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Parma, Cherubini: "Krause ha una visione nel lungo periodo. I giovani non sono un alibi"

Parma, Cherubini: "Krause ha una visione nel lungo periodo. I giovani non sono un alibi"
Oggi alle 16:50Serie A
di Tommaso Rocca

15.45 - Nuovo assetto societario per il Parma Calcio, che due settimane fa circa ha accolto il nuovo amministratore delegato Federico Cherubini. L'ex Juventus eredita le mansioni sia dell'area sportiva che corporate. Tra pochi minuti, nella sala stampa dello stadio Tardini, si terrà la conferenza stampa di presentazione del nuovo amministratore delegato del Parma. Segui le sue parole in diretta, grazie al LIVE! di TMW.

16.15 - Inizia la conferenza.

Il messaggio da parte della società: "La società vuole parlare e raccontare la sua posizione. Avrete modo di avere tutte le informazioni. Anche in quest'ottica, condivisa con lo staff tecnico, domani non ci sarà la conferenza della vigilia di Fabio Pecchia".

Una figura nuova in questo club, che unisce parte sport e corporate. Cosa significa nella visione a breve e lungo termine? C'è l'urgenza di rassicurare la piazza, la squadra e il mister?
"E' stata per me una bellissima opportunità, sposo un progetto che seguo da anni con attenzione. Ho avuto la fortuna di conoscere Krause prima che acquisisse il Parma, per questo ho sempre seguito con grande attenzione il Parma. Mi ha colpito dal primo giorno che ho parlato con lui qualche anno fa, aveva una visione chiara. Io la vedo tutt'ora, sento che c'è questa forte voglia di raggiungere obiettivi veramente importanti. Il suo impegno non solo economico ha dato grande prova della determinazione con cui ha sposato questo progetto. Sono convinto che insieme raggiungeremo i progetti prefissati. L'urgenza arriva sempre dalla parte sportiva, la più esposta, quella che determina umori. La situazione presente va affrontata, il mantenimento della Serie A è molto importante. Gli sforzi dell'area sportiva sono rivolti lì, ma questo non deve interrompere la programmazione sul medio-lungo periodo, questa è la visione bella che il presidente ha portato. Non è facile da trovare nel sistema del calcio italiano".

Cosa non sta funzionando in questo momento?
"Son qui da pochissimi giorni. Sto parlando molto con le persone che hanno vissuto questo percorso in questi mesi. Ci sono cose da far meglio, è oggettivo. Bisogna avere un'interpretazione delle gare che dimostri la voglia di mantenere la categoria e passa dallo spirito della squadra. Le qualità del gruppo ci possono permettere di raggiungere l'obiettivo, ma senza l'atteggiamento non bastano. La partita di Cagliari sarà un test veramente importante in quest'ottica".

Com'è la sua giornata tipo?
"Non prenderei questi primi giorni come giornata tipo, sono nella fase di conoscenza delle realtà interne ed esterne. I risultati di un club non possono prescindere dal legame con la piazza, l'ambizione e l'obiettivo è di grandissimo respiro. Speriamo di portare Parma ad altissimi livelli ed è oggettivo che questo rapporto deve esser la base. Sto facendo tanti incontri, per ascoltare ciò che club e istituzioni mi trasferiscono. Da settimana prossima avrò giornate più bilanciate tra area sportiva e corporate. Non trovare una armonia tra questi ruoli è stato un problema di molte società, coniugare interessi sportivi con economici e di corporate deve essere il mio ruolo".

Quanto incide l'età sui risultati negativi?
"Il dato dell'età media è oggettivo, siamo la squadra più giovane. Il mio invito è non pensare che gioventù sia necessariamente sinonimo di risultati negativi, la storia dimostra che non è così. Può essere un rischio ma non deve essere un alibi interno e nemmeno esterno. La gioventù non giustifica i risultati deludenti. Se non centriamo l'obiettivo non è questione di gioventù, ma di non aver sfruttato le qualità come potevamo".

Com'è stato l'impatto con i tifosi?
"C'è stato il confronto dopo una partita difficile, ho compreso la rabbia del tifoso che spera di assistere ad una partita di riscatto e assiste a una sconfitta. Tanti tifosi hanno però colto che non sta mancando l'impegno della squadra, questa è la prima cosa. L'impegno però è doveroso quando si rappresenta una squadra, deve esser scontato, bisogna metterci quel qualcosa in più come passione e senso di identità".

