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Gasperini vs Lookman: dallo scontro al chiarimento, l’Atalanta cerca la pace interna
La delusione dell’eliminazione ai playoff di Champions League contro il Bruges pesa come un macigno sull’Atalanta. Ma più delle sconfitte sul campo, a infiammare l’ambiente ci ha pensato il duro botta e risposta tra Gian Piero Gasperini e Ademola Lookman. Un episodio che ha aperto una crepa all’interno dello spogliatoio nerazzurro proprio nel momento più delicato della stagione.
Tutto è partito da un rigore sbagliato, simbolo perfetto di una serata nata storta e finita peggio. Ma il calcio, si sa, è spesso terreno fertile per incomprensioni e tensioni.
IL CASO DEL RIGORE: DOVE TUTTO È COMINCIATO
"Non doveva calciarlo lui, è uno dei peggiori rigoristi che abbia mai visto", ha dichiarato Gasperini nel post partita, riferendosi al penalty sbagliato da Lookman. Parole dure - analizza L'Eco di Bergamo -, pronunciate forse sull'onda dell'emotività, ma che hanno lasciato il segno. Il tecnico non si è limitato a sottolineare l’errore tecnico, ma ha messo in discussione la scelta stessa di Lookman di presentarsi dal dischetto, ignorando le gerarchie che indicavano De Ketelaere o Retegui come rigoristi designati.
Lookman, dal canto suo, non ha incassato in silenzio. Il giorno successivo, ha risposto via social, spiegando come sia stato proprio Retegui a passargli il pallone, invitandolo a tirare il rigore: "Durante la partita il rigorista designato mi ha detto di calciare, e per aiutare la squadra mi sono assunto la responsabilità". Ma le sue parole non si sono fermate qui: "Essere chiamato in causa in quel modo mi ha profondamente ferito. Ho sempre dato tutto per questa squadra e questa città. Non meritavo quel trattamento".
LA FRATTURA NELLO SPOGLIATOIO
Il battibecco tra allenatore e giocatore ha scoperchiato tensioni latenti. Lookman non è solo un calciatore chiave per l'Atalanta, è l'eroe della vittoria in Europa League, il Pallone d’Oro africano, un simbolo per i tifosi bergamaschi. L'attacco di Gasperini è sembrato quindi sproporzionato e fuori luogo agli occhi di molti, dentro e fuori dallo spogliatoio. Il rischio? Incrinare i rapporti non solo con Lookman, ma anche con altri membri della squadra che potrebbero vedere nell’episodio un esempio di gestione troppo autoritaria e poco empatica.
UNA PACE DA RITROVARE: IL SUMMIT A ZINGONIA
Consapevole della delicatezza della situazione, la dirigenza atalantina ha organizzato un incontro chiarificatore a Zingonia. Presenti Gasperini, Lookman, Antonio e Stefano Percassi e, sebbene assente fisicamente, anche Stephen Pagliuca è stato aggiornato sull'evolversi della questione.
L’obiettivo è chiaro: mettere fine alla querelle prima che si trasformi in una frattura insanabile. Entrambe le parti hanno espresso la volontà di proseguire fino a fine stagione con un unico obiettivo: mantenere la serenità dello spogliatoio e concentrarsi sul campionato, dove l’Atalanta occupa un ottimo terzo posto, a -5 dal Napoli capolista.
LOOKMAN, IL GIOCATORE DAL FUTURO INCERTO
La stagione di Lookman rischia però di prendere una piega diversa. L’episodio del rigore ha riacceso i riflettori sulle voci di mercato che già la scorsa estate parlavano di un suo possibile addio. Arsenal e Liverpool avevano messo gli occhi su di lui, e ora, dopo le tensioni con Gasperini, è probabile che il suo nome torni a circolare con insistenza in chiave mercato.
E' chiaro che la prossima estate sarà decisiva per il suo futuro. Se la pace con Gasperini reggerà fino a maggio, non è detto che il matrimonio tra il nigeriano e l’Atalanta continui ancora a lungo.
GASPERINI SOTTO LA LENTE: L'ASTICELLA SI È ALZATA
Anche per Gasperini, questo episodio rappresenta un campanello d’allarme. Il tecnico è stato il principale artefice della rinascita dell’Atalanta, ma ora la sua gestione viene messa in discussione. L'eliminazione dalla Champions e la gestione discutibile del caso Lookman hanno incrinato la sua immagine di "intoccabile" a Bergamo. Gasperini dovrà dimostrare di saper gestire non solo il campo, ma anche le dinamiche interne dello spogliatoio, preservando l’equilibrio tra leadership e capacità di mediazione.
UNA STAGIONE ANCORA DA SCRIVERE
Nonostante tutto, l’Atalanta ha ancora tanto da giocarsi. Il terzo posto in campionato garantirebbe l’accesso alla prossima Champions League, un risultato fondamentale sia per il prestigio che per le casse societarie.
La squadra deve ora stringersi attorno ai suoi leader, smorzare le tensioni e ritrovare quell’entusiasmo che ha caratterizzato i migliori momenti della gestione Gasperini. I prossimi mesi saranno decisivi, non solo per la stagione in corso, ma anche per il futuro della società.
DALLA POLEMICA ALL'OPPORTUNITÀ
Il caso Gasperini-Lookman ha messo a nudo le fragilità dell’Atalanta, ma può anche trasformarsi in un’opportunità. Se il chiarimento a Zingonia porterà davvero a una tregua duratura, la squadra potrebbe uscire rafforzata da questa crisi interna.
Il calcio, dopotutto, è fatto di sliding doors: quello stesso rigore che ha scatenato il caos poteva essere il primo passo verso una rimonta storica. Non lo è stato, ma ora l’Atalanta ha la possibilità di scrivere un’altra storia. Magari quella di un finale di stagione da ricordare.
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