Thuram: "Pressione? Mai sentita. Nel 2025 voglio un altro scudetto con l'Inter"
L'attaccante dell'Inter e della Nazionale francese, Marcus Thuram, ha rilasciato una intervista a TF1, nella quale ha ripercorso alcuni suoi passi in questo 2024, a partire dalla sfida all'Italia giocata proprio a San Siro, che oggi è casa sua: "È stato magnifico, maginfico, mi sono goduto ogni momento dall'inno nazionale al fischio finale. Critiche alla Nazionale? Fanno parte del nostro sport, da quando sono professionista sento critiche, un calciatore di alto livello deve saperci passare sopra".
Sull'assenza di gol in Nazionale: "Non ci penso: quando gioco con la Francia non mi ossessiona fare gol, cerco di fare belle partite, poi posso segnare o meno. Prreferisco giocare bene senza fare gol piuttosto che fare gol e giocare male. Se ci manca Mbappé? Sì, Kylian è molto importante, poi mancava anche Dembélé, quindi è vero che è stato un raduno un po' insolito. A tavola eravamo un po' meno allegri ma speriamo tornino presto".
Sull'inizio di stagione all'Inter: "Sta andanto tutto molto bene, ho segnato tante reti in poco tempo. Non siamo ancora al punto cui vorremmo essere e dove ci trovavamo lo scorso anno a questo punto, ma con il lavoro e mettendo insieme le partite penso che torneremo al nostro miglior livello. Differenze di rendimento fra Inter e Francia? Forse i tifosi francesi dovrebbero parlare italiano...", conclude con le solite risate - "La mia esultanza? Piace davvero tanto... È vero che in Italia sono stato accolto benissimo dagli interisti e da tutti i tifosi italiani, è un po' il mio Paese d'adozione. Pressioni? Sia che io indossi la maglia dell'Inter che quella della Francia non ho mai avuto pressioni".
Sugli obiettivi per il 2025: "Spero di vincere ancora il campionato con l'Inter, è qualcosa che ti resta per sempre ed è un sentimento che ho voglia di rivivere. Mondiale 2026? Non ci penso ancora, riprenderemo a marzo, ma non saranno i Mondiali, pensiamo ad un passo alla volta".
Sulle tante partite: "Pesano, nella testa e nel morale oltre che alle gambe. Però siamo professionisti e cerchiamo di dare il massimo ma non si può rimanere insensibili al fatto che ci siano troppe partite".