Meret, Arthur, Acerbi e tanto altro: l'intervista di TMW ad Andrea e Federico Pastorello
Viaggio nella P&P di Federico e Andrea Pastorello. Dopo un lungo silenzio che dura dalla scorsa Primavera una delle più importanti agenzie a livello nazionale internazionale torna a parlare e lo fa in esclusiva ai microfoni di 'TuttoMercatoWeb.com'. Considerazioni, retroscena, notizie e non solo: ecco il lungo botta e risposta.
Che sessione di gennaio sarà? I club hanno avuto molto più tempo per pianificare certe operazioni
Federico Pastorello: "E' vero, ma credo abbiano anche meno bisogno di puntellare le rose. Tanti calciatori con la pausa Mondiale hanno avuto il tempo di riposarsi, di recuperare dagli infortuni. Da questo punto di vista sarà un mercato un po' meno brillante rispetto a prima. Ci sarà meno bisogno, le squadre avranno a disposizione giocatori più freschi e riposati. E poi tutti stanno facendo una nuova mini-preparazione. Per questo motivo mi aspetto un po' meno di dinamicità da parte dei club nelle loro richieste, questa è la mia sensazione".
Come sta recuperando Arthur dall'infortunio?
Federico Pastorello: "L'infortunio è stato una brutta botta, non lo ascondo. Quando si infortunò lo stavano provando, era negli schemi tattici del pre-partita e aveva finalmente recuperato quel gap fisico rispetto agli altri che la sua situazione alla Juventus aveva creato. Tra le altre cose quello è stato un infortunio incredibile, un passaggio di dieci metri in allenamento, un qualcosa che succede una volta ogni 10 anni, purtroppo. E questo gli è costato anche il Mondiale perché lui nutriva ancora delle speranze visto che Tite aveva dato importanza a questo passaggio al Liverpool. Mettendo minuti nelle gambe avrebbe avuto possibilità di andare in Qatar e anche per questo motivo è stato un infortunio psicologicamente molto difficile da digerire: però Arthur è un ragazzo forte, è un ragazzo determinato e prova ne è il fatto che sta bruciando le tappe per tornare in campo, è avanti rispetto alla tabella di marcia di tre settimane. Ha recuperato un 30% prima rispetto a quanto ci si potesse aspettare e dovrebbe essere pronto per quello che è l'inizio del nuovo campionato".
Come nasce quella operazione col in estate? A gennaio resterà al Liverpool?
Federico Pastorello: "Parto dalla seconda domanda: a gennaio resta al Liverpool, al 100%. E' un aspetto che non è mai stato in discussione, non so chi abbia messo in discussione il rumors relativo a un suo possibile ritorno a Torino ma non è così, assolutamente. Non è previsto nel contratto e non c'è alcuna possibilità perché nessuno ha messo in discussione la sua permanenza: né il Liverpool, né il giocatore. Per quanto riguarda la prossima stagione finisce quella in corso e poi vediamo: non c'è un vero e proprio diritto di riscatto però ovviamente continuando Allegri alla Juve ci sarà da trovare una soluzione. Quindi nel momento in cui il Liverpool volesse rinnovare il prestito o fare una offerta secondo me troverebbe terreno fertile", ha detto Federico Pastorello che prosegue. "L'operazione ad agosto è nata dalla testardaggine nel cercare qualcosa. Il Liverpool già in precedenza aveva dato segnali di gradimento tecnico, però non avevano spazio. Noi siamo rimasti sempre sul pezzo monitorando eventuali infortuni e prestazioni degli altri giocatori: contemporaneamente, abbiamo mantenuto i contatti con la direzione tecnica del Liverpool. Poi abbiamo avuto un po' di fortuna nella sfortuna degli altri: ad agosto il Liverpool ha dovuto fare i conti con diversi infortuni e il 28/29 agosto, mentre trattavamo anche con altri club perché la permanenza alla Juventus era l'ultima delle ipotesi, succede che si fa male Henderson. A quel punto ci chiamano, era il penultimo giorno di calciomercato: il Liverpool ci chiama dicendo che vuole chiudere l'operazione e da lì ci mettiamo seriamente al lavoro. Siamo partiti per Liverpool l'ultimo giorno di mercato per visite e firma".
Berisha in occasione di Albania-Italia fece capire di esser scontento della sua situazione a Torino. Avete già una soluzione per lui?
Federico Pastorello: "Il mercato dei portieri è terribilmente difficile, effettivamente il portiere un club lo prende solo se ne ha stretta necessità. L'attaccante, l'esterno, il centrocampista... lì magari puoi aggiungerne uno anche se ne hai già. La situazione dei portieri invece è diversa: a parte pochi club che non hanno gerarchie ben precise, c'è quasi ovunque un titolare. Quindi per prenderne uno devi darne via un altro. Detto ciò: c'è qualche situazione e ciò che è capitato a Neuer al Bayern Monaco potrebbe creare un interessante effetto domino. Non nascondo che visto anche l'infortunio di Sepe, che non si risolverà in tempi brevissimi, la Salernitana sta cercando in quel ruolo e il suo potrebbe essere il profilo giusto perché è un portiere molto affidabile, è un ragazzo serio. Chiaramente Sepe sta facendo molto bene, quindi poi non so cosa succederebbe quando tornerà disponibile, però credo che dal punto di vista tecnico Etrit meriti di giocare in Serie A. La situazione a Torino ci ha un po' preso di sorpresa: ha chiuso l'ultima stagione giocando e facendolo bene. Di conseguenza dopo si sarebbe aspettato un po' più di spazio e di possibilità per competere per la maglia da titolare. Così non è stato e quindi stiamo lavorando per trovargli una opportunità, vediamo se in Italia o all'estero si creerà questa opportunità".
