Camplone: “Pescara, Baldini può essere l’uomo giusto al momento giusto”
Il tecnico Andrea Camplone, ha parlato nel corso di 'A Tutta C', sulle frequenze di TMW Radio, soffermandosi su vari aspetti legati al campionato di Serie C.
Il Pescara riparte da Baldini, che scelta è per la panchina?
“La piazza è un po’ spenta negli ultimi anni per via delle ultime esperienze non belle. Baldini dovrà essere bravo a ricaricarla, ma è una dote che ha nel proprio dna. Credo sia l’uomo giusto al posto giusto, se arriveranno subito i risultati ci si potrà esaltare.
In società poi è arrivato Pasquale Foggia, il quale è un ds che sa ciò che vuole, potrebbe essere buona accoppiata”.
Quale Girone vede più complicato?
“Il girone C è quello più difficile, perché al Nord ci sono sempre Triestina, Padova e Vicenza, mentre nel girone B ci sono squadre grandi ma in difficoltà come Ascoli, Ternana, Pescara e Perugia. Nel Girone C invece ci sono tante compagini di alto livello, come Catania, Avellino, Taranto, Crotone e Benevento”.
Effettivamente anche Perugia sta attraversando vicissitudini societarie.
“È una piazza simile a Pescara, con un presidente che vorrebbe vendere e che non alla fine non lo fa. A Perugia c’è un allenatore giovane, ma regna l’incertezza. Ai miei tempi abbiamo avuto diversi giocatori importanti, che si sono consacrati e poi confermati Faraoni, Goldaniga e Provedel. Proprio Provedel con me fece una grande prima parte di campionato, poi ebbe una flessione e lo feci rifiatare. Era molto serio, sempre silenzioso. Quando ha segnato in Champions mi è venuta la pelle d’oca. Sono stati anni importanti per tutti, è un piacere vederli ad alti livelli”.
La Cavese neopromossa si sta muovendo in maniera promettente invece.
“È stata un’altra tappa della mia vita, sfiorammo i play-off. È una città bellissima e molto calda, sono contento che siano tornati in C e spero che possano rimanerci. Si sta muovendo tanto sul mercato perché servono giocatori adatti alla categoria”.
Tra i tanti ha fatto anche esordire in Serie B Tutino al Bari. Si sarebbe aspettato un percorso come quello che ha fatto?
“Mai, era molto grezzo a quei tempi. Non aveva molto spazio in squadra, ma era un attaccante tosto, già un bel toro a quei tempi, con grande forza fisica.
Con i giovani bisogna fare grande attenzione, devono crescere, ma senza essere criticati troppo dopo due partite. Con i ragazzi ci ho sempre parlato tanto, scherzandoci. Per loro potevo essere un padre e ho sempre avuto un approccio amichevole”.
Quale progetto cerca per il futuro?
“Dopo tre anni a casa non ce la faccio più. A casa l’adrenalina scatta sempre il Sabato, perché ho un’abitudine ormai accumulata prima da calciatore e poi da allenatore. Spero in una squadra che possa permettermi di rimettermi in gioco. Non è facile rientrare nel giro ora purtroppo“.