E' arrivato in pieno mercato, ha avuto modo di incidere?
"Ho vissuto quelle che son state le riunioni fatte dalle persone deputate a prendere determinate decisioni. Arrivare a pochi giorni da fine mercato e pensare di dare indicazioni particolari rispetto ad un lavoro portato avanti in questi mesi mi sembrava inopportuno. Ho cercato di dare qualche indicazione laddove necessario, il lavoro per la maggior parte era stato fatto. Sono state concluse sei operazioni in entrata, la società ha dato un segnale forte nella direzione di voler mantenere la categoria".

Come ha trovato strutturalmente l'area tecnica? Un progetto stile Next Gen è attuabile in realtà come quella di Parma?
"Il mio arrivo ha comportato una riorganizzazione dell'area tecnica. Mauro Pederzoli si occuperà di altre attività nell'area tecnica, rimanendo all'interno del club. Alessandro Pettinà e Mathieu Lacome hanno allargato da tempo la sfera di competenza, mentre Notari resterà responsabile scouting della prima squadra. C'è stata una piccola riorganizzazione, ma si va in continuità. Il discorso Next Gen in Italia è stato affrontato da pochissimi club, se ne sta parlando molto adesso. Con l'attuale sistema normativo penso sia difficile arrivare a modelli come quello spagnolo, dove tutte le squadre hanno una seconda squadra. E' un obiettivo distante, in altri paesi le seconde squadre sono assorbite nella piramide delle categorie inferiori, non solo dalla terza divisione. Servirebbe una svolta normativa e un auspicabile progetto per rivedere il sistema. Tutte le leghe dovrebbero riflettere su questo, può portare un beneficio anche alle squadre nazionali".

Ha parlato del valore della squadra e sulla conservazione della categoria. Come si esce da questo loop in cui si è infilata la squadra?
"Non esiste purtroppo una formula, possono esserci tanti motivi diversi. Sta alle persone vicine alla squadra di trovare una soluzione, l'importante sono gli atteggiamenti di chi è attorno alla squadra. La negatività e la sfiducia è come un virus, invece tutti dobbiamo affrontare le difficoltà con lo spirito giusto, con grande determinazione, senso di responsabilità e impegno. Tutti coloro che hanno lo stemma del Parma sulla propria divisa devono tirare fuori questo. Il progetto è molto importante e merita il massimo impegno da parte di tutti".

Da anni si parla di algoritmi e dati, lei cosa ne pensa? Ha avuto modo di stare a contatto con Pecchia e la squadra?
"Ho vissuto fasi diverse anche nello scouting, l'arrivo di nuove tecnologie ha permesso selezioni con modalità diverse. Nel 2025 non si può prescindere dalle tecnologie, ma le sensazioni possono ancora aiutare. Possiamo profilare calciatori con i sistemi, fare analisi che ci portano vicini agli obiettivi, ma se poi non parli con il ragazzo, non lo conosci e non conosci la famiglia, questo fa la differenza. Questi aspetti legati alla personalità del giocatore sono fondamentali e decisivi. Serve equilibrio tra tecnologia e vecchia scuola. Pecchia l'ho incontrato, per una serie di impegni non ho potuto seguire gli allenamenti. Con lui ho già avuto la fortuna di vivere un'esperienza, abbiamo vissuto un anno con la seconda squadra. E' stato facile rompere iniziali distanze che ci possono essere quando si crea un rapporto, con lui e con persone nello staff. Nel Parma in generale conoscevo tante persone, da Pederzoli ai fratelli Notari. Non è stato difficile".

Come si coniuga esigenza di vincere e lungo termine? Cosa farà Pederzoli?
"Pederzoli rimane nella direzione sportiva, nell'ambito dell'area tecnica. Vedremo se progetti specifici, lui può essere utile in tante vesti. Sul coniugare l'esigenza di vincere e i progetti, questa è la difficoltà del calcio. Gli obiettivi settimanali rischiano di far perdere la bussola su quelli nel lungo-medio periodo. Servono persone concentrare sull'obiettivo settimanale e altre con mansioni sul lungo periodo. Da questo mix bisogna raggiungere obiettivi e non fermare la programmazione".

Sul nuovo stadio come verrà affrontato questo tema? Nel progetto depositato si parla di 27 mesi di lavori, il Parma dovrà migrare altrove?
"Ho avuto un incontro con il sindaco molto piacevole, ci eravamo visti allo stadio e l'ho incontrato in Comune. Mi ha raccontato tante cose della città e dei progetti che l'amministrazione porta avanti con il Parma Calcio. Si è parlato anche della possibilità di portare avanti eventi insieme. Il tema dello stadio è sensibile, c'è stato tanto lavoro in questi anni. Ho raccolto la volontà da parte dell'amministrazione di aver fatto un lavoro che raccoglie gli interessi del Parma Calcio, dei tifosi e della città. E' stato fatto un lavoro molto importante. Tra pochi giorni arriverà il presidente Krause e affronteremo la tematica, una volta conosciuto bene lo stato delle cose saremo pronti e sarò pronto a dare un mio contributo per arrivare a quella che tutti auspicano sia una piacevole conclusione di questo tema".