La scorsa estate Meret per una notte fu virtualmente il portiere dello Spezia. Poi è tornato ad essere il portiere del Napoli e ha rinnovato anche il contratto
Andrea Pastorello: "E' stata una estate molto particolare, ma noi abbiamo sempre tenuto una linea estremamente coerente. Avevamo sempre detto al club che avremmo rinnovato appena avuta la certezza tecnica di giocare e così abbiamo fatto. Ma nel frattempo, durante i mesi di calciomercato, si sono susseguite tutta una serie di notizie che ci hanno fatto un attimo riflettere. Da lì si sono aperti mille spiragli perché è normale che durante il mercato si valuti qualsiasi situazione. Ecco quindi a un certo punto la possibilità Spezia: parlandone oggi, vedendolo titolare della squadra prima in classifica che ha vinto il suo girone di Champions davanti al Liverpool, suona un po' strano il fatto che potesse finire allo Spezia, però in quel momento lì i segnali che avevamo da parte della società non erano chiari. Una situazione che è cambiata solo a fine mercato e, a quel punto, siamo tornati a discutere del rinnovo del contratto. Magari non nei termini discussi a giugno, ma tenendo sempre aperta quella possibilità per evitare che il Napoli potesse ritrovarsi con un portiere a scadenza di contratto. E che questo potesse a sua volta creare problematiche. Con questo rinnovo abbiamo permesso al club di restare tranquillo, dopodiché verso la fine della stagione ci risiederemo di nuovo attorno a un tavolo per discutere di un nuovo rinnovo del contratto".
Avete firmato un rinnovo di contratto che vi permette di tenere sempre il coltello dalla parte del manico
Andrea Pastorello: "Vorrei dare grossi meriti ad Alex perché ha giocato quattro partite col mercato ancora aperto facendo non bene, ma di più, in una situazione psicologicamente non semplice. Rimanere concentrati e fare quattro partite a quei livelli ha messo ulteriormente in evidenza capacità importanti. Noi non avevamo dubbi, siamo sempre stati convinti e da lì è nata anche un po' la frizione col Napoli. Come dire: avete un portiere fortissimo, ci avete investito tanto, ma perché dovete andare alla ricerca di un altro portiere? Poi se arriva Keylor Navas tanto di cappello, ma si tutti gli altri nomi che circolavano non capivamo".
Federico Pastorello: "I colloqui col club non sono mai mancati. La partenza di Ospina ha creato una situazione di stallo e da quello che io ho sempre saputo il Napoli è andato alla ricerca di un portiere che potesse proseguire quella tipologia di percorso. Alex in quel momento non dava al club determinate garanzie e lui è stato bravissimo a mantenere nervi saldi e a giocare quattro partite durante un periodo estremamente teso. Il successivo rinnovo è stato comunque un atto dovuto perché Alex voleva rimanere a Napoli, lui ha sempre espresso il desiderio di continuare l'avventura perché si rendeva anche conto di essere in un bel gruppo che poteva costruire qualcosa di buono. E poi lui è un ragazzo a cui piace stabilità, non gli piace cambiare, ma voleva assolutamente giocare e pur di farlo sarebbe andato anche in un club buono come lo Spezia, ma non del suo livello. Quel livello che sta dimostrando oggi che il Napoli gli sta dando l'opportunità di giocare. Da questo punto di vista è stata premiata la sua perseveranza ed è stato bravissimo in questo. Dopo chiaro, avendo il contratto così corto anche noi abbiamo fatto in modo di tutelarci ma col club c'è un dialogo apertissimo, anche perché Alex è solo contento di continuare a Napoli".
Contestualmente, Meret è cresciuto tantissimo anche nella costruzione dell'azione e dal punto di vista psicologico
Andrea Pastorello: "E' sicuramente così. E del resto se adesso è a quel livello è proprio perché ha sia capacità mentali importanti che di concentrazione fuori dal normale. E poi il discorso dei piedi non so, magari ci sta che paghi dazio nei confronti di Ospina, ma il colombiano su questo era fuori dal normale. Detto ciò, i numeri ci dicono che anche Alex è molto bravo. Incrociai Giuntoli in occasione di Fiorentina-Napoli, il mercato era ancora aperto e in quella partita Meret toccò più palloni dei centrocampisti non sbagliando nulla. Anche questo è un mito che deve essere un po' sfatato..."
