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ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “Cairo è arrivato al capolinea e deve rendersi conto che col Toro ormai non c’entra più niente”
Oggi alle 12:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “Cairo è arrivato al capolinea e deve rendersi conto che col Toro ormai non c’entra più niente”

L’avvocato Pierluigi Marengo è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Marengo, presidente dei “lodisti” nell’estate del 2005, noto tifoso granata e segretario dell’Associazione Ex Calciatori Granata Onlus, abbiamo parlato del Torino e delle contestazioni a Cairo.

La protesta dei tifosi del Toro nei confronti del presidente Cairo comunque continua e anche se non si è potuta fare la Marcia, che non è stata autorizzata, il cosiddetto “sciopero del tifo” c’è stato in occasione della partita con il Monza. Si può dire che sia stato un successo?
“La Maratona è stata grandiosa, i giornali hanno parlato di 5.000 persone e guardando la foto della Curva che nel primo tempo era praticamente vuota, ma non vuota solo al centro praticamente ovunque con solo poche persone  sparpagliate qui e là, mentre nel secondo tempo era strapiena e questo vuol dire che i tifosi erano tutti fuori dallo stadio che entrando hanno riempito la Curva Maratona. E’ vero che quindi che in 5.000 hanno protestato come era stato annunciato”.
Ma la Marcia dei tifosi del Toro quando si farà? E’ stata stabilita una data? “Non c’è nessuna data perché per questioni oggettive e non per scelta perché adesso domenica ci sarà la partita con il Napoli che è da bollino rosso e non si può fare la Marcia poi due trasferte, Genoa e Empoli, e il 21 dicembre c’è Torino-Bologna però si è a ridosso del Natale quindi non è assolutamente fattibile nulla fin dopo le feste natalizie”.
C'è tutto questo fermento e tante voci che circolano di una possibile cessione, di un cambio di proprietà, di concreto c’è qualcosa?
“Non lo so, io su questo sono molto scettico. Sulle voci sono sempre molto scettico, però sicuramente si può dire che Cairo è arrivato al capolinea, questo è sicuro. La storia Cairo al Toro è arrivata al capolinea e lo attesta la Marcia dal Filadelfia al Grande Torino di 15.000 persone di fine a agosto e lo attesta di nuovo la contestazione di domenica: Cairo è arrivato al capolinea, poi se lui vuole stare seduto sulla panchina al capolinea per chissà quanto tempo allora ci stia pure, però di fatto lui deve rendersi conto che col Toro ormai non c’entra più niente né con il mondo granata, né con il tifo insomma con tutto. Penso che oramai ci siano ancora quattro soggetti, li conti sulle dita di una mano, che pensano che Cairo possa dare qualcosa al Toro”.
Vanoli nel post partita col Monza ha chiesto ai tifosi di stare vicino alla  squadra e che la contestazione non influisce sul risultato sportivo perché dice ai giocatori sempre di rimanere concentrati su quello che devono fare in campo.  Secondo lei effettivamente la contestazione può influire oppure no sul rendimento della squadra sostenuta, ma anche fischiata per le brutte prestazioni e i risultati non soddisfacenti dell’ultimo periodo?
“Secondo me la contestazione aiuta la squadra, perché la contestazione ti fa diventare gruppo, ti lega di più, quindi sono convinto che la contestazione non solo non danneggia la squadra, ma addirittura l'aiuta perché appunto porta i giocatori a unirsi: più si è in un contesto difficile, più si tende a fare gruppo”.
Da tifoso del Toro, cosa pensa dell’avvio di campionato molto positivo, del tutto inaspettato, e del tracollo successivo?
“Sì, ma quello dell’inizio era il calcio di agosto durato tre-quattro partite, abbiamo fatto un pareggio a Milano con forse il peggior Milan di tutti i tempi e l’unica partita veramente vinta bene fu quella con l'Atalanta. Ma è appunto il calcio d'agosto e come si dice sempre finisce ad agosto, non va oltre. Poi non dimentichiamo che in quelle in partite c’era Zapata. Un giocatore che al di là dei gol che ha segnato o non segnato teneva su la squadra, ti alzava il gioco e legava il centrocampo o anche addirittura la difesa con l'attacco e teneva altri difensori avversari. Diciamo niente? In una squadra distrutta dalla società dietro con la cessione di Buongiorno, con il non rinnovo di contratto a Rodriguez e Djidji e la vendita di Bellanova la difesa è stata demolita completamente e c'era rimasto l'attacco, dove addirittura sembrava che la coppia formata da Zapata e Adams fosse addirittura migliore di quella Zapata-Sanabria. Potevamo dire che dietro eravamo diventati una roba inguardabile, ma davanti forse ci siamo pure rinforzati, ma poi con l’infortunio di Zapata è crollato proprio tutto”.
La squadra potrà uscire da questa involuzione oppure no?
“No, non può uscirne, perché questa situazione è esattamente la rappresentazione della forza di questa squadra. Se poi mi chiedi se rischia di andare in B ti dico no, perché se guardi il Lecce, il Venezia e il Monza ti accorgi che ci sono almeno 3-4 squadre che sono ancora peggio, non dico peggio bensì ancora peggio di noi. Quindi, secondo me, questo Torino si consolida sul 12-13-14esimo posto. E’ chiaro che questa sia la situazione, ma sono convinto che non la B non la rischiano, ci sono squadre ancora ben più deboli. E' la follia dei campionati a 20 squadre, i campionati a 20 squadre ti portano ad avere sempre 4-5 squadre che sono veramente indegne di essere definite di Serie A”.
