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L'azzardo finito male. Palladino torna a tre e ne prende tre!TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024
domenica 5 gennaio 2025, 08:20Serie A
di Redazione TMW
fonte Radio Firenze Viola

L'azzardo finito male. Palladino torna a tre e ne prende tre!

L'editorialista di Radio FirenzeViola Angelo Giorgetti è intervenuto nel post partita per analizzare la sconfitta della Fiorentina contro il Napoli per 3-0.
Questo un estratto delle sue parole:

"Se scegli di fare una rivoluzione tattica di questo tipo e perdi sai perfettamente che dibattito si può aprire.
Mi è sembrato un azzardo che spero sia stato calcolato perchè la Fiorentina alla fine ha preso un bello schiaffo. Scelte così ti portano ad assumerti le tue responsabilità, senza considerare le situazioni di Pongracic e Gudmundsson che sappiamo quanti dubbi si portino dietro. Poi ci sono anche gli errori indiviuduali. Se recuperi la palla in area e la perdi facendo un fallo da rigore è chiaro che il resto va nel dimenticatorio. Ti appiccichi addosso un bollino poi difficile da staccare. Se fai esordire un giocatore contro al prima in classifica devi essere sicurissimo.
La partita di Moreno, buona fino al rigore, viene cancellata dall'episodio.

Torniamo così a Palladino.
Un allenatore emergente non deve stupire per forza. La partita resterà come il simbolo di un azzardo finito male. Rischioso e inguistificabile.
Se vogliamo parlare anche in termini finanziari dobbiamo parlare di Gudmundsson e Pongracic. Di Pongracic abbiamo perso le tracce e Gudmundsson continua ad andare in panchina nonostante sembrava in buona condizione il primo gennaio. La Fiorentina dovrà gestire queste cose. Gudmundsson è un giocatore che fa la differenza".


Aggiunge poi su Facebook:
Gira tutto male, compreso l’arbitro, ma Palladino fa il trapezista senza rete con una rivoluzione tattica che ha nell’esordio di Moreno (che ingenuità sul rigore) il distintivo di un azzardo troppo clamoroso per non avere conseguenze in caso di sconfitta. E poi, proprio contro la prima in classifica? Il Napoli è più squadra e vince puntando nei momenti decisivi anche sugli errori individuali, dispiace soprattutto per Comuzzo che aveva giocato una gran partita su Lukaku. Ma senza certezze saltano le distanze e va in tilt la lucidità, sono convinto che Palladino potendo rigiocare la partita sarebbe molto meno fantasioso. Essere emergente non significa dover stupire per forza.
E poi lasciamo perdere Pongracic, sul quale ormai ho davvero perso la speranza di avere notizie certe, ma per Gud ci deve essere una spiegazione che sfugge.


Il pensiero di Giulio Dini:
La sconfitta, bugiarda nello scarto, nasce in panchina.
È vero che è una partita strana che gira su una prodezza di Neres, sussulta sul pari annullato a Kean e svolta su due errori individuali clamorosi intervallati da un doppio miracolo di Meret.
È vero che il Napoli è forte, più forte della Fiorentina, anche senza gli esterni titolari e Buongiorno: ha mentalità, quella che non ha la Juve per intendersi, difende compatto e, durante il possesso, partecipa con il palleggio dei difensori centrali che vedono bene il gioco.
Ma la scelta di Palladino di tornare a tre in difesa è priva di ragioni evidenti ed ha effetti collaterali non banali.
Dal punto di vista psicologico, giocare con cinque difensori, è un messaggio che toglie la consapevolezza maturata sin qui.
Con Lukaku punta centrale a sostegno, agli altri due centrali mancano punti di riferimento.
Anche perché i duelli con Neres e Spinazzola se li giocano Parisi e Dodò che, oltre ad essere in evidente affanno, da centrocampista perde la sua essenza e smette di far male.
A centrocampo si continua a giocare con due eroi che, come dico da settimane, non sono supportati dai mezzi esterni di ieri e/o dai due sottopunta di oggi (Beltran , tra l’altro, doveva schermare Lobotka).
Chiedere, infine, a Sottil di stare dentro al campo è una scelta contraria alla natura stessa del calciatore.
È vero che il mister non può contare sempre su Cataldi, che Colpani non lascia neanche intravedere il minimo progresso, che Gud comincia a essere un mistero.
Ma proprio per questo , visto che Palladino sembra non avere dogmi, oggi era necessario aggiungere un centrocampista .
Ce lo racconta ogni volta l’assenza di Bove, che dava dinamismo e teneva in equilibrio la squadra.
Se Bove aveva caratteristiche ideali per questo assetto e non esistono sostituti in grado di interpretare altrettanto bene il ruolo (avevo pensato a Beltran ma ha un gap atletico che non può colmare), è necessario cambiare fino a che non ci sarà un sostituto ideale.
Niente drammi, ci mancherebbe, ma un punto nelle ultime quattro partite di campionato deve indurre ad una riflessione più profonda.
Pessimo l’arbitraggio di Manganiello, non tanto per il goal annullato ma perché estrae il primo giallo per il Napoli soltanto al 38’ del primo tempo quando, a onor del vero, il Napoli doveva avere già due ammoniti.
E la gestione dei cartellini, si sa, condiziona l’inerzia della gara.