Non è stato facile in estate gestire la situazione Acerbi. Vi siete ritrovati a doverlo spostare dalla Lazio non troppo tempo dopo aver firmato un rinnovo molto importante con la Lazio
Andrea Pastorello: "Il punto di partenza era un rinnovo arrivato dopo una stagione importante sua e della Lazio. Poi ci sono stati alcuni episodi con la tifoseria che hanno creato le prime crepe, ma a fare la differenza è stato soprattutto l'arrivo alla Lazio di Romagnoli. Ci sono state delle situazioni tecniche che hanno favorito il suo addio. Dall'altro lato l'Inter aveva estrema necessità di un difensore centrale come ha confermato anche il campo: oggi è un elemento fondamentale nello scacchiere di Inzaghi. Quindi s'è aperta questa opportunità nata per una esigenza tecnica e la trattativa è andata avanti nonostante l'oggettiva difficoltà nel mettere in piedi questa operazione. Non è un caso che quest'affare si sia chiuso l'ultimo giorno di mercato".
E' vero che Marotta e Ausilio sono stati determinanti nel convincere Zhang?
Andrea Pastorello: "Assolutamente sì, sono dirigenti che hanno il polso della situazione dal punto di vista tecnico e si erano resi conto della necessità di avere un rinforzo importante in difesa. I mesi successivi gli hanno dato ragione..."
Quale sarà adesso il suo futuro?
Federico Pastorello: "C'è un diritto di riscatto che è stato fissato senza fondamentalmente essere trattato e da lì abbiamo avuto anche un po' di discussioni col presidente Lotito. A mio modo di vedere sarebbe stato meglio fissare un diritto di riscatto più consono. Non mi riferisco ovviamente al valore del giocatore, perché se Acerbi oggi avesse 10 anni in meno varrebbe oggi 50 milioni di euro. Ma alla soglia dei 35 anni è difficile pensare che l'Inter soprattutto vista la situazione attuale possa investire quattro milioni di euro nel riscatto. Io sono comunque fiducioso, mi aspetto che il buonsenso avrà la meglio. Sarri sta facendo molto bene alla Lazio, Romagnoli sta facendo molto bene e tatticamente le caratteristiche di Francesco si sposano meno bene con la filosofia di mister Sarri. Dall'altro lato Acerbi si sta mettendo davvero in luce all'Inter: conosceva già benissimo Inzaghi e oggi in questo contesto si trova molto a suo agio, anche all'interno dello spogliatoio. Con tutte queste premesse a fine anno bisognerà solo sedersi e trovare la quadratura del cerchio. Con un po' di buonsenso alla fine si troverà una soluzione se l'Inter vorrà riscattare Acerbi".
Dovrai discutere con l'Inter anche del rinnovo del contratto di De Vrij. Il club nerazzurro ha già espresso la volontà di trattenerlo
Federico Pastorello: "Il dialogo con l'Inter è aperto, apertissimo. Stefan è molto contento del fatto che la società gli abbia riconfermato la fiducia esprimendola nel desiderio di portare avanti il rapporto. Quando un giocatore della sua età si trova con un contratto a scadenza entrano chiaramente in gioco molte valutazioni oltre a quella economica. Sarà probabilmente il suo ultimo contratto importante e quando sei a scadenza puoi anche decidere se fare una nuova esperienza in un nuovo paese, in un nuovo campionato. Detto questo, però, il suo attaccamento all'Inter è molto forte e non escludo che possa decidere di rimanere. Non stiamo assolutamente pensando di andare via a gennaio, è molto concentrato oggi sulla possibilità di recuperare terreno rispetto al Napoli capolista e vuole dare il suo forte contributo anche per la seconda parte di stagione. Zero problemi. Poi a febbraio-marzo sarà un buon momento per fare determinate scelte. Non mancheranno le offerte, ma alla sua età e per un ragazzo molto riflessivo come lui, che fondamentalmente ha giocato in due-tre club nella sua carriera, saranno importanti tutti gli aspetti. A breve sarà anche papà e questo sarà un altro aspetto che prenderà in considerazione. Il gradimento e la possibilità di rimanere è assoluta".
Conte è un suo grande estimatore. Ti ha già fatto qualche chiamata per informarsi della sua situazione?
Federico Pastorello: "De Vrij può giocare in tutti i top club europei. Ha grande esperienza e un approccio tattico di alto livello. E' un ragazzo estremamente intelligente e chiaramente anche in campo questa cosa la si vede. E' un giocatore che può giocare ovunque. A fine anno ci saranno tanti top club alla ricerca di un centrale, le opportunità non mancheranno, ma le sue valutazioni riguarderanno non solo l'aspetto contrattuale, ma come detto anche tanti elementi".
Roberto Pereyra è in scadenza di contratto con l'Udinese. Quale sarà il suo futuro?