A questo punto la situazione del Torino, inteso come squadra, è di arrabattarsi, vivacchiare, galleggiare in questa situazione fino al termine del campionato?
“Sì, fino a fine campionato come sempre è accaduto, è lo stile Cairo questo. Lui ha sempre fatto questo: noi siamo la squadra del decimo posto, quindi quando ti va bene punti al nono, quando ti va male punti all'undicesimo, dodicesimo. Noi siamo questo, ma siamo questo per scelta precisa e volontà di una società che non ha ambizioni, non ha progetto, non ha un disegno, se non quello ogni anno di mantenere squallidamente la posizione in Serie A e allontanando sempre più i tifosi”.
I tifosi però quest'anno avevano sottoscritto più abbonamenti dell’anno scorso e lo stadio ufficialmente risulta sempre abbastanza pieno, anche grazie a una politica di marketing. Quindi?
“Se vado alle Vallette e prendo le persone che abitano lì e le porto nei distinti è sicuro che riempio lo stadio. Se propongo alle scolaresche biglietti a 1 euro e le porto allo stadio è ovvio che lo riempio. Ma chi era allo stadio domenica per la partita con il Monza ha visto che c’erano tanti bei bambini della Juve con tanto di sciarpe che hanno fatto la gita a vedere lo stadio Comunale, questo è riempire lo stadio, ma non è avere lo stadio pieno. Avere lo stadio pieno è quando c’è gente che ci vuole andare senza incentivi. Certo che poi se appena si è saputo che si era richiesta l’autorizzazione a fare la Marcia al Torino FC sono partiti in quarta a mandare alle scuole l’invito per assistere alla partita prendendo il biglietto al costo di 1 euro allora … E' una cosa pietosa, è la pezza peggiore del buco”
A questo punto il tifoso del Toro a parte sperare in un eventuale cambio di proprietà, che altro può fare?
“L’unica speranza che abbiamo è quella che cambi la proprietà, che cambi la società e dobbiamo fare di tutto, sempre nei limiti della legalità e della correttezza, affinché ciò avvenga. Sono convinto che non sia una contestazione a far andare via Cairo, ma tutto serve. Ogni cosa è un pezzettino in più per farlo andare via. L'abbiamo portato al capolinea, la contestazione di quest'anno l'ha portato al capolinea”.
Però poi ci vuole quel qualcosa in più, ma, secondo lei, può venire fuori?
“Non ti so dire se arriverà quel qualcosa in più, ma è chiaro che quel qualcosa in più è un suo non riuscire a portare a casa alcun risultato in Lega Serie A perché contro ha una serie di presidenti. Quel qualcosa in più è che la sua immagine certamente si deteriora a livello Nazionale attraverso la contestazione. Questi sono tanti elementi che tutti insieme magari gli fanno dire: vabbè basta è ora di finirla, mi metto in tasca i soldi della cessione del Torino e me ne vado, questo è”.
Pensa che ci possa essere un compratore?
“Compratore? C'è un fiume di compratori. Il calcio italiano è in vendita, c'è mezza America pronta a comprare il calcio italiano e lo vediamo, hanno comprato l'Atalanta, il Bologna, la Fiorentina, la Roma, il Genoa, il Como, lo Spezia. Hanno comprato di tutto in quest'ultimo periodo, ma comprano ovviamente ciò che c'è in vendita”.
Però non tutte queste nuove proprietà hanno portato ciò che magari speravano i tifosi, perché se alcune nuove proprietà effettivamente hanno dato linfa alle squadre, altre purtroppo no. Ci sono dei rischi?
“Magari non tutte hanno portato ciò che speravano i tifosi, ma noi avendo la situazione Cairo qualunque cosa arriva è comunque già meglio. Noi dobbiamo anche rapportarci a cosa abbiamo. Abbiamo il nulla e di fronte al nulla il poco è già tanto. Detto questo, io vorrei essere come l'Atalanta, vorrei essere come il Bologna che mi sembra giochi in Champions, vorrei essere come la Fiorentina, vorrei essere come l'Inter, vorrei essere come il Milan. Queste sono le squadre dei fondi d’investimento!”
Però tutti i club citati avevano una base sulla quale si poteva costruire un qualcosa di più.
“Se arrivi e ci metti i soldi costruisci comunque. La base noi non l'abbiamo in campo, ma l'abbiamo fuori dal campo. Abbiamo una tifoseria che è unica, abbiamo una passione che è unica, abbiamo una marea di tifosi in sonno che se arriva qualcuno li fa risvegliare”.
Ma non c'è uno stadio di proprietà e non c'è nemmeno un centro sportivo di proprietà.
“Anche la Fiorentina non aveva tutto ciò prima dell’arrivo di Commisso e adesso hanno uno dei più bei centri sportivi d’Italia, il Viola Park, e stanno trattando per lo stadio nuovo. Allora non abbiamo lo stadio di proprietà e con Cairo non lo avremo mai. Il Robaldo è una vergogna, è una pubblica vergogna e non un pubblico impianto sportivo per le giovanili.
Credo che i filo Cairo, quelli che credono ancora che con Cairo ci possa essere un futuro per il Torino, siano ormai un numero che non va oltre il prefisso telefonico, 0 qualcosa, e comunque è gente che non ha motivo di lamentarsi, perché noi protestiamo e contestiamo Cairo cercando di farlo andare via lavorando anche per loro”.