Lecce sono nato e cresciuto. È la mia città. È casa mia. Nel Lecce ho mosso i primi passi nel mondo del calcio sino ad arrivare alla formazione maggiore, con la quale sono stato protagonista per sette annate, quattro in A e tre in B. In giallorosso mi sono regalato belle soddisfazioni. Sono molto legato anche all’Inter, ma è un rapporto differente. In nerazzurro ho fatto parte di un team composto da grandissimi campioni. Ho giostrato accanto a Ronaldo, il Fenomeno, il numero uno al mondo di quei tempi, ma anche ad altri top player quali Baggio e Paulo Sosa, per citarne solo due. Quando militavo con il complesso meneghino ho meritato la Nazionale. Ho vinto la Coppa Uefa".