Federico Pastorello: "Partiamo dal presupposto che si trova benissimo a Udine, è contentissimo. Sta vivendo davvero una bellissima stagione che è un po' la continuazione della seconda parte della scorsa stagione. In estate non abbiamo ricevuto le chiamate che pensavamo di poter ricevere, la sua ambizione è quella di andare in un club importante e solo un top club potrebbe portarlo lontano da Udine dove si trova benissimo. Pereyra fa parte della famiglia Pozzo, anche quando lasciò l'Udinese lo fece per andare al Watford e s'è allontanato da loro solo per la parentesi Juve. A gennaio assolutamente non ha intenzione di muoversi, sta vivendo un'ottima stagione e la vuole terminare. Ci sono dialoghi aperti con il club e quindi il rinnovo è una possibilità, al 100%. O c'è una opportunità per andare in un top club oppure lui è contento di restare all'Udinese, che è un club di tutto rispetto dove tutti i ragazzi stanno molto bene. Ne deve valere davvero la pena, vediamo. Onestamente a mio avviso credo meriterebbe la chiamata di una grandissima società visto il suo rendimento e vista la sua duttilità".
La Fiorentina c'è se il giocatore va a scadenza. Ma potrebbe essere un'idea anche per l'Inter?
Federico Pastorello: "Per me è un giocatore che in Italia può giocare in tutti i club. Mi immagino, ad esempio, Pereyra con Spalletti o anche con Inzaghi. E' un giocatore che ha una interpretazione talmente moderna del ruolo che può far tutto: di media corre per 11.5/12 kilometri a partita, ma ha tanta qualità, sa far gol e sa fare assist. Io lo ritengo davvero un profilo di altissimo livello. Spero di regalargli una soddisfazione, se la meriterebbe, ma al contempo vanno avanti i contatti con l'Udinese per il rinnovo, sono freschi e continui. Lui valuta con attenzione la possibilità di continuare il rapporto con l'Udinese".
Qual è stato l'assist migliore che vi è arrivato dal Mondiale in vista della prossima finestra di calciomercato?
Federico Pastorello: "Sicuramente la Croazia ha disputato un Mondiale fantastico e non è una novità, a livello di nazionale negli ultimi anni hanno ottenuto risultati davvero fantastici soprattutto se si pensa alla dimensione della nazione. Livaja è innamorato dell'Hajduk, è il club che l'ha lanciato e da cui è partito. Probabilmente meriterebbe una chance in un campionato di miglior livello, però considera l'Hajduk come una famiglia: andrà via solo per una chiamata importante, non va via per il club medio-piccolo in Italia, in Francia o in Germania, con tutto il rispetto. Ha grande passione per l'Hajduk che, tra le altre cose, ha fatto grandi sacrifici per tenerlo. A Vincenzo Cavaliere che è il nostro procuratore di fiducia in Croazia ha sempre espresso questo desiderio di continuare a vestire questa maglia. Poi è chiaro: ha fatto vedere di poter stare in un contesto di altissimo livello come quello della nazionale dando il suo contributo alla causa croata, al di là del gol. Per non parlare di Andrej Kramaric: per me è un enigma il fatto che questo ragazzo non giochi nell'Inter o nel Milan, nell'Atletico Madrid o nel Chelsea. E' un giocatore che ha avuto la possibilità di andare in Premier League probabilmente troppo presto: in quel momento dal punto di vista fisico e mentale non era ancora pronto, ma dopo ha fatto dei numeri incredibili. Pur senza essere una punta e senza giocare da 9 ha realizzato tantissimi gol con la Croazia. A volte ci sono questi ragazzi che non hanno l'opportunità giusta nel momento giusto e nonostante una bellissima carriera, con tanto di record su record battuti all'Hoffenheim dove è stato sempre apprezzato, si ritrovano a non fare il salto di qualità in un top club. C'è da dire che l'Hoffenheim in questo ci ha messo molto del suo: conoscendolo, non l'hanno mai voluto far partire e tutte le volte che c'erano rumors di mercato ci hanno chiamato per aggiungere anni di contratto facendolo sempre sentire importante. E' un giocatore eccezionale. Magari ora con questo campionato del Mondo emergerà qualche nuova situazione, vediamo. Fermo restando che all'Hoffenheim sta molto bene e non a caso lo scorso anno ha di nuovo rinnovato".
Molto bene anche Joao Mario col Portogallo ma lui non era una sorpresa. Aveva già disputato due grandi partite contro la Juventus in Champions vestendo la maglia del Benfica
Federico Pastorello: "La sua storia è pazzesca. Abbiamo costantemente manifestazioni di interesse per lui da tutta Europa e siamo contenti. La carriera di Joao dimostra che anche l'Inter non vide male quando fece questo grande investimento. Purtroppo poi si mettono delle croci su determinati calciatori un po' troppo presto e questa è una cattiva abitudine che abbiamo soprattutto in Italia, perché magari in altri paesi hanno un po' più di pazienza nell'aspettare i ragazzi. Ma lui è incredibile: sono stato a Parigi a vedere la gara di Champions e ha una personalità e una professionalità incredibile in un contesto di altissimo livello. Quando si alza il livello Joao si sente ancor di più a suo agio. E' un ragazzo che merita tutto ciò che sta vivendo, è un professionista e un ragazzo d'oro. Mi piace tantissimo rappresentarlo: mi rispecchio in lui e lo ringrazio anche pubblicamente per la sua fiducia nei nostri confronti. Lo abbiamo preso in un momento molto delicato della sua carriera, non poteva stare più all'Inter coi tifosi che lo criticavano tantissimo. Ho preso tanti insulti per l'addio di Lukaku quanti attestati di stima per l'aver portato via Joao Mario. Probabilmente i giudizi erano troppi forti, Joao Mario avrebbe potuto restare all'Inter altri 10 anni per le qualità che ha".
