Pineto, dove il tempo si è fermato. Cambia lo stadio ma il calcio resta una festa
Allo stadio si arriva a pochi minuti dal calcio d'inizio. Rigorosamente a piedi e tutti insieme. Tanti bambini con le rispettive famiglie, i signori più anziani che hanno vissuto le tantissime stagioni fra i dilettanti e qualche nuovo appassionato che tenta di organizzare fra il pubblico in tribuna qualche coro. Il campo è a ridosso del centro, incastonato fra le colline che si affacciano sulla spiaggia. Da un paio di mesi però Pineto non è più conosciuta solamente per essere un luogo di vacanze e villeggiatura. Perchè dopo aver vinto lo scorso torneo di Serie D per la prima volta nella sua storia è riuscito a ritagliarsi un posto nel calcio professionistico. E da esordiente assoluta in C sta facendo anche una gran bella figura: 13 partite, 20 punti e piena zona play off. Nel percorso fra le varie soddisfazioni sparse si è tolta anche lo sfizio di battere il Pescara e pareggiare con il Cesena. Niente male per chi ha dovuto aspettare 61 anni e quasi metà del girone d'andata prima di esordire nel proprio stadio tra i pro contro il Perugia.
La leggerezza dell'essere L'impianto è l'emblema dell'essenziale. Rinnovato per esigenze di categoria e funzionale per quelle che sono le esigenze del club. In piccoli spazi si possono comunque fare grandi cose: due tribune, una centrale e l'altra per gli ospiti, nel mezzo di un campo in erba naturale al limite della perfezione. Roba di lusso, e non solo per il campionato di Serie C. Nuovi anche gli spogliatoi così come la palestra. Perchè il "Mariani-Pavone" è casa e bottega del Pineto, come si suol dire in gergo. La squadra vive il suo impianto tutta la settimana fra allenamenti e partite e la scelta non è affatto casuale. L'idea di fondo è quella di alimentare quel senso di appartenenza e di grande famiglia che resta la qualità principale della società. Per il presidente Silvio Brocco è un must imprescindibile. Così come il suo famoso terzo tempo dove l'accoglienza per gli avversari prima, durante e dopo è massima. Prodotti locali, pizze e dolci per tutti: per il Pineto e per il suo presidente il calcio dev'essere vissuto con questo spirito. A prescindere dai risultati.