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Barcellona, ma questo è il Paradiso! I blaugrana, con un calcio celestiale, schiantano il Real Madrid e alzano la SupercoppaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
ieri alle 23:55Champions Insights
di Matteo Bordiga
per Tuttochampions.it

Barcellona, ma questo è il Paradiso! I blaugrana, con un calcio celestiale, schiantano il Real Madrid e alzano la Supercoppa

Una roba dell’altro mondo.

Un'ora di calcio fantascientifico

Il Super-Clásico di Supercoppa di Spagna – o, più precisamente, il Super-Barcellona di Hansi Flick – ha regalato almeno un’ora di un calcio stellare, fantascientifico, sconosciuto a quasi tutte le latitudini. Il risultato (5-2 per i blaugrana) non rende a sufficienza l’idea della sontuosa maestosità dello spettacolo offerto dai catalani: un concerto per gli occhi e per la mente, una sinfonia di movimenti e di giocate individuali, uno spartito perfetto eseguito a velocità supersonica che i malcapitati rivali del Real Madrid (non esattamente l’ultima squadretta del globo terracqueo) non riuscivano in alcun modo a decifrare. E, ca va sans dire, meno che mai ad arginare.

È tornato il grande Barcellona?

Per buona parte della finalissima di Gedda è sembrato di rivedere esibirsi su un rettangolo verde il Grande Barcellona di Messi, Xavi e Iniesta. No, non è un’esagerazione: la disarmante padronanza tecnica nel palleggio, la disinvoltura nell’aprire spazi per liberare l’estro degli esterni Lamine Yamal e Raphinha, l’armoniosa sincronia delle manovre collettive, la rapidità d’esecuzione delle giocate e, in generale, la sensazione di onnipotenza sprigionata in ogni zona del campo hanno mandato in sollucchero i fans blaugrana e regalato una serata in paradiso a tutti gli esteti del calcio.

Quattro gol in quarantacinque minuti

Il tutto, ovviamente, rapportato al livello dell’avversario: un Real Madrid (Campione d’Europa e del Mondo in carica) che aveva iniziato il match in apnea, rischiando due volte di soccombere di fronte all’esuberanza di Yamal e Raphinha, e che si era ritrovato in vantaggio, al primo soffio dalle parti di Szczęsny, con l’assolo vincente della stella Mbappé. Ma da quel momento, dal gol dell’1-0 dei Blancos, è cominciato il solipsismo catalano. La prodezza “messiana” di Lamine Yamal, il rigore trasformato da un glaciale Lewandowski, il 3-1 di testa di Raphinha e il 4-1, a suggello di un contropiede esemplare, targato Alejandro Balde. Uno, due, tre e quattro. Così, senza tregua. Senza pietà. In appena quarantacinque minuti di gioco. E, nel mezzo, tante altre occasioni e paratone di uno strapazzato Courtois.

Coi catalani in dieci il Real ha limitato i danni

A inizio ripresa, stessa orchestra e stessa melodia: il 5-1 di Raphinha ha fatto temere alla Casablanca di arrivare al novantesimo con almeno dieci gol sul groppone. Fortuna di Carletto Ancelotti che poco dopo Szczęsny si è fatto espellere per fallo su Mbappé lanciato a rete, dando modo al Real di accorciare sul 5-2 con Rodrygo e di non subire ulteriori umiliazioni nei restanti trentacinque minuti di gara, in cui un Barcellona in dieci uomini ha controllato agevolmente le sfuriate per niente convinte di Bellingham e compagni.

Monito per tutte le rivali di Champions League

Insomma, la notte di Gedda non consegna solo un trofeo all’undici di Hansi Flick. La notte di Gedda dice a tutto l’universo pallonaro che per la Champions League bisognerà fare i conti con questi culés terribili che ultimamente in campionato non ne azzeccavano una, ma che quando decidono di fare sul serio di rivali (a livello nazionale e internazionale) ne hanno davvero ben pochi.