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Venezia Academy, Piovesan: "Squadra femminile? Non volevamo stare a guardare gli altri"
Alessandro Piovesan, presidente dell'Academy del Venezia dal 2014 - che in passato da calciatore è stato tra i protagonisti della promozione in serie C/1 nel 2006 (32 presenze e un gol) - è intervenuto ai microfoni di TuttoMercatoWeb a margine dell'evento tenutosi al Teatro Toniolo di Mestre per la Festa di Natale del Settore Giovanile e del Venezia FC Academy.
Ci racconta il vostro lavoro?
"Dal punto di vista tecnico ci sono i vari allenatori che si sono susseguiti negli anni. Negli ultimi abbiamo un team di ragazzi spagnoli che ha portato metodologia ed organizzazione. Io e il mio staff insieme al club ci dedichiamo alle attività extra-calcio trasversali ugualmente importanti. Venezia è una delle città più importanti del mondo e noi dobbiamo essere un faro non solo sportivo, ma anche culturale, sociale. Ci dedichiamo quindi a tutte le attività con il Comune, gli oratori. Siamo riusciti ad unire i tre poli di Chiesa, istituzioni politiche e calcio. Un qualcosa di unico, forse non ci rendiamo conto neanche noi di quello che stiamo facendo. Rappresentare Venezia in aree disagiate, nelle carceri, negli ospedali, con bambini che sognano di indossare questa maglia e con famiglie che non arrivano a fine mese, cose che rendono questo club unico. Un lavoro nel quale sono coinvolte tutte le aree".
Tante iniziative sociali, come quella presentata stasera con Dynamo Camp.
"Il fiore all'occhiello, è una realtà internazionale, abbiamo coinvolto i nostri bambini, facendo sì che questi bambini con difficoltà motorie potessero disegnare, con grande fatica, i numeri delle maglie non con i classici nomi, ma con i sentimenti dell'amore e della felicità, emozioni che magari loro non potranno sempre vivere. E' la prima volta che questo evento viene vissuto, perché a noi non piace copiare, ma creare. Ed ora avranno la possibilità di andare a giocare contro i club professionistici".
Un'altra particolarità è l'inserimento di una squadra femminile. Ce ne parla?
"Sì, era giusto che il Venezia, con ritardo, desse la giusta importanza al movimento femminile. Non c'è femminile o maschile, il calcio è un pallone. Tutti sognano di giocare con la palla, fare gol e fare squadra per non prendere gol. Questo è il messaggio che vogliamo dare, è un asset sul quale puntiamo molto. Il calcio femminile è in evoluzione e noi non volevamo stare a guardare gli altri".
Qual è l'importanza di avere una struttura all'avanguardia come Ca' Venezia?
"Sicuramente avere una base ed una casa per tutti è un qualcosa che aiuta il connubio fra settore giovanile e prima squadra. Tutti i ragazzi hanno il sogno di vestire la maglia della prima squadra. Partire quindi dall'Academy è anche un modo perché tutti abbiano questo sogno da tifosi. Siamo tutti lì, anche gli istruttori si relazionano e scambiano le idee, i bambini guardano quelli delle categorie superiori sognando di arrivare in Primavera e prima squadra".
I vostri prossimi obiettivi?
"Sicuramente ci dobbiamo fermare un attimo adesso fra dicembre e gennaio e vedere cosa è stato fatto di positivo. Studiare quello che si può fare. Da gennao partiamo con il progetto scuola, siamo presenti in 20 scuole pubbliche dove andiamo ad insegnare educazione fisica. Poi inizieremo la programmazione dei Camp, siamo l'unico club che fa i Camp dei bambini insieme alla prima squadra".
Un augurio alle famiglie ed ai tifosi arancioneroverdi?
"Da ex giocatore e tifoso mi fa piacere poterlo fare personalmente, li faccio soprattutto a quelle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, spero che sia l'ultimo dei Natali passato in queste condizioni, facciamo il possibile per aiutarli".
Ci racconta il vostro lavoro?
"Dal punto di vista tecnico ci sono i vari allenatori che si sono susseguiti negli anni. Negli ultimi abbiamo un team di ragazzi spagnoli che ha portato metodologia ed organizzazione. Io e il mio staff insieme al club ci dedichiamo alle attività extra-calcio trasversali ugualmente importanti. Venezia è una delle città più importanti del mondo e noi dobbiamo essere un faro non solo sportivo, ma anche culturale, sociale. Ci dedichiamo quindi a tutte le attività con il Comune, gli oratori. Siamo riusciti ad unire i tre poli di Chiesa, istituzioni politiche e calcio. Un qualcosa di unico, forse non ci rendiamo conto neanche noi di quello che stiamo facendo. Rappresentare Venezia in aree disagiate, nelle carceri, negli ospedali, con bambini che sognano di indossare questa maglia e con famiglie che non arrivano a fine mese, cose che rendono questo club unico. Un lavoro nel quale sono coinvolte tutte le aree".
Tante iniziative sociali, come quella presentata stasera con Dynamo Camp.
"Il fiore all'occhiello, è una realtà internazionale, abbiamo coinvolto i nostri bambini, facendo sì che questi bambini con difficoltà motorie potessero disegnare, con grande fatica, i numeri delle maglie non con i classici nomi, ma con i sentimenti dell'amore e della felicità, emozioni che magari loro non potranno sempre vivere. E' la prima volta che questo evento viene vissuto, perché a noi non piace copiare, ma creare. Ed ora avranno la possibilità di andare a giocare contro i club professionistici".
Un'altra particolarità è l'inserimento di una squadra femminile. Ce ne parla?
"Sì, era giusto che il Venezia, con ritardo, desse la giusta importanza al movimento femminile. Non c'è femminile o maschile, il calcio è un pallone. Tutti sognano di giocare con la palla, fare gol e fare squadra per non prendere gol. Questo è il messaggio che vogliamo dare, è un asset sul quale puntiamo molto. Il calcio femminile è in evoluzione e noi non volevamo stare a guardare gli altri".
Qual è l'importanza di avere una struttura all'avanguardia come Ca' Venezia?
"Sicuramente avere una base ed una casa per tutti è un qualcosa che aiuta il connubio fra settore giovanile e prima squadra. Tutti i ragazzi hanno il sogno di vestire la maglia della prima squadra. Partire quindi dall'Academy è anche un modo perché tutti abbiano questo sogno da tifosi. Siamo tutti lì, anche gli istruttori si relazionano e scambiano le idee, i bambini guardano quelli delle categorie superiori sognando di arrivare in Primavera e prima squadra".
I vostri prossimi obiettivi?
"Sicuramente ci dobbiamo fermare un attimo adesso fra dicembre e gennaio e vedere cosa è stato fatto di positivo. Studiare quello che si può fare. Da gennao partiamo con il progetto scuola, siamo presenti in 20 scuole pubbliche dove andiamo ad insegnare educazione fisica. Poi inizieremo la programmazione dei Camp, siamo l'unico club che fa i Camp dei bambini insieme alla prima squadra".
Un augurio alle famiglie ed ai tifosi arancioneroverdi?
"Da ex giocatore e tifoso mi fa piacere poterlo fare personalmente, li faccio soprattutto a quelle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, spero che sia l'ultimo dei Natali passato in queste condizioni, facciamo il possibile per aiutarli".
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