Una giornata pienissima in casa Milan. Cosa hanno detto Cardinale, Furlani, Ibra e Moncada
La giornata rossonera è stata caratterizzata ieri dal documento tradotto da MilanNews.it prodotto dalla Harvard Business School, nota università statunitense di economia. Si tratta di un case study dedicato all'AC Milan, nel quale sono inserite diverse dichiarazioni (risalenti alla scorsa primavera, ma pubblicamente ufficialmente solo l'11 dicembre) dei protagonisti di via Aldo Rossi. Si riportano di seguito i passaggi più importanti dei personaggi più noti:
GERRY CARDINALE
“Non sto cercando di americanizzare l’AC Milan. Sto cercando di introdurre alcuni elementi americani che possano portare il Milan al livello successivo in modo costruttivo. Sto anche concentrando più attenzione sulla Serie A. Vincere campionati è ovviamente un obiettivo importante. Ma bisogna bilanciare questo con il ‘vincere con intelligenza.’ L’Inter ha vinto lo scudetto l’anno scorso e poi è andata in bancarotta (il riferimento è all’ex proprietario insolvente, non al club in sé, ndr): è questo davvero quello che vogliamo? Per i tifosi, il mio lavoro è vincere il campionato italiano ogni anno- lo capisco. Per i miei investitori che si concentrano sull’apprezzamento del valore finale, il mio lavoro è posizionare l’AC Milan per lottare per lo scudetto ogni anno, qualificarsi per la Champions League ogni anno, e andare il più lontano possibile nella Champions League ogni anno - questo è ciò che massimizza il flusso di cassa e il valore del marchio".
GIORGIO FURLANI
"L'addio di Maldini è stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti. Vendere un giocatore per 70 milioni di euro è un grande affare, soprattutto nel contesto di un business complessivo che genera 400 milioni di euro di ricavi. Ma se prendiamo quei soldi e li reinvestiamo, ad esempio, in quattro giocatori che costano ciascuno 20 milioni e tutti si rivelano terribili, quegli asset tendono rapidamente a perdere valore e non saremo quindi in grado di rivenderli: la gestione finanziaria della nostra squadra è estremamente importante. A volte si tratta semplicemente di come strutturiamo il contratto. Il giocatore sbagliato acquistato per 50 milioni con il contratto sbagliato può valere zero dopo un anno, ma il giocatore sbagliato con il contratto giusto potrebbe comunque valere 30 milioni."
ZLATAN IBRAHIMOVIC
"Io sono Zlatan e il mio ruolo è essere Zlatan. Ho molto da imparare, ma penso di avere anche molto da dare e volevo essere in una posizione in cui posso fare la differenza. Una delle mie responsabilità qui al Milan è far crescere la mentalità vincente della squadra, per assicurarmi che la squadra dia risultati. Dico ai giocatori: 'Quando sei qui al Milan, se ottieni risultati, puoi fare la storia'. Sono vicino alla squadra ma non troppo, sono in una posizione diversa rispetto a quando ero un giocatore insieme a molti altri che sono ancora in squadra"
GEOFFREY MONCADA
"Il direttore tecnico è il collegamento tra l'allenatore, i giocatori e il resto del lato sportivo da un lato, e il lato commerciale dall'altro. Rispondo a Giorgio e parlo con lui ogni giorno, più volte al giorno. Cerco di condividere quante più informazioni possibile. Come stanno i giocatori? Di cosa abbiamo bisogno per il futuro? Quali contratti dobbiamo cambiare? Cosa possiamo migliorare nel reparto medico o nel settore giovanile? Abbiamo una squadra di dieci scout che lavorano con noi: cinque sono in Italia e cinque all'estero, e abbiamo data scientist a Casa Milan che ci aiutano a trovare giocatori con i dati. Stiamo prendendo rischi calcolati con giovani giocatori piuttosto che acquistare grandi nomi con stipendi elevati. Forse non avrai un successo immediato in questo modo, ma costruisci per il lungo termine".