Klopp e Conceiçao
Un giorno mio padre mi portò a Livorno. C'era il Grande Torino, quello degli Invincibili. Con noi venne Alfio Callai, tifoso granata, incorreggibile. L'imperativo categorico era stare zitti. Callai non ce la fece. Venne ricoperto di insulti prima e, quando alcuni si mossero per colpirlo, mio padre fece intervenire i fratelli Brondi, amici e avversari, e tornò la calma. A sette anni avevo visto la squadra dei sogni. Quando, dopo essere stato nei ragazzi del Torino, giocavo a Pescara, trovai Giammarinaro, il giovane più forte di quel Torino, e ascoltavo l'incredibile su Valentino Mazzola. Ripeteva quello che disse ai compagni nello spogliatoio della Lazio, dopo 45' sullo 0-0. Invitò a ripartire a mille. Finì 6-0. Dopo Tony ho sentito Boniperti, nemico giurato del Toro, parlare di Valentino Mazzola come di un dio in terra.
Ricordare quei calciatori, il Comm. Novo e il Rag. Giusti, fa rimpiangere ancor più il calcio. La macchina rasentava la perfezione. Non ero in grado di ammirarla, così la prima squadra ad impressionarmi fu il Real di Alfredo Di Stefano, poi la Honvéd di Puskas, infine l'Ajax di Michels e Cruyff. Non offriva punti di riferimento all'avversario e, con tanti campioni, dominava a livello di club e di nazionale. Viene facile parlare di Di Stefano e Kopa, di Hidegkuti falso nueve e di Cruyff, che si avvicinava alla panchina di Michels per concordare le sostituzioni. Di lui ricordo anche quando, ad Amsterdam per acquistare Van Basten, pregai Keizer di fare i complimenti al secondo per il riscaldamento del portiere Menzo. Piet mi fermò subito, dicendo che era Cruyff a ordinarlo, dal momento che voleva giocare in 11 e non in 10 + 1.
In mezzo a tanti campioni e squadre di alto livello, ho sempre cercato di capire le novità, le sottigliezze, le migliorie. Perché sono pochi quelli che possono dire di aver aperto una nuova strada al calcio. Certamente Klopp, che improvvisamente lascia il Liverpool per godersi un anno sabbatico e ritrovare la famiglia. Poi l'offerta di supervisore delle squadre Red Bull lo porta a recedere dal progetto. Anch'io ho capito come ha fatto il Liverpool a vincere tanto. Mentre si parlava di numeri, 3-5-2 ecc. ecc., li ha lasciati sbizzarrire. Poi li ha uccellati, entrando da destra e sinistra con catene super, Alexander-Arnold e Salah da una parte e Robertson e Mané dall'altra. Non so quanti gol hanno segnato, determinando risultati a più riprese. Domando chi lo copierà. Sembra tenterà il Milan, con Walker e Pulisic da un lato e Theo Hernandez e Leao dall'altro. Ci riuscirà? Sono curioso.