Juventus, gli interrogativi sull'ingresso di Tether in società: Exor verso il disimpegno?

L'ingresso di Tether nella Juventus apre scenari inediti e solleva dubbi sul futuro del club. La società, leader nelle stablecoin, ha acquisito il 5% delle azioni senza coinvolgere Exor, che mantiene il controllo con il 65,4% del capitale e il 78,9% dei diritti di voto. Tether ha investito circa 48 milioni di euro per 19 milioni di azioni, accumulandole gradualmente senza influenzare il titolo, che dall’inizio del 2025 ha perso il 17,6%. L’operazione è diventata pubblica dopo il superamento della soglia del 5%, obbligando alla comunicazione alla Consob. Resta da capire se Tether intenda salire ulteriormente.
L’ingresso di Tether potrebbe rappresentare un’opportunità per Exor di ridurre la propria esposizione nella Juventus, visto il lento percorso di risanamento del club e gli elevati costi sostenuti negli anni per coprire le perdite. Dubbi emergono sulla stabilità di Tether stessa. La società emette una stablecoin garantita da riserve valutate in 144 miliardi di dollari, ma circa un terzo non sarebbe conforme alle normative statunitensi. Inoltre, è stata coinvolta in indagini della procura di New York e in tre procedimenti civili.
Figura chiave è Giancarlo Devasini, principale azionista di Tether, con un passato controverso ricostruito dal giornalista di Bloomberg Zeke Faux. Il suo ingresso nel calcio lo porta sotto una maggiore attenzione mediatica. Resta da capire se si tratti di un investimento finanziario o di un passo verso un coinvolgimento più profondo. Le incertezze legate a Tether e il suo passato controverso rendono la vicenda tutta da seguire nei prossimi mesi. A riportare il tutto è il Corriere dello Sport.
