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Pres Lecco: "Non comprendo le critiche a Minadeo. Gelosie nello spogliatoio"
Torna a parlare Aniello Aliberti, presidente del Lecco. Lo fa con un’intervista fiume tra le mura della sua International Medical Devices di Grassobbio, alla presenza del figlio e vicepresidente Francesco.
Come raccolto dai colleghi di LeccoChannelNews il numero uno bluceleste parte da lontano: "Il progetto sta andando avanti sulla linea annunciata all’inizio. Parecchi non hanno capito che quando non arrivano i risultati non si fanno i salti di gioia, ma l’indole imprenditoriale mi porta a non perdere la lucidità: è giusto valutare gli ultimi due anni della Calcio Lecco 1912 e ho fatto le mie valutazioni. Di Nunno si è trovato ad avere una promozione all’ultimo momento, di corsa ha dovuto adeguare lo stadio e mettere su una squadra per fare un campionato di Serie B: in questo caso le scelte si fanno con serenità".
Poi, la retrocessione: "Porta un clima di disillusione e ha inciso a 360°, proprietà compresa. Il 7 luglio è subentrata una nuova proprietà che ha dovuto ricostruire tutto, per prima cosa abbiamo scelto Minadeo e poi abbiamo optato per Baldini: tra lui e Volpe, selezionati da un ampio gruppo di lavoro, abbiamo optato per la figura più esperta che avesse una marcia in più. Non ho nulla da dire come tecnico e professionista, li ho visti lavorare 8-9 al giorno ma non hanno mai creato empatia con lo spogliatoio: anche per sua stessa ammissione post esonero ha avuto un’ansia di perdere che ha trasmesso alla squadra; quella scelta sarebbe potuta arrivare prima, ma non è nel mio stile: abbiamo dato più chance prima di capire che quella era l’unica soluzione possibile. I rapporti sono ottimi, ci siamo lasciati senza litigi. Con Foschi abbiamo risolto in 10 minuti, poi abbiamo ereditato una rosa di 22 giocatori che erano sotto contratto in Serie B, compresi Lepore e Ionita che sono stati confermati in corso d’opera: chi non vuole andare, resta e ben 15 sono stati tenuti per nostra o loro volontà. Sfido chiunque a dire che questa sia una rosa non valida, anche guardando gli stipendi".
Sulle incomprensioni con l’ambiente: "Non comprendo le critiche a Minadeo: qualsiasi critica va in capo al presidente, lui propone delle possibilità, le condivide con mio figlio Francesco e mio fratello Michele prima che si agisca. Non contrasto le critiche, ma francamente non le capisco: abbiamo acquistato 11 calciatori: Di Gesù, Furlan, Mendoza, Kritta che si è già imposto sul mercato… Non sono stati acquisiti sbagliati, anzi! Pensavamo di avere di più da Rocco, ma l’anno scorso ha fatto 15 gol ed è stato premiato: non è stato preso uno dalla strada a 10mila euro. Oggi a Minadeo do 10, ribadisco che eventualmente le critiche vanno fatte alla proprietà. Lepore non era inizialmente nel nostro progetto, ma è stato chiesto con forza dalla città e lo stesso vale per Ionita perché senza di lui sembrava non si potesse vincere. Furlan è stato tra i migliori, quando ha giocato Dalmasso ha fatto il suo: a livello di rosa sono contento, ma se non arrivano i risultati puoi dire tutto quello che vuoi…".
Lo spogliatoio non dà l’idea di essere unito: "Ci sono dei settori di gelosia, lo confermo. Ci aspettavamo un aiuto maggiore nello spogliatoio, anche da elementi che pur hanno giocato sempre. Quando iniziano le gelosie sulle scelte degli allenatori non va bene: oggi vogliamo vedere chi si guadagna la pagnotta, non abbiamo sposato nessuno e comunque ci sarebbe una possibile separazione. Ai ragazzi non manca niente, ho visto arrivare squadre partite all’alba e ripartite mangiando una pizza sul pullman: siamo alla finestra a guardare. Il campionato è lungo, per migliorare c’è sempre spazio".