La sua è una storia di mercato da studiare. Va via dall'Inter da svincolato, dopo pochi mesi ha una valutazione di mercato non inferiore ai 40 milioni di euro
Federico Pastorello: "Aveva un ingaggio importante ed era completamente fuori dal progetto tecnico, oltre che molto criticato dall'ambiente nerazzurro. Era una situazione che non poteva che essere risolta in questo modo e devo essere sincero: non avevamo poi grosse soluzioni. Quindi piuttosto che tenersi uno stipendio così importante hanno deciso di farlo partire da svincolato. Poi il Benfica è stato veloce a pensarci e Joao lì ha trovato il suo contesto: non è la Serie A né la Liga, ma è un club top in un campionato comunque molto importante. Si è trovato di nuovo a casa ed è contentissimo: in settimana l'ho chiamato per portargli un concreto interesse da parte di un club importante e lui mi ha detto di non volersi muovere. A gennaio sicuramente non si muoverà".
Anche Rui Costa è stato determinante per il suo trasferimento al Benfica
Federico Pastorello: "Al 100%. Lui e il direttore sportivo hanno fatto di tutto per farlo sentire importante, per coinvolgerlo nel progetto. Anche perché per lui è stato un passaggio non semplice quello al Benfica visti i suoi trascorsi. Però, ripeto: bravi loro a insistere, a crederci e a convincerlo a fare questa scelta una volta che si sono trovati col cartellino in mano".
L'Hellas a gennaio stravolgerà la rosa. Ceccherini e Lasagna possono partire?
Federico Pastorello: "Noi non abbiamo avuto ancora nessuna chiamata, né i ragazzi hanno ricevuto alcun messaggio. Dopo è chiaro: ci sta che proveranno a cambiare col mercato visto che il cambio di allenatore non ha prodotto una grande svolta. Ma ad oggi né il presidente né il direttore ci hanno chiamato per dirci muoviamo questo o spostiamo quell'altro. I ragazzi sono concentrati nel recuperare energie soprattutto mentali per la ripresa, per salvare l'Hellas ci vuole un miracolo. Da parte dei ragazzi la determinazione è assoluta, poi il mercato è sempre molto creativo e magari ci saranno delle opportunità per questi ragazzi che eventualmente valuteremo con loro e con la società".
Alla Salernitana piace Ceccherini, Lasagna è un'idea forte della Cremonese
Federico Pastorello: "Nicola è un estimatore di Ceccherini, ma non è una breaking news, hanno lavorato insieme e hanno avuto sempre un grande feeling. E' un giocatore che può stare anche nel contesto di un grande club, può giocare nell'80% delle squadre di Serie A da titolare. Anche quella con la Fiorentina fu una trattativa difficile per lasciarlo partire perché è vero che non giocava sempre, ma era una pedina fondamentale. Tutte le volte che mancava un titolare giocava lui e la differenza non si notava. Per convincere la Fiorentina, l'Hellas Verona dovette fare uno sforzo importante. Detto ciò io per ora non ho sentito De Sanctis, non so se si faranno sentire o se hanno già parlato tra loro i due club. Per quanto riguarda Lasagna è un fatto noto che la Cremonese stia cercando una punta, a gennaio vai su un attaccante che conosce il campionato e si adatta facilmente. Quindi l'identikit è probabilmente quello giusto, ma per ora dico che segnali concreti né dall'Hellas né dalla Cremonese ne abbiamo ricevuti. Ma siamo a metà dicembre, è ancora presto".
Braida ha sempre detto che appena il Napoli apre al prestito di Gaetano loro ci sono. Ma Gaetano a questo punto è interessato a muoversi in prestito?
Federico Pastorello: "Partiamo dalla scorsa estate: Gianluca all'inizio era dell'idea di partire, poi la stima del mister e del suo staff l'hanno convinto a rimanere perché comunque vedeva che la considerazione nei suoi confronti c'era. Poi è chiaro: ha davanti tre fenomeni e Spalletti lo vede vertice basso, nel ruolo di quel Lobotka che quest'anno sta giocando sui livelli di Busquets. Ma i segnali che abbiamo avuto sono stati importanti: in 3-4 partite Spalletti l'ha inserito quando la partita era da decidere, il mister gli ha dato fiducia quando davvero serviva. Tornando alla domanda iniziale: all'inizio lui era dell'idea di partire, ma sono stato in Turchia la scorsa settimana per salutarli nel corso del ritiro ed era felice di essere rimasto. E oggi, fermo restando la volontà della società di tenerlo in rosa, lui non si muove. Gli ho detto che una roba del genere non gliela farò mai fare. Da napoletano l'opportunità di vincere lo Scudetto, l'unico napoletano in rosa... se ne pentirebbe per tutta la sua vita, indipendentemente dal fatto che oggi giocare a Napoli gli sta creando un danno finanziario perché da un'altra parte potrebbe guadagnare il triplo, forse anche di più. Continuerà a dare il suo apporto e se riuscirà a dare il suo contributo a questa impresa titanica, alla fine, si sarà comunque sentito parte di un gruppo che ha raggiunto un grandissimo risultato".
