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LIVE Biraghi: "Abbiamo sbagliato il primo tempo: siamo stati un po' lenti. Colpa nostra, ma anche meriti del Verona"TUTTO mercato WEB
Cristiano Biraghi
© foto di Cristiano Mazzi/Image Sport
domenica 6 aprile 2025, 18:06Notizie
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin

LIVE Biraghi: "Abbiamo sbagliato il primo tempo: siamo stati un po' lenti. Colpa nostra, ma anche meriti del Verona"

Fra poco in conferenza stampa il difensore del Torino Cristino Biraghi commenterà il pareggio con l’Hellas Verona.

C'è rammarico e qual è la motivazione per quanto accaduto nel primo tempo, che non è stato all'altezza di come avevate giocato nell’ultimo periodo, pur tenendo conto che il Verona è venuto “col coltello fra i denti”?
“Non abbiamo avuto l'approccio delle ultime partite che era sempre stato molto positivo. Ma non è neanche l'approccio, per approccio intendo soprattutto i primi 10-15 minuti quando si capisce se ci sei o non ci sei. Oggi è stato tutto il primo tempo, non abbiamo sbagliato l'approccio, ma il modo di interpretare la partita, che era ciò che ci chiedeva il mister dalla panchina: velocizzare le giocate e di avere più ritmo. Non lo so, forse ci aspettavamo un Verona un po' più aggressivo e invece si è messo lì, ha fatto la sua partita molto bene. L'avevano preparata molto bene, erano corti, compatti, tutti nella loro metà campo e poi diventavano aggressivi: A noi è mancata un po' la velocità della palla, il ritmo, perché quando una squadra si schiera e ti aspetta se non sei veloce con la palla loro saranno sempre posizionati bene. Ed è per questo che nel secondo tempo, avendo velocizzato un po' di più il palleggio e messo un po' più di ritmo, abbiamo trovato un po' più soluzioni. Il rammarico c'è perché non dico che abbiamo buttato via il primo tempo visto che non siamo andati in svantaggio, però abbiamo perso 45 minuti per fare qualcosa d’importante”.

Pensando al futuro, l’aspetto del fare la partita è quello sul quale dovrete lavorare di più?
“Sicuramente fa parte di un percorso di crescita, se siamo noni o decimi in classifica, o dove siamo, è perché qualche lacuna ce l'abbiamo, non possiamo girarsi intorno. E’ vero però che nel girone di ritorno siamo sesti e vuol dire che già la crescita c'è stata ed è stata importante. Uno degli aspetti da migliorare sicuramente sarà questo se vogliamo crescere e vogliamo competere per posizioni di classifica più alte perché durante l'anno capiteranno partite dove devi palleggiare velocemente. E’ positivo che succeda adesso che abbiamo il tempo per sistemare le cose, che abbiamo il tempo per lavorare, quindi non vedo preoccupazioni, anzi sono molto contento, anche se oggi ci aspettavamo un risultato diverso ed eravamo noi i primi a volerlo, però poi quando si ragiona a mente lucida si pensa che nelle ultime 13-14 partite abbiamo perso solo una volta a Bologna e tra l'altro per un errore individuale grosso mio, se no non avremmo perso neanche quella partita. La strada e assolutamente questa. Adesso lo step è che in partite come quella di oggi sai che se vuoi competere per qualcos'altro devi ottenere i 3 punti e non 1 altrimenti non puoi competere per quello livello. L'ho visto io a Firenze ed è così, noi lo step l'abbiamo fatto quando abbiamo iniziato a vincere le partite che si dovevano vincere, non conta l’approccio e le devi vincere come vuoi tu, però le devi vincere. Vabbè ci siamo, miglioriamo per questo”.

Un altro aspetto da migliorare è sulle punizioni, lei battendole ha segnato qualche gol, ma il Torino fa gol su punizione da 8 anni. In allenamento le proverete, ma non si capisce cosa abbia fatto oggi Coco, gli ha dato qualche consiglio?
“E’ una caratteristica di Coco calciare le punizioni, ragioniamo e non facciamo le cose a caldo. Quella di oggi è una posizione a lui congeniale per tirare. Non gli ho dato consigli perché non ne ha bisogno. Io non sono capace a tirare forte come lui quindi non posso dargli consigli. L'unica cosa che gli ho detto è di dammi il tempo di far finta di preparare la palla perché sicuramente Montipò si aspettava che la battessi io. Mi piacerebbe imparare il modo che ha Coco di calciare le punizioni, le batte con la palla che si muove, è un tiro bello quanto difficile, ma se la prendi male finisce com’è accaduto oggi (in curva, ndr). C’è del rischio, ma ragazzi siamo qui per fare e tanto di cappello a chi ha la personalità per prenderselo, altrimenti è meglio che cambiamo sport”.

Perché non ha tirato lei quella punizione? Non lo ha fatto solo perché da quella posizione è una specialità di Coco?
“Ti dico la verità, per me è un po' lontano tirare da quella posizione, Siamo una squadra e non c'è nessuno che decide chi deve tirare, siamo noi in campo a farlo e ho visto Coco deciso e so che quella è una sua posizione. E’ arrivato convinto, poi può andare bene o male, però l'ho visto convinto. Sicuramente quando si batterà dalla mia posizione tirerò io, su questo non ci piove”.

