Qualcuno salvi Moise Kean. Ecco perché cederlo in estate era praticamente impossibile
Moise Kean resta in casa Juventus il solito, enorme, punto di domanda. Come ormai da un anno. Se credete nel detto che la 'fretta è cattiva consigliera' beh, lui è il classico esempio da portare a seguito. Fu riportato a Torino nell'estate 2021 a poche ore dal gong finale e, soprattutto, dopo la fuga tardiva di Cristiano Ronaldo. Non c'era troppo sul mercato e lui era tra i pochi attaccanti in quel momento sul mercato ritenuti 'da Juventus'. Fu acquistato senza una grossa trattativa, assecondando le richieste dell'Everton e del ragazzo.
Quella trattativa, quell'acquisto, se però rivelato ben presto un boomerang. Perché Kean, che in fondo l'anno prima a Parigi non aveva fatto così male nel ruolo di comprimario, alla Juventus era chiamato a raccogliere una eredità troppo pesante. Aspettative troppo alte, un peso eccessivo per un ragazzo ancora alla ricerca di sé stesso. E' scivolato presto indietro nelle gerarchie di Allegri, ha perso il posto e la fiducia nel giro di pochi mesi (soprattutto dopo l'arrivo di Vlahovic) e ha chiuso la stagione con 6 gol complessivi. Contro i 17 della stagione precedente.
Arriviamo così all'estate appena andata in archivio. Kean voleva andar via, la Juventus era pronto a cederlo. Ma cederlo - per chi l'ha acquistato in prestito biennale con obbligo di riscatto per una cifra complessiva di 35 milioni di euro - era operazione pressoché impossibile. Perché anche una cessione in prestito avrebbe voluto dire anticipare il riscatto e mettere subito a bilancio 28 milioni per il cartellino. E riscattarlo per poi cederlo, a quella cifra, era operazione pressoché impossibile. Avrebbe voluto dire andare incontro a una certa minusvalenza.
Quindi? L'unica strada poteva essere quella di cederlo in uno scambio. E non che la Juventus non ci abbia provato, ad esempio con Muriel dell'Atalanta. Ma in quel caso la difficoltà principale era legata all'ingaggio del giocatore: uno stipendio da 3 milioni di euro netti più bonus è inaccessibile per quasi tutti in Serie A, soprattutto per un giocatore che oggi è scommessa da rilanciare. Perché oggi questo è Moise Kean, anche se l'età è ancora dalla sua parte: ha 22 anni, ma la gabbia dorata che gli è stata costruita attorno rischia di far dissipare quel talento di cui certamente è dotato ma che a Torino, ormai, si vede sempre meno.