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Il budget da solo non basta. A Palermo dopo la pausa si attende un'accelerazione
Un’altra grande malata di questo avvio della Serie B non può essere che il Palermo, club che per valore della piazza e della proprietà – il City Football Group dello sceicco Mansur bin Zayd già proprietario del Manchester City – deve competere per i primi posti della classifica e che finora non è ancora riuscito a spiccare il volo nonostante innesti di valore e un budget che in poche possono vantare in cadetteria.
Dopo il sesto posto e l’eliminazione ai play off della passata stagione la società non ha badato a spese per affidare ad Alessio Dionisi, in cerca di rilancio dopo l’ultima stagione al Sassuolo, una vera fuoriserie: in difesa ecco il portiere Alfred Gomis – che purtroppo si è infortunato subito ed è stato prontamente sostituito da un certo Salvatore Sirigu – in difesa Dimitrios Nikolaou e Rayyan Baniya per alzare ancora il livello al centro e poi Alexis Blin e Valerio Verre in mezzo al campo e infine in avanti Thomas Henry e quel Jeremy Le Douaron che ha lasciato il Bresti in Champions League per vestire la maglia dell’idolo Cavani. Un acquisto che è costato da solo più dell'intero budget di altri 14 squadre cadette.
La squadra ha potenzialmente due titolari di livello per ruolo – con forse solo le corsie difensive un po' carenti rispetto agli altri reparti –, ma ha manifestato qualche limite fin dall’inizio con un inizio terrificante, sconfitte a Brescia e Pisa, mitigato poi dalla vittoria di Cremona a cui però ha fatto seguito un pari interno contro il Cosenza che ha fatto riemergere qualche limite nella squadra rosanero con la convivenza di due centrocampisti dalle caratteristiche simili come Blin e Ranocchia che va ancora trovata visto che sia l’uno sia l’altro in un centrocampo a due non rendono al meglio. Anche in questo caso la pausa arriva al momento giusto per poter trovare la quadra e i giusti meccanismi per mettere a frutto un potenziale che poche squadre possono permettersi.
Perché dopo due anni di assestamento e crescita, ora è giunto il momento di spiccare il volo come progettato dalla proprietà al momento del suo insediamento.
Dopo il sesto posto e l’eliminazione ai play off della passata stagione la società non ha badato a spese per affidare ad Alessio Dionisi, in cerca di rilancio dopo l’ultima stagione al Sassuolo, una vera fuoriserie: in difesa ecco il portiere Alfred Gomis – che purtroppo si è infortunato subito ed è stato prontamente sostituito da un certo Salvatore Sirigu – in difesa Dimitrios Nikolaou e Rayyan Baniya per alzare ancora il livello al centro e poi Alexis Blin e Valerio Verre in mezzo al campo e infine in avanti Thomas Henry e quel Jeremy Le Douaron che ha lasciato il Bresti in Champions League per vestire la maglia dell’idolo Cavani. Un acquisto che è costato da solo più dell'intero budget di altri 14 squadre cadette.
La squadra ha potenzialmente due titolari di livello per ruolo – con forse solo le corsie difensive un po' carenti rispetto agli altri reparti –, ma ha manifestato qualche limite fin dall’inizio con un inizio terrificante, sconfitte a Brescia e Pisa, mitigato poi dalla vittoria di Cremona a cui però ha fatto seguito un pari interno contro il Cosenza che ha fatto riemergere qualche limite nella squadra rosanero con la convivenza di due centrocampisti dalle caratteristiche simili come Blin e Ranocchia che va ancora trovata visto che sia l’uno sia l’altro in un centrocampo a due non rendono al meglio. Anche in questo caso la pausa arriva al momento giusto per poter trovare la quadra e i giusti meccanismi per mettere a frutto un potenziale che poche squadre possono permettersi.
Perché dopo due anni di assestamento e crescita, ora è giunto il momento di spiccare il volo come progettato dalla proprietà al momento del suo insediamento.
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