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Benali: "Un allenatore mi ha salvato la vita. Bari? Mi manca un traguardo. Il mio inizio difficile, ero frustrato"
Oggi alle 07:30In Primo Piano
di Redazione TuttoBari
per Tuttobari.com

Benali: "Un allenatore mi ha salvato la vita. Bari? Mi manca un traguardo. Il mio inizio difficile, ero frustrato"

Benali è il protagonista di un'intervista apparsa nelle scorse ore sui canali ufficiali del club. Il centrocampista libico, un faro per la mediana biancorossa, si è soffermato su più temi. "Il fratello di Giampaolo (Marco, ndr) mi ha salvato la vita. Giocavo pochissimo in Italia, parlavo con mio padre e gli dicevo che ero lontanissimo da casa e volevo fare un passo indietro. Per fortuna è arrivato Giampaolo che ha detto che voleva valutare tutti: dopo dieci giorni mi è venuto a parlare e mi ha detto che gli piacevo tantissimo. Per lui ero un giocatore forte e con questa fiducia mi ha cambiato la vita".

"Bari? Mi manca un traguardo. E' la piazza più importante della mia carriera. Uno stadio come il San Nicola, una città bellissima, normale che più fai bene più le cose ti rimangono in testa. Non avevo capito la grandezza del Bari prima di arrivarci. L'inizio? Non mi aspettavo di giocare così poco, è stato difficile il primo impatto. La gente subito guarda l'età o pensa sei in fase calante. Erano solamente scelte tecniche: ero frustrato, volevo giocare e dimostrare di poterci stare. Appena è arrivata l'occasione non me la sono fatta scappare", il racconto di Benali.

"Mi fa piacere essere un punto di riferimento: non salto un allenamento e spingo al massimo. Cerco di trasmettere questo ai più giovani. Dico loro di trovare subito l'equilibrio. A me fa stare bene la famiglia, la mia religione, allenarmi al massimo e stare coi miei figli. Mi rendo conto di quanto è bella la vita vedendo crescere i figli", la profondità del centrocampista biancorosso.