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Pablo Marì si presenta: "Se ti chiama la Fiorentina non vedi l'ora... Voglio aiutare Comuzzo"

Pablo Marì si presenta: "Se ti chiama la Fiorentina non vedi l'ora... Voglio aiutare Comuzzo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 14:23Serie A
di Simone Bernabei

Il neo difensore della Fiorentina Pablo Marì si è presentato, nella giornata di oggi, come nuovo giocatore viola. Queste le sue parole in conferenza stampa dal Viola Park:

Che mister ritrova in Palladino? Come le è passato il tempo durante la trattativa?
"Prima di tutto volevo ringraziare il presidente, Ferrari, Pradè e il mister. Entrare in questo progetto mi dà tantissima felicità e voglia di arrivare al weekend per vestire questa maglia. La trattativa è stata lunga, quando ti chiama la Fiorentina non vedi l'ora di essere qua. Oggi sono contentissimo di essere al Viola Park e fare un bel lavoro. Del mister ho trovato ciò che avevo lasciato fin quando eravamo insieme, mi ha sempre tenuto in considerazione e voglio ripagare la sua fiducia".

Come ha trovato Pietro Comuzzo, compagno di reparto?
"L'ho conosciuto poco, ma mi è sembrato straordinario come persona. Abbiamo scoperto un grandissimo talento, voglio aiutarlo tanto. Uno dei miei valori è proprio aiutare tutti, e con vedo l'ora di lavorare con lui".

Come inquadra la Fiorentina?
"Mi dà l'opportunità di essere in un grande progetto. Sono contentissimo di essere qua, fa parte del prime della mia carriera. Sto bene fisicamente ed è importante, sono sicuro che faremo molto bene. Non vedo l'ora di mettermi la maglia".

In quale sistema difensivo vi trovate e si trova meglio?
"Ci adatteremo in base all'avversario, ma per è una ricchezza poter giocare in due modi diversi. Non ho una preferenza, ho giocato tutta la vita a quattro e da quando sono in Italia gioco anche a tre".

Ha percepito tanto spazio da poter avere in maglia viola, nella trattativa?
"Nessuno può prometterti di giocare, devi guadagnartelo in campo. Ho compagni che stanno facendo benissimo, sapete che conosco l'allenatore ma ovviamente non mi ha detto che venivo qui a giocare. Sono consapevole di questo, chi deve guadagnare di più è la squadra".

Cosa le ha fatto lasciare il Monza da capitano?
"Un altro valore che ho è questo: la fascia non mi cambia il carattere, sono sempre la stessa persona di prima. A Monza eravamo in una situazione non facile, lasciare i compagni così non è bello. A Monza ho passato tre anni con compagni grandiosi, a cui auguro il meglio".

Come ha trovato Kean dopo averlo affrontato? E De Gea?
"Contro di noi, e anche qua a Firenze, con Kean mi sono trovato in difficoltà. È uno dei migliori attaccanti della Serie A, ci siamo divertiti tanto a sfidarci. E sapere che dietro di te hai De Gea, è un valore aggiunto. Un portiere di livello mondiale, faremo grandi cose".

Rispetto all'Arsenal, essere qua è una rivincita?
"No, ci sono momenti. Prima sei giovane, poi invecchi e attraversi momenti diversi. Al Flamengo ho avuto un'opportunità grandiosa, e infatti dopo sono approdato all'Arsenal, una delle squadra più forti al mondo. Grazie alla mia carriera ho la possibilità di giocare nella Fiorentina".

C'è un modello a cui si ispira? Che numero di maglia ha scelto?
"Di numero di maglia ho scelto il 18, l'anno del mio primo figlio. Volevo il 22 ma qui ce l'ha Moreno, e il numero per me è importante. Ci troviamo in un campionato importante, siamo in lotta per tanti obiettivi e dobbiamo crescere anche a livello europeo".

Ha già giocato con Colpani. Si è dato una spiegazione del suo momento negativo?
"Parlo con lui e gli dico sempre che è fortissimo. Deve stare tranquillo, giocare come sa. Quello che ha fatto a Monza è passato, ora deve concentrarsi sulla Fiorentina, e deve divertirsi quando gioca".

Come ha vissuto questo mese di trattativa? Com'è stato affrontare la Fiorentina?
"Quando ti chiama la Fiorentina, pensi che stai facendo le cose bene. Rinforza quello che stai facendo ogni giorno. Quando mi hanno chiamato, ho spinto ancora di più per arrivare. Giocare con la Fiorentina per me è stata la partita dell'anno, ma l'ho vissuta nel preparare una partita come le altre".

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