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Giada Pondini: "A Sassuolo la mia leader era Fifì Jane, mi insegnava qualcosa senza parlare"
Oggi alle 20:03Sassuolo Femminile
di Sarah G. Comotto
per Sassuolonews.net

Giada Pondini: "A Sassuolo la mia leader era Fifì Jane, mi insegnava qualcosa senza parlare"

Le parole dell'ex calciatrice del Sassuolo Femminile Giada Pondini sulla sua precedente esperienza con la maglia neroverde

Giada Pondini, centrocampista del Parma Women che non ha ancora subito un gol (unica formazione italiana a reti inviolate considerando anche le serie maschili), nata in Romagna ma ormai trasferitasi in Emilia, dopo la lunga avventura con il Sassuolo Femminile ha scelto di accettare la corte delle gialloblù e nonostante quattro operazioni alle ginocchia è ancora lì a dirigere il centrocampo della squadra di Colantuono.

La giocatrice si è raccontata ai microfoni della FIGC Femminile, raccontando anche i suoi trascorsi, cominciando proprio dalle operazioni: "Le ricordo con piacere - racconta Giada, protagonista della nuova puntata di FACES, il format di FIGC Femminile che racconta le storie delle protagoniste dei campionati -. Se sono diventata quella che sono è grazie a quei momenti. Ogni infortunio è stato un insegnamento che mi ha fortificata". Uno, in particolare, è stato più duro degli altri, perché arrivato all'inizio del 2020, poche settimane prima dello scoppio della pandemia: "Crociato, menisco e collaterale. Ma con l'inizio del Covid mi sono trovata costretta a fare fisioterapia da sola, in videochiamata. Avendo già avuto tanti infortuni, però, sapevo cosa c'era da fare: posso dire di aver recuperato da autodidatta. E in quel periodo mi sono messa a studiare scienze motorie: un giorno vorrei aiutare io gli sportivi nella riabilitazione dopo gli infortuni".

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E, molto spesso, i ricordi che fortificano rimangono scritti sulla pelle. "Mi sono tatuata la parola 'coraggio', perché per tornare in campo ce ne vuole. Parlo però di coraggio e mai di paura, che ogni giorno può essere l'arma che può farti far male di nuovo. Ho la spensieratezza di una bambina nonostante abbia iniziato a giocare a calcio da più di 20 anni: se mi mettessi a pensare a quello che mi è successo non entrerei più in campo".

Giada invece ci entra eccome: la differenza col passato sta nella categoria, perché Pondini quest'anno entra sui campi di Serie B dopo aver giocato al piano di sopra vestendo le maglie di San Zaccaria e Sassuolo. "Ho iniziato nel campetto sotto casa, poi con la scuola calcio del mio paese (Bagno di Romagna, ndr), poi ancora nella Sampierana, a San Piero in Bagno. A 15 anni la prima squadra femminile, il Castelvecchio, da cui ha avuto origine il Cesena, poi San Zaccaria e Sassuolo, fino alla chiamata del Parma. Me ne avevano già parlato bene: il presidente Krause ci segue spesso, anche in trasferta. Il primo giorno, a pranzo, ci ha detto: 'Se avete bisogno di qualsiasi cosa, chiedetela'. E' un club che merita la Serie A, speriamo di raggiungerla".

Chiedono a Giada anche le compagne più giovani, perché comunque l'esperienza è tanta: "Se mi sento una leader? Sì, perché sento che le compagne cercano consigli e li prendono in maniera costruttiva. Capitò anche a me di chiederli a giocatrici più esperte: la mia leader è Refiloe Jane, Fifì, con cui ho giocato nel Sassuolo. Una leader silenziosa, che con la sola presenza mi insegnava qualcosa, anche senza parlare". Pondini aveva iniziato da regista ("E infatti il mio idolo è sempre stato Andrea Pirlo"), ma con il tempo ha cambiato mansioni in campo. E nel record del Parma c'è il lavoro del portiere, della difesa, ma di tutta la squadra: "La nostra filosofia è quella di difendere attaccando in avanti. Ogni volta che perdiamo palla abbiamo fame di riconquistarla. Sapevamo di poter fare bene: un po' di sorpresa nel vederci prime a punteggio pieno (insieme alla Ternana, ndr) c'è, ma i risultati sono frutto della nostra consapevolezza".

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