E' vero che non ha giocato tanto, ma non è mai stato inserito in partite banali
Federico Pastorello: "Lui è un 2000, ha disputato una grandissima stagione in Serie B e oggi per lui è come andare all'Università visti i compagni e l'allenatore che si ritrova. Non sta perdendo tempo perché non gioca, ma sta crescendo mentalmente, negli atteggiamenti, professionalmente e tecnicamente, perché fare 20 minuti a Liverpool in Champions è come disputare 7-8 partite da titolare in un altro club più piccolo. Lui l'ha capito e lo percepisce, tanto è vero che sta facendo anche un lavoro fisico incredibile, l'ho trovato più grosso. A fine stagione il Napoli si troverà davanti a una decisione davvero non semplice, ovvero se puntare o meno su di lui, perché si troverà dinanzi un giocatore che è cresciuto tantissimo. Non sta perdendo un anno, nella maniera più assoluta. Anzi, probabilmente ne sta guadagnando due".
Come si gestisce un talento come Baldanzi? Come si tiene coi piedi per terra un ragazzo del genere?
Andrea Pastorello: "Un ragazzo come lui lo si gestisce standogli vicino. Nella realtà la chiave nella gestione dei ragazzi giovani è accompagnarli, sentono e percepiscono l'esperienza di chi li gestisce, che gli si dà anche i consigli giusti. Noi siamo nella situazione ideale, l'Empoli ti dà l'opportunità di giocare e per questo abbiamo anche rinnovato il contratto. Ma è anche un club che ti vende: sappiamo perfettamente che forma giovani per poi venderli. Negli ultimi anni ci sono stati tanti esempi: da Viti ad Asllani, passando per Ricci. La cosa corretta è dare al giocatore la giusta visione delle cose, che in questo momento è rimanere tranquilli, lavorare e giocare sapendo che ci sono tanti club interessati perché di 2003 che giocano titolari in Italia ce ne sono pochissimi. Bisogna solo avere la tranquillità di affrontare le cose settimana per settimana, lavorare e affrontare le situazioni. Questa è la strada corretta. Poi sappiamo perfettamente che arriveranno degli interessamenti che saranno all'altezza del suo valore, questo è sicuro".
Federico Pastorello: "E' un ragazzo che sa aspettare, capisce quali sono i tempi giusti e per me il prossimo anno resterà ancora a Empoli perché non è ancora pronto per il salto in una top che potenzialmente può fare".
Un top club ci punta già a gennaio lasciandolo in prestito all'Empoli fino a giugno: ci sono i margini per una operazione del genere?
Andrea Pastorello: "Non abbiamo ricevuto ad oggi delle richieste specifiche. Sappiamo che ci sono tanti club importanti, soprattutto in Italia perché all'estero non è ancora così conosciuto, ma io non vedo a gennaio un club che investe e carica sull'attuale bilancio il peso di una operazione che potrebbe fare in estate".
Avete da poco iniziato a lavorare con Bereszynski, in procinto di trasferirsi al Napoli in uno scambio di prestiti con Zanoli
Federico Pastorello: "Lui continua a lavorare con la Fabryka Futbolu, la sua agenzia polacca, e noi abbiamo fatto una partnership con loro. Non è un giocatore entrato nella P&P ma una collaborazione che riguarda Bartosz. L'operazione col Napoli è nata in Turchia: sono stati lì un paio di giorni la scorsa settimana: erano belli, tranquilli, rilassati. Un clima diverso rispetto a quello abituale quando i club li incontri nelle rispettive città. Sono riuscito a fare una lunga chiacchierata con Spalletti, allenatore per cui ho un debole. Anzi, ho anche un aneddoto su di lui..."
Prego
Federico Pastorello: "Storia è che insieme a Moreno Roggi, che era il suo procuratore di allora, incontrammo anche il Chelsea e il suo presidente Abramovich. Poi loro decisero di prendere un altro allenatore italiano, di puntare su Carlo Ancelotti, ma anche ai blues era piaciuto e non poco il calcio fantastico che aveva fatto vedere in precedenza, soprattutto alla Roma. Lo considero uno dei più bravi in Europa".
Torniamo allo scambio Bereszynski-Zanoli
Federico Pastorello: "Dicevo che eravamo in Turchia, in un contesto più rilassato e parlando del più e del meno è venuta fuori questa loro necessità di migliorare nelle alternative, così come era emerso il desiderio di far giocare di più Zanoli. L'idea dello scambio è nata così, poi sono tornato a casa e ci abbiamo lavorato. Bereszynski vedrebbe questa opportunità come il premio di una carriera bellissima. Dove è stato ha lasciato sempre un segno, ha disputato un Mondiale pazzesco: la gara con la Francia ha dimostrato valore, personalità e carattere e credo possa essere un innesto perfetto in uno scacchiere già perfetto come quello del Napoli per dare una ulteriore alternativa a Spalletti. Può essere un innesto intelligente per cercare di migliorare una squadra che oggi, spostando le pedine, è più facile rovinare che migliorare".
