
Lo Spezia venduto a 1€: retroscena sulla cessione da Platek a FC32
Lo Spezia è attualmente impegnato nella corsa alla promozione ma nel corso della stagione, poche settimane fa, ha dovuto affrontare un cambio di proprietà con la cessione della società alla FC32 Global Holdings, una compagnia australiana. Un passaggio di proprietà che ha destato non poche interrogazioni e speculazioni, considerata la delicatezza del momento.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, la famiglia Platek ha ceduto il 100% del capitale sociale dello Spezia per la modica cifra di un euro! Un affare che, a prima vista, può sembrare emblematico di una situazione di difficoltà, ma che, in realtà, nasconde una storia più complessa. Nonostante l’importante investimento complessivo di 66 milioni di euro da parte dei Platek, la decisione di vendere a prezzo simbolico ha scatenato il dibattito: si tratta di una mossa azzardata, di un gioco di interessi, oppure di semplice pragmatismo economico?
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Le voci che circolano attorno a questa cessione sono diverse. Molti si chiedono se la scelta di Robert Platek, ex proprietario del club, sia stata dettata da una valutazione fredda del mercato sportivo italiano. Nonostante le sue esperienze e successi in ambito finanziario, Platek si è dovuto confrontare con le insidie di una realtà sportiva stratificata e complessa, caratterizzata da un campanilismo esasperato e una burocrazia opprimente.
L’investimento iniziale sembrava promettente, ma le aspettative sul ritorno economico non si sono materializzate come preventivato. Di fronte a questa situazione, Platek ha scelto di sfuggire a ulteriori perdite, optando per un ritiro strategico dall’investimento. Riflessioni sulla possibilità di una fusione o di un'alleanza strategica con un nuovo investitore non sono mai state confermate, ma l’idea di cedere a un prezzo simbolico appare come una scelta di salvaguardia, piuttosto che come una mancanza di responsabilità.
Lo Spezia è una società sostanzialmente senza debiti: nel bilancio al 30 giugno 2024 non ci sono esposizioni con le banche ma solo un’anticipazione di crediti per 4 milioni, il grosso dei debiti fiscali è rateizzato e il saldo di calciomercato è neutro. I nuovi proprietari non devono accollarsi debiti, se non quelli fisiologici, e si impegnano a versare nel club 12 milioni, parte del fabbisogno (17-18 milioni) per concludere la stagione 2024-25. Platek, dunque, accetta di cedere gratis un asset che aveva acquistato per 14 milioni e poi foraggiato per altri 52. E non lo fa perché sia a corto di liquidità, visto che subito dopo firma un’esclusiva per acquistare il Reading in Inghilterra. Alla base c’è una logica finanziaria, perché di operazione finanziaria si trattava. Resosi conto che l’esposizione su quell’investimento era diventata troppo alta e che le relative proiezioni non offrivano più un ritorno, Platek si è ritirato per evitare ulteriori perdite. In “business we trust”, verrebbe da dire.