Cosa cerca nei suoi collaboratori?
"Penso che un club deve riuscire a creare al suo interno il proprio futuro, non per forza pescare esternamente. Io ho sempre cercato persone motivate e ambiziose, a costo di immaginare possano prendere il tuo posto. L'ambizione e il fuoco che ti guida, al di là delle qualità intrinseche nello svolgimento del lavoro, fanno la differenza. I miei ultimi tre collaboratori più giovani di me sono Manna, direttore sportivo del Napoli, Ottolini, direttore sportivo del Genoa e Tognozzi che era fino a ieri al Granada. Sono stati scelti con la prospettiva di farli crescere dentro al club e spero che al Parma possa essere lo stesso. Cerco persone che possano crescere nel rispetto del loro lavoro".

Lei condivide la linea giovane, ma condivide sul prendere giocatori stranieri che hanno bisogno di tempo di ambientamento?
"Negli ultimi anni ho trattato molto la formazione dei giovani, mi sta a cuore ed è una strategia che condivido. Non significa però che si possano creare squadre di soli giovani, bisogna trovare un equilibrio con alcuni elementi di riferimento. Il mix è la cosa giusta. Ho paura che stiamo toccando troppo il tema dei giovani fino a creare un alibi. Essere giovani non significa non raggiungere gli obiettivi. Con i giovani sicuramente c'è più lavoro da fare, ma son fiducioso anche in futuro di costruire squadre con molti giovani. Sul fatto di pescare giovani all'estero è un trend che non riguarda solo il Parma. Questo è determinato non solo dallo scouting ma anche perché non è facile comprare giovani in Italia. C'è più concorrenza sul mercato interno, i giovani più validi vanno intercettati un po' prima. Il sistema italiano poi risente di alcune normative, ogni regione ha un proprio bacino fino a 14 anni. Sarà difficile in futuro immaginare un Parma con molti emiliani in campo, c'è alta competitività in regione. Io auspico un mix con tanti giocatori italiani, ma andare all'estero è un trend comune".

Ha già fatto un giro a Noceto, che prospettive ha il calcio femminile a Parma?
"L'impressione è stata molto buona, son stato a Noceto per la partita e conoscere le strutture. Credo sia stato fatto un ottimo lavoro e ho respirato un clima di partecipazione e coinvolgimento, sia il giorno della partita con i tifosi sia ieri quando ho visitato l'impianto con le persone che ci lavorano. E' uno degli impianti migliori, che pone il Parma ai massimi livelli. L'impressione è positiva, speriamo di concludere l'anno con il ritorno in Serie A".

Venerdì era con Paratici al Tardini, un suo punto di vista sulla vicenda che vi ha toccati?
"Io, Fabio Paratici e le altre persone coinvolte come Maurizio Arrivabene e il presidente Agnelli, non abbiamo mai voluto esprimerci sulla sentenza. Non significa averla condivisa, ma in un sistema democratico alcune cose vanno accettate senza commentarle. Voglio però parlare del rapporto con Paratici: con lui ho vissuto nove anni su dodici, grazie a lui sono arrivato alla Juventus. Anche se c'è stata molta speculazione su questa cosa, soprattutto mediaticamente, io ho un ottimo rapporto con lui, pur essendo stata una vicenda a livello umano e professionale molto dura. Mi auguro che possa tornare il prima possibile, a breve terminerà la sua inibizione. Secondo me lo ha dimostrato e lo dimostrerà ancora, è il miglior dirigente sportivo, uno dei pochi che ha avuto la forza di proporsi all'estero. Oggi dobbiamo parlare del Parma, ma volevo allargare il discorso anche sul fatto che a giugno ho lasciato la Juventus dopo 12 anni ma in questi mesi ho preferito non parlare, non credendo fosse giusto, e non avevo avuto modo di chiudere il ciclo con un ringraziamento. Lo faccio oggi, citando anche il presidente Agnelli con il quale ho condiviso questo percorso. Lo ringrazio e spero possa tornare presto, quello che abbiamo vissuto è stato sporcato dalla cronaca ma nella storia rimarrà un ciclo di vittorie sportive e cose fuori dal campo come progetti, infrastrutture e seconda squadra".

16.50 - Termina la conferenza.

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