C'è la possibilità di inserire un diritto di riscatto?
Federico Pastorello: "Si sta lavorando anche su quello. Io credo che in un contesto come quello di Napoli un giocatore come Bereszynski per caratteristiche, per qualità morali e professionalità possa essere un giocatore in grado di restare lì 4-5 anni. Sicuramente lui va a Napoli con la voglia di dare il suo contributo e provare a convincere il club e l'allenatore a riconfermarlo. Ma non ho dubbi sul fatto che appena questa operazione si concluderà positivamente questa chance sarà più concreta".
Bourigeaud ha tanto mercato, ma anche un contratto importante con il Rennes
Federico Pastorello: "Il suo è un altro caso alla Kramaric. E' reduce da una stagione incredibile. Lo scorso anno arrivò terzo nella classifica assist della Ligue 1 dietro a Neymar e Messi ed era alle soglie della scadenza di contratto. Noi però col Rennes abbiamo sempre avuto grande dialogo e anche lui ha sempre detto di voler andare via solo per un top club europeo. Siamo stati molto vicini alla Lazio, è un giocatore che al direttore Tare piace moltissimo, ma il suo arrivo era vincolato alla partenza di Luis Alberto. Era una possibilità ma non l'unica. Abbiamo avuto anche altre situazioni che però non si sono concretizzate: a volte il mercato è un po' miope, è mancata l'opportunità davvero importante e il Rennes non ci ha mai fatto mancare il supporto così chiuso il mercato abbiamo definito un rinnovo di contratto davvero importante. Colgo l'occasione per ringraziare anche la società francese per la fiducia che ci ha dimostrato, lui è ripartito esattamente come aveva lasciato: sta facendo gol, sta fornendo assist. Mi aspetto di tutto, non sarà semplicissimo muoverlo a gennaio ma è un giocatore fantastico".
Avete preso Strakosha dopo il suo accordo col Brentford, ma in Premier sta giocando poco. Può muoversi a gennaio?
Federico Pastorello: "Forse pensavano di vendere il loro portiere, non lo so. Ma chiaramente è una situazione che noi ci siamo ritrovati a gestire da pochissimo e oggi crea un po' di imbarazzo perché per un portiere che ha oltre 200 partite in Serie A con la Lazio ritrovarsi a non giocare al Brentford non è facile, fermo restando che parliamo di un club importante di Premier League. E' un'anomalia. Lui mi ha chiesto di trovare una soluzione: vediamo, è uno di quei giocatori che potrebbe rientrare nel giro di portieri che scaturirà dall'infortunio di Neuer. Abbiamo le orecchie tiratissime per ascoltare le opportunità che arriveranno, non mi sorprenderebbe saltasse fuori qualcosa a gennaio anche perché lo stesso Brentford ha compreso l'imbarazzo del ragazzo nel vivere questa situazione".
Pelmard piace molto in Bundesliga ma è anche un'idea della Cremonese. Può muoversi a gennaio?
Federico Pastorello: "Al Basilea lo scorso anno ha fatto benissimo, 44 partite di altissimo livello. Lo vidi contro il Marsiglia e quella partita mostrò un giocatore di pari livello rispetto ai più quotati calciatori dell'OM. La scorsa estate abbiamo ricevuto delle offerte dalla Spagna, ma non sufficientemente importanti perché il Basilea lo reputa un top player. Sono convinto che a fine anno, o magari anche a gennaio, sarà oggetto di mercato perché è un giocatore molto duttile che può ricoprire più ruoli. E' un difensore molto veloce e tecnico, mi aspetto che per lui potranno esserci delle offerte: se non a gennaio, sicuramente a giugno".
Pape Abou Cissé è in scadenza 2024 con l'Olympiacos. Quale sarà il suo futuro?
Federico Pastorello: "Ha disputato una Coppa d'Africa importantissima, è un difensore che io vedrei benissimo in Italia. Abbiamo avuto più situazioni, anche un'offerta concreta del Torino che lo scorso anno l'Olympiacos rifiutò. Ha comunque disputato la Coppa del Mondo, ha dato il suo contributo e sta andando a scadenza: se non succederà qualcosa già a gennaio, cosa che io mi aspetto, sicuramente in estate partirà perché le richieste del club si sono abbassate visto che sta andando verso la scadenza del contratto. E' un giocatore troppo bravo per non avere una opportunità in una top lega Europa, come Italia, Spagna e Inghilterra".