Come raccolto dai colleghi di LeccoChannelNews il numero uno bluceleste parte da lontano: "Il progetto sta andando avanti sulla linea annunciata all’inizio. Parecchi non hanno capito che quando non arrivano i risultati non si fanno i salti di gioia, ma l’indole imprenditoriale mi porta a non perdere la lucidità: è giusto valutare gli ultimi due anni della Calcio Lecco 1912 e ho fatto le mie valutazioni. Di Nunno si è trovato ad avere una promozione all’ultimo momento, di corsa ha dovuto adeguare lo stadio e mettere su una squadra per fare un campionato di Serie B: in questo caso le scelte si fanno con serenità".
Poi, la retrocessione: "Porta un clima di disillusione e ha inciso a 360°, proprietà compresa. Il 7 luglio è subentrata una nuova proprietà che ha dovuto ricostruire tutto, per prima cosa abbiamo scelto Minadeo e poi abbiamo optato per Baldini: tra lui e Volpe, selezionati da un ampio gruppo di lavoro, abbiamo optato per la figura più esperta che avesse una marcia in più. Non ho nulla da dire come tecnico e professionista, li ho visti lavorare 8-9 al giorno ma non hanno mai creato empatia con lo spogliatoio: anche per sua stessa ammissione post esonero ha avuto un’ansia di perdere che ha trasmesso alla squadra; quella scelta sarebbe potuta arrivare prima, ma non è nel mio stile: abbiamo dato più chance prima di capire che quella era l’unica soluzione possibile. I rapporti sono ottimi, ci siamo lasciati senza litigi. Con Foschi abbiamo risolto in 10 minuti, poi abbiamo ereditato una rosa di 22 giocatori che erano sotto contratto in Serie B, compresi Lepore e Ionita che sono stati confermati in corso d’opera: chi non vuole andare, resta e ben 15 sono stati tenuti per nostra o loro volontà. Sfido chiunque a dire che questa sia una rosa non valida, anche guardando gli stipendi".
Sulle incomprensioni con l’ambiente: "Non comprendo le critiche a Minadeo: qualsiasi critica va in capo al presidente, lui propone delle possibilità, le condivide con mio figlio Francesco e mio fratello Michele prima che si agisca. Non contrasto le critiche, ma francamente non le capisco: abbiamo acquistato 11 calciatori: Di Gesù, Furlan, Mendoza, Kritta che si è già imposto sul mercato… Non sono stati acquisiti sbagliati, anzi! Pensavamo di avere di più da Rocco, ma l’anno scorso ha fatto 15 gol ed è stato premiato: non è stato preso uno dalla strada a 10mila euro. Oggi a Minadeo do 10, ribadisco che eventualmente le critiche vanno fatte alla proprietà. Lepore non era inizialmente nel nostro progetto, ma è stato chiesto con forza dalla città e lo stesso vale per Ionita perché senza di lui sembrava non si potesse vincere. Furlan è stato tra i migliori, quando ha giocato Dalmasso ha fatto il suo: a livello di rosa sono contento, ma se non arrivano i risultati puoi dire tutto quello che vuoi…".
Lo spogliatoio non dà l’idea di essere unito: "Ci sono dei settori di gelosia, lo confermo. Ci aspettavamo un aiuto maggiore nello spogliatoio, anche da elementi che pur hanno giocato sempre. Quando iniziano le gelosie sulle scelte degli allenatori non va bene: oggi vogliamo vedere chi si guadagna la pagnotta, non abbiamo sposato nessuno e comunque ci sarebbe una possibile separazione. Ai ragazzi non manca niente, ho visto arrivare squadre partite all’alba e ripartite mangiando una pizza sul pullman: siamo alla finestra a guardare. Il campionato è lungo, per migliorare c’è sempre spazio".
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