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Morrone: “In C il 90% di giocatori italiani. Ma non grazie alle Seconde Squadre”

Morrone: “In C il 90% di giocatori italiani. Ma non grazie alle Seconde Squadre”TUTTO mercato WEB
martedì 9 luglio 2024, 14:04Serie C
di Claudia Marrone
A Tutta C
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A TUTTA C con Luca Calamai e Claudia Marrone Ospiti: Alfonso Morrone
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Nel corso della mattinata di TMW Radio, durante l'appuntamento del format dedicato interamente alla Serie C, A Tutta C, è intervenuto il presidente Adicosp (e FIDS) Alfonso Morrone, che non ha solo parlato dei temi caldi della categoria, ma ha spaziato a un discorso più globale, che parte dalle tematiche federali, che vanno ovviamente a cascata sulla Lega Pro.

Dall’Europeo siamo usciti con le ossa rotte. Cosa ci si può aspettare sul fronte delle prossime elezioni a livello di Federazione e Lega Pro?
“Intanto quest’anno abbiamo già i calendari di Serie A e di Serie C, domani avremo anche quelli di Serie B. Bisogna poi dare atto alla Lega Pro che, per la prossima stagione, solo una squadra non si è iscritta al campionato, ma in questo si devono dare meriti anche a Gravina, grazie a delle leggi più stringenti, e a Marani, che ha aperto a delle risorse a cui prima non si poteva attingere, come la trasmissione delle partite su Sky. Questi sono grandi successi per la FIGC e per la Lega Pro. Gravina ora, con responsabilità, anche perché è a fine mandato, ha anticipato le elezioni; bisognerà vedere se le componenti tecniche vorranno far sì se proseguire nel segno della continuità con Gravina o interrompere questa governance. L’importante comunque che lo sport sia autoregolamentato”.

Ora però servono più argomenti, perché poi la politica potrebbe avere delle armi per entrare nel mondo dello sport.
"Non sono l’avvocato difensore del Presidente Gravina, che, come tutte le altre componenti presenti nel Consiglio Federale, ha le sue responsabilità: ma i problemi non sono certo nati ieri. Dobbiamo cambiare la cultura anche di noi addetti ai lavori, perché c’è una grande disinformazione, si deve iniziare a parlare con cognizione di causa. Faccio un esempio: si parla di ridurre il numero di squadre, ma questo non significa averle tutte sane. Piuttosto, pensiamo semmai al ripristino della Serie C2, perché per le società il salto tra la Serie D e il professionismo è un passaggio gravoso. Per altri temi, poi, bisognerebbe anche discutere del fatto che noi dirigenti siamo 276.000, dunque probabilmente servirebbe anche qualcuno che ci rappresenti. A ogni modo domani sarò al Senato proprio per parlare delle varie riforme del calcio italiano”.

Si parla di riforme sulle Squadre U23, ma non c’è ne una chiara. Se le stesse non valorizzano gli italiani, non rischiano di non essere un valore aggiunto?
“Per come è strutturato attualmente, non sono d’accordo con le Seconde Squadre in Serie C perché il calcio è dei tifosi. L’Italia è fatta di campanili e credo che un Recanatese-Vis Pesaro porti più spettatori ed emozioni di un Milan Futuro-Vis Pesaro. Basti guardare del resto il pubblico negli ultime anni per quel che riguarda le gare interne delle squadre U23, stadi semi deserti. Il calcio, lo ripeto, è dei tifosi, se domani sparissero si fermerebbe. Concludo riportando un dato: in Lega Pro gioca il 90% di giocatori italiani e di certo questo apporto al calcio italiano non lo hanno dato Juventus Next Gen e Atalanta U23, anche se quest’ultima qualche ragazzo italiano in più lo ha valorizzato".

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