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Sostenibilità ed autofinanziamento: il Cagliari crede nel calcio sano
Sono passati oramai due anni mezzo, in concomitanza con la dolorosa retrocessione in Serie B, da quando la società Cagliari Calcio ha iniziato un'intensa opera di riorganizzazione interna, e con essa anche l'intenzione di lavorare in maniera sostenibile, virtuosa e, cosa importante, senza accumulare debiti.
UNA GESTIONE SOSTENNIBILE E DI AUTOFINANZIAMENTO. E così mentre altri Club, italiani e non, operano sul mercato spalmando i propri debiti nel tempo, vedi Inter e Lazio, o attraverso ingenti aumenti di capitale, come nel caso di Fiorentina, Como e Parma, la società rossoblù, specie dopo il Covid 19 che ha portato perdite ingenti nel mondo del calcio, ha scelto di operare in maniera rigorosa e sostenibile, con delle transazioni equilibrate e che rientrino in determinati parametri. Lo stesso avviene con la gestione del monte ingaggi.
OBIETTIVO VALORIZZAZIONE DEI PROPRI GIOVANI. Il Cagliari Calcio ha le idee chiare: la questione blocco legato all’indice di liquidità, sottolineata dallo stesso ds Bonato nella conferenza di tre giorni fa, passa decisamente in secondo piano rispetto alla volontà, ove ritenuto sensato, di provare a valorizzare i prodotti del settore giovanile: dai difensori Soldati e Cogoni (quest'ultimo ha festeggiato la sua prima convocazione in prima squadra proprio lunedì) stanno crescendo rapidamente con la primavera di Pisacane, ai vari Obert, Felici e Kingstone, già nella rosa di prima squadra e pienamente a disposizione di Davide Nicola.
CALCIO SENZA DEBITI, SI PUO'. La società rossoblù sa bene che di questi tempi essere alle prese con il cosiddetto indebitamento lordo (ovvero la somma dei debiti verso fornitori, istituti di previdenza, tributari, finanziari, etc) non è di certo il massimo, e di conseguenza qualora si rendessero necessari aumenti di capitale sensati (ad esempio per riscatti di giocatori in prestito come Caprile) l’azionista valuterà il da farsi, ma è importante tenere ben chiaro e a mente che il Cagliari vuole fare calcio in un certo modo, ovvero sano e sostenibile.
UNA GESTIONE SOSTENNIBILE E DI AUTOFINANZIAMENTO. E così mentre altri Club, italiani e non, operano sul mercato spalmando i propri debiti nel tempo, vedi Inter e Lazio, o attraverso ingenti aumenti di capitale, come nel caso di Fiorentina, Como e Parma, la società rossoblù, specie dopo il Covid 19 che ha portato perdite ingenti nel mondo del calcio, ha scelto di operare in maniera rigorosa e sostenibile, con delle transazioni equilibrate e che rientrino in determinati parametri. Lo stesso avviene con la gestione del monte ingaggi.
OBIETTIVO VALORIZZAZIONE DEI PROPRI GIOVANI. Il Cagliari Calcio ha le idee chiare: la questione blocco legato all’indice di liquidità, sottolineata dallo stesso ds Bonato nella conferenza di tre giorni fa, passa decisamente in secondo piano rispetto alla volontà, ove ritenuto sensato, di provare a valorizzare i prodotti del settore giovanile: dai difensori Soldati e Cogoni (quest'ultimo ha festeggiato la sua prima convocazione in prima squadra proprio lunedì) stanno crescendo rapidamente con la primavera di Pisacane, ai vari Obert, Felici e Kingstone, già nella rosa di prima squadra e pienamente a disposizione di Davide Nicola.
CALCIO SENZA DEBITI, SI PUO'. La società rossoblù sa bene che di questi tempi essere alle prese con il cosiddetto indebitamento lordo (ovvero la somma dei debiti verso fornitori, istituti di previdenza, tributari, finanziari, etc) non è di certo il massimo, e di conseguenza qualora si rendessero necessari aumenti di capitale sensati (ad esempio per riscatti di giocatori in prestito come Caprile) l’azionista valuterà il da farsi, ma è importante tenere ben chiaro e a mente che il Cagliari vuole fare calcio in un certo modo, ovvero sano e sostenibile.
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