Come mai il Torino ha difficoltà a giocare con avversari che si chiudono bene come ha fatto il Verona? Cosa vi manca per riuscire ad aprire i varchi in queste situazioni?
“Con la massima onestà, vorrei risponderti un'altra volta perché prima vorrei analizzare la partita. Da quando sono arrivato al Torino è la prima volta che una squadra ci aspetta così tanto e ci lascia il palleggio. Nelle altre partite che ho fatto qua avevamo incontrato tutte squadre che almeno un accenno di pressione la facevano. Secondo me, visto dal campo eravamo un po' lenti, cioè la palla per andare da una parte all'altra ci metteva troppi secondi ed era più veloce la corsa di un giocatore del Verona piuttosto e di conseguenza se va più veloce un giocatore della palla vuol dire che sono sempre messi bene e tu non trovi spazi. E’ quello che è successo. Nel secondo tempo abbiamo trovato un po' più combinazioni veloci e in effetti abbiamo fatto meglio e abbiamo creato qualcosina in più. Penso sia stato questo il problema: avremmo dovuto avere  un po' più di ritmo, ma non fisicamente bensì nella velocità del gioco della palla. saltare un passaggio in modo da scardinarli. Quando hai di fronte una squadra così compatta devi cercare di aprirla, di scardinarla altrimenti è duro. Il loro allenatore è molto bravo nel preparare le partite in base a quelle che sono le loro caratteristiche. Sono una squadra umile, sanno ciò che devono fare per salvarsi e non a caso nelle ultime partite hanno fatto buoni risultati perché sanno quello che devono fare e lo fanno bene, tutti al 100%. E’ vero che è colpa nostra, ma c'è anche una buona percentuale di bravura dell'avversario, non abbia giocato 11 contro 0”.

Adams è il primo rigorista, ma lei è anche un candidato?
“Sono a disposizione della squadra e tutto quello che posso fare che dia frutti positivi lo faccio. Adams è il nostro rigorista e di sicuro non è un errore che cambierà le cose. E’ un attaccante abituato a fare gol, quindi non è uno che quando è davanti alla porta s’intimorisce. Il rigorista è ancora lui ed è giusto, se se la sente, che il prossimo lo tiri ancora lui perché è un ragazzo che ha tanto carattere. Sicuramente avrà una reazione è la prossima volta farà gol. Spero che se la senta così almeno tirerà ancora lui”.

Oggi c'era il tutto esaurito allo Stadio Grande Torino (in verità di posti vuoti  ce ne erano e non solo quelli per la sicurezza, ndr), lei ha vissuto il tifo anche a Firenze ci racconta le differenze a livello di pubblico?
“Sapevamo da metà settimana che la risposta del tifoso del Torino era stata importante per questa partita ed è anche un po' questo che siamo un po' giù e rammaricati. Ce lo eravamo detti in settimana che nonostante fossimo decimi (per la verità undicesimi, ndr) c'era grande entusiasmo e di conseguenza abbiamo caricato tanto la partita, non dico che ci siamo messi pressioni perché nel nostro lavoro non esistono pressioni, le pressioni sono altre nella vita, però diciamo l’avevamo caricato il fatto che ci sarebbe stata tanta gente, lo stadio pieno anche se non stiamo giocando per traguardi importantissimi. Ed è una grande cosa, ma non voglio fare paragoni fra Torino e Firenze perché non mi piace farli, ogni città è a sé però vedo che Firenze e Torino hanno una cosa in comune con Firenze e Torino: a Firenze abbiamo iniziato a fare bene dopo qualche anno un po' negativo, siamo tornati in Europa quando c'era grande passione e coesione tra pubblico e squadra, cosa che negli ultimi anni era venuta a mancare per risultati un po' negativi e poi non so però si è accesa una fiammella e lo stadio era pieno e la squadra è stata trascinata. Per questo oggi un po' ci dispiace perché tutta questa affluenza la volevamo ripagare. Sono sicuro che i tifosi ci daranno ancora tanto supporto, come hanno fatto oggi e sono sicuro che la prossima volta noi li ripagheremo. Per fare grandi cose ci deve essere grande unione tra tutti, dal magazziniere al tifoso, al presidente, a chi parcheggia le macchine, a voi giornalisti. Ci deve essere grande coesione perché se non c'è, l'ho visto nella mia terra a Firenze quindi mi sento di poterlo dire,  non si fa niente. Tutti devono rimare dalla stessa parte e pensare alla stessa cosa così sicuramente si potrà fare meglio, poi dove si arriva non lo so. Non è uno scaricare responsabilità perché siamo noi che andiamo in campo, siamo noi che decidiamo qual è il risultato. Ci sono state squadre che hanno vinto i campionati anche a porte chiuse quindi non sto scaricando responsabilità, però dico che per un giocatore, ormai è tanto che gioco e posso dirlo, nelle piazze tipo Torino, dove il pubblico è molto caloroso e ti aiuta molto, io ho sempre reso di più rispetto a piazze dove c’è meno calore e penso che valga anche per i miei compagni. Piuttosto smetto che giocare in piazze dove c’è calma piatta”.