
Aitor Martinez alla Gazzetta: "Ho cambiato il ruolo di Diao al Betis. Ecco perché"
Aitor Martinez, ex allenatore di Assane Diao nelle giovanili del Betis, ha concesso un intervista alla Gazzetta dello Sport, raccontando l'esperienza dell'attuale attaccante lariano nelle giovanili del club di Siviglia.
Gli inizi ed il nuovo ruolo - "Quando è arrivato da noi aveva giocato sempre a centrocampo, per lo più da regista, ma io lo vedevo bene sull’esterno e gli chiesi di provare. Aveva fisico, dribbling e una buona tecnica. Nel giro di un mese era diventato per tutti “La Freccia di Badajoz”. Non lo prendeva nessuno. Molte volte, soprattutto all’inizio, sbagliava l’ultimo passaggio. Nel dribbling era fenomenale, poi alzava la testa e ogni tanto non era preciso. Così glielo dissi. Mi creda non sa quante volte l’ho visto allenarsi da solo per migliorare. Se è lì oggi è perché se lo merita. Dimenticatevi i giovani calciatori che vanno in giro per locali e pensano a divertirsi, lui sembra un uomo di trenta nel corpo di un ragazzo di diciannove".
Il ragazzo Assane - "Era il primo a mettere la musica, voleva scegliere sempre la sua. E poi aveva il sorriso stampato in faccia. Era timido, soprattutto all’inizio, ma non l’ho mai visto triste davanti ai compagni. Arrivava da un posto che per lui era casa, qui invece l’impatto è stato differente. Sei in un club professionistico, non conosci nessuno e rischi un po’ di chiuderti te in se stesso. Ma il calcio l’ha aiutato. I risultati ottenuti in campo, l’hanno sbloccato. Ed è diventato di colpo il ragazzo solare che metteva la musica a tutto volume e faceva ridere tutti in spogliatoio e in pullman. Aveva la capacità di capire senza rispondere o controbattere. Di solito i ragazzi dicono di sì per compiacerti, lui invece imparava davvero. Non l’ho mai dovuto sgridare".







