Allarme ultrarosso: la Turris sta morendo. Tra provocazioni, inadempienze e dichiarazioni non veridiche...
In un momento così critico per la Turris, non possiamo esimerci dall'esprimere la nostra indignazione. La notizia del deferimento della società per il mancato pagamento delle mensilità di luglio e agosto 2024, aggravata da una dichiarazione non veritiera, segna un punto di non ritorno. Questo, senza alcun dubbio, rappresenta il punto più basso della storia recente del club, un vero e proprio affronto per una piazza che non si merita questo trattamento.
Negli ultimi mesi, infatti, la Turris ha subito un’escalation di mortificazioni, culminate in un contesto in cui il club compie il suo 80esimo anniversario di fondazione, tutt’altro che celebrati. Non a caso, i paragoni azzardati nelle ultime ore da alcuni tifosi sui social con la gestione Pesce, culminata con il fallimento del club nel lontano 2003, non sembrano affatto casuali e dimostrano quanto la situazione attuale possa essere pericolosa. La passione della piazza è stata deturpata e infangata in più occasioni. A nostro avviso ora, più che mai, serve un minimo atto di responsabilità da parte dell’attuale proprietà per scongiurare una catastrofe che all'orizzonte diventa sempre più probabile.
Infatti, alla luce delle ultime mancanze la dirigenza, il cui modus operandi solleva più di un legittimo dubbio, per dirla alla leggera e senza voler infierire, non sembra affatto in grado di far fronte alle prossime scadenze economiche. Entro il 16 dicembre, vale a dire fra poco più di un mese, potrebbero servire oltre 500 mila euro per sanare le inadempienze passate e garantire i pagamenti correnti. Anche perché le entrate attuali, frutto di minutaggio e altri introiti minori, non risulterebbero sufficienti a coprire tali necessità.
Alcuni potrebbero obiettare che affrontare questi temi nel giorno della partita contro il Benevento possa sembrare destabilizzante. Ma il rischio di radiazione è concreto e non può essere ignorato. Il calcio giocato, pertanto, passa necessariamente in secondo piano di fronte a una situazione che, ad oggi, appare disperata.
È giunto il momento di affrontare la realtà. Se non si risolvono questi problemi al più presto, quello che la Turris sta facendo nel rettangolo di gioco rischia di essere del tutto inutile. La palla ora passa all'attuale società: alla stessa si richiede una presa di coscienza per salvaguardare un patrimonio di un’intera città, per dare un briciolo di speranza a chi crede che, nonostante tutto, la morte della Turris possa essere ancora scongiurata. Soprattutto alla luce degli interessamenti registrati per l’acquisizione del club, nonostante una situazione finanziaria e sportiva oggettivamente complicata.
L’appello è diretto anche al sindaco Luigi Mennella: faccia tutto ciò che è in suo possesso, istituzionalmente parlando, per evitare la scomparsa della prima realtà sportiva cittadina, nonché principale veicolo d’intrattenimento e di promozione sociale della realtà da lui rappresentata.