Proprietà Chelsea, Malang Sarr in estate va in prestito al Monaco ma sta giocando poco
Federico Pastorello: "E' un ragazzo che vedrei molto bene in Italia. E c'è già stato molto vicino: fu a un passo l'accordo col Torino, ma mentre stavamo trattando venne fuori l'opportunità del Chelsea. Quella possibilità fu subito vista dal ragazzo come una chance incredibile per la sua carriera e la colse al volo, lo capisco. Ma ripeto, per me quello italiano sarebbe il campionato ideale per lui e non nascondo che anche il Milan l'ha seguito a lungo: con Massara e Maldini ne discussi tantissimo quando era a scadenza e potevano farlo, a Milano avrebbe trovato un percorso più facile rispetto a quello avuto al Chelsea, fermo restando che poi lo scorso anno ha trovato spazio. E' un ragazzo molto intelligente tatticamente, mancino e anche lui è bravo a giocare in più ruoli: può fare il terzino nella difesa a quattro o il braccetto di sinistra nella difesa a tre. Per qualità è molto adatto alla Serie A: al Monaco sta giocando poco ma loro sono contenti di lui, vedremo se lo lasceranno partire appena arriveranno offerte, ma chiaramente un po' di delusione da parte del ragazzo c'è, avrebbe voluto trovare più spazio muovendosi dal Chelsea. C'è tutta una seconda parte di stagione, vediamo. Noi ci lavoreremo".
Semper al Genoa ha ritrovato il suo spazio
Federico Pastorello: "Sono contentissimo per lui, è un ragazzo a cui voglio tanto bene perché ha un obiettivo chiaro in testa: diventare un portiere importante e andare a giocare in un club importante. Non ha mai avuto un grande aiuto dalle società in cui è andato a giocare perché sappiamo cosa è accaduto al Chievo e una volta al Genoa, nel 2021, si ritrovò a fare i conti con la decisione del club di puntare su Sirigu l'ultimo giorno di calciomercato. Lui però non ha mai mollato, negli allenamenti e nell'essere professionista. E anche quando quest'anno Blessin ha preso decisioni che non lo vedevano prima scelta non ha mai mollato. Però il Genoa, devo dire, ci ha sempre creduto: abbiamo ricevuto due offerte ma il ds Ottolini in estate ci faceva capire di avere molta fiducia in lui. La sua perseveranza gli ha dato ragione: oggi, seppur in Serie B, difende i pali di un club molto importante come il Genoa".
Per Ferrari sempre tanti interessamenti, ma alla fine il Sassuolo ha deciso sempre di non privarsene
Federico Pastorello: "Al Sassuolo nelle ultime sessioni di calciomercato abbiamo portato offerte sia da club stranieri che italiani. E un club straniero mise sul piatto anche più di 10 milioni di euro, ma loro non hanno mai voluto prendere in considerazione l'idea di venderlo. Ferrari in parte è un po' frustrato da questa cosa e in parte lusingato per l'occhio di riguardo che il club gli ha sempre riservato, anche dal punto di vista contrattuale. L'ultimo rinnovo che gli hanno fatto è davvero di quelli importanti e ogni mancato trasferimento è sempre stato compensato dal club. Per il futuro mai dire mai: è sempre uno dei migliori, è uno di quei giocatori che andasse in un grande club avrebbe senza dubbio un suo perché".
In chiusura: che momento sta attraversando la P&P? In che direzione state andando?
Federico Pastorello: "Noi siamo sempre attenti alle evoluzioni del business, il calcio è in una fase di evoluzione importante. I fondi acquistano più club in più nazioni, è un business model che sta cambiando. Tante agenzie sono state assorbite e c'è stata la nascita di mega poli. Noi ci collochiamo sempre in un settore di nicchia, siamo un boutique hotel. Lavoriamo molto bene perché ci adattiamo velocemente alle nuove esigenze e siamo attenti alle evoluzioni del mercato aprendoci anche in mercati nuovi come abbiamo fatto in Brasile. Vogliamo dare sempre un servizio di altissimo livello: sia ai calciatori che sono i nostri primari clienti, sia ai club quando facciamo intermediazioni. Quando io ho iniziato nel 1996 c'era molto occhio nel riconoscere i talenti ma poca managerialità nel portare avanti il business. Oggi è esattamente il contrario. Noi andavamo bene prima, perché abbiamo sempre avuto un approccio manageriale ma venivamo da una famiglia che ha vissuto nel calcio per 40 anni, ma andiamo bene anche ora perché oggi c'è grande approccio manageriale ma dal punto di vista tecnico dei giocatori, del gioco, c'è molta meno conoscenza. Oggi una figura come la nostra ha una sua ragione d'essere e per questo io non sono preoccupato per il futuro che verrà. Certo, hai a che fare con ragazzi che sono molto diversi rispetto a quelli di 20 anni fa e noi assumiamo un ruolo anche di educatori che prima non avevamo. E' una parte di lavoro che mi ritrovo a dover fare e che fa 'vittime' perché a volte dicendo cose scomode o crei un rapporto ancor più solido o coi ragazzi ci litighi. Ma lo fai per il loro bene, magari lo capiscono dopo o magari non lo capiscono affatto e in quel caso cambiano agente, Ma è così, è giusto così. Non a caso oggi i calciatori cambiano procuratore come cambiano telefonino, con la stessa frequenza".