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Consigli: "Non mi sarei mai aspettato di arrivare alla decima stagione di Sassuolo"
Andrea Consigli, portiere del Sassuolo, ha parlato al canale YouTube della Lega Serie A: "Non mi sarei aspettato di arrivare alla decima stagione perché non sono abituato a pensare così a lungo termine, cerco sempre di vivere e di pensare non dico alla giornata ma stagione per stagione. Sembro un po' come quegli anziani quando raccontano le storie ai giovani. Sassuolo è una piazza particolare dove per i giovani è più semplice emergere, c'è più pazienza, ma se non ci fosse uno zoccolo duro, un'identità, dei valori, la bravura di certi giocatori che sono qui da tanti anni o sono stati qui parecchi anni tutto questo non ci sarebbe potuto essere, non sarebbe potuto essere così".
I 9 clean sheet dell'anno scorso?
"So che adesso Fantacalcio, cose, la gente pensa ai clean sheet, ma io il portiere lo valuto in una maniera diversa. Si danno per scontato tantissime cose nella gestione ma se mancano si sentono e oltre ai clean sheet mi prendo la gestione, l'aiutare la difesa, il giocare con i piedi, l'essere una valvola di sfogo con i piedi o un aiuto per i compagni, quindi più dei clean sheet guardo quello su di me e sugli altri portieri".
Com'è cambiato il calcio per i giovani?
"A differenza di quando ero ragazzino io, i ragazzi di adesso per molte cose sono più inquadrati: mangiano bene, c'è molta più conoscenza, si allenano prima, durante, dopo, durante e meglio, mentre quando ero più giovane io eravamo tutti un po' naif. Il calcio si è evoluto su questo fronte. Quello che può frenarli sono i social, queste stupidate a cui i giovani vanno dietro pensando che sia quella la felicità ma a un ragazzo giovane direi quello che disse a me il capitano dell'Atalanta di allora Antonio Bernardini, al mio primo ritiro in prima squadra a 17 anni, 'Goditi ogni momento perché vola'. È bello perché quando volano le cose vuol dire che sono andate bene però è un'opportunità grandissima, è un privilegio, bisogna tenerselo stretto".
Cosa direbbe al giovane Consigli?
"Non ho rimpianti, mi sono sempre allenato bene. Ancora adesso a 36 anni se gioco lo faccio per passione. Quello che mi direi fai tutto quello che hai fatto, sbaglia quello che hai sbagliato, sii un po' meno autocritico con te stesso perché può essere stata la mia forza ma anche la mia debolezza quella di non avere pietà per me. Anche quando altri mi dicevano oh grande partita, io pensavo a dove migliorare, col senno del poi potevo vivermela molto meglio, magari mi avrebbe aiutato".
I 9 clean sheet dell'anno scorso?
"So che adesso Fantacalcio, cose, la gente pensa ai clean sheet, ma io il portiere lo valuto in una maniera diversa. Si danno per scontato tantissime cose nella gestione ma se mancano si sentono e oltre ai clean sheet mi prendo la gestione, l'aiutare la difesa, il giocare con i piedi, l'essere una valvola di sfogo con i piedi o un aiuto per i compagni, quindi più dei clean sheet guardo quello su di me e sugli altri portieri".
Com'è cambiato il calcio per i giovani?
"A differenza di quando ero ragazzino io, i ragazzi di adesso per molte cose sono più inquadrati: mangiano bene, c'è molta più conoscenza, si allenano prima, durante, dopo, durante e meglio, mentre quando ero più giovane io eravamo tutti un po' naif. Il calcio si è evoluto su questo fronte. Quello che può frenarli sono i social, queste stupidate a cui i giovani vanno dietro pensando che sia quella la felicità ma a un ragazzo giovane direi quello che disse a me il capitano dell'Atalanta di allora Antonio Bernardini, al mio primo ritiro in prima squadra a 17 anni, 'Goditi ogni momento perché vola'. È bello perché quando volano le cose vuol dire che sono andate bene però è un'opportunità grandissima, è un privilegio, bisogna tenerselo stretto".
Cosa direbbe al giovane Consigli?
"Non ho rimpianti, mi sono sempre allenato bene. Ancora adesso a 36 anni se gioco lo faccio per passione. Quello che mi direi fai tutto quello che hai fatto, sbaglia quello che hai sbagliato, sii un po' meno autocritico con te stesso perché può essere stata la mia forza ma anche la mia debolezza quella di non avere pietà per me. Anche quando altri mi dicevano oh grande partita, io pensavo a dove migliorare, col senno del poi potevo vivermela molto meglio, magari mi avrebbe